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Il calciatore del Psg non gioca contro l’omofobia, ma nessuno dice perché

Gana Gueye, musulmano, si è rifiutato di scendere in campo con i numeri arcobaleno per "motivi personali". L'imbarazzo di chi lo critica e non ha il coraggio di parlare di islam

Mauro Zanon
18/05/2022 - 6:20
Società
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Idrissa Gana Gueye Omofobia
Idrissa Gana Gueye esulta dopo il gol al Manchester City in Champions League lo scorso settembre (foto Ansa)

Parigi. Nelle ore in cui Kylian Mbappé si prepara a ufficializzare l’addio al Paris Saint-Germain per andare a Madrid alla corte di Ancelotti, la squadra di calcio parigina è travolta da un caso molto imbarazzante che riguarda un altro suo giocatore: Idrissa Gana Gueye, centrocampista di nazionalità senegalese.

Gueye diserta la giornata contro l’omofobia

Sabato scorso, il Psg ha giocato in trasferta contro il Montpellier, vincendo comodamente per 4 a 0 con una doppietta di Lionel Messi. Ma al di là della solita goleada parigina in un campionato che ormai non ha più nulla da dire, la penultima di Ligue 1 non è stata una giornata come le altre: perché tutte le squadre, Psg compreso, sono scese in campo indossando una maglia con i numeri a tinte arcobaleno per onorare la giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia del 17 maggio. L’allenatore, Mauricio Pochettino, aveva a disposizione tutti i giocatori per la partita contro il Montpellier: o meglio, quasi tutti. Perché all’ultimo momento Gana Gueye ha preferito non scendere in campo e guardare i suoi compagni dalla tribuna.

«Ha dovuto lasciare la squadra per motivi personali, ma non è infortunato», ha dichiarato il tecnico del Psg dopo la partita in maniera sibillina. Il quotidiano Le Parisien ha fatto notare che anche lo scorso anno Gana Gueye si era rifiutato di giocare in occasione della giornata a sostegno della comunità Lgbt, giustificando l’assenza con «problemi gastrointestinali». E che quest’anno, come nel 2021, c’erano dei «motivi personali» ben precisi che lo hanno spinto a rinunciare: la sua fede islamica. “Prima della partita, tutti i giocatori si sono messi in posa attorno allo slogan della Lega calcio francese: ‘Omosessuali o eterosessuali, indossiamo tutti la stessa maglia’. Anzi, non proprio tutti, perché Idrissa non ha voluto indossare la divisa. Un rifiuto motivato da convinzioni religiose, fatto che ha sconcertato e rattristato diversi partecipanti alla trasferta del Psg», ha scritto il Parisien.

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Nessuno parla della fede islamica di Gueye

Dall’entourage del giocatore, nessuna reazione: si parla semplicemente di un “tema sensibile”. «I giocatori di un club, e quelli del Psg in particolare, sono figure in cui i nostri giovani si identificano. Hanno un dovere di esemplarità. Il rifiuto da parte di Gana Gueye di associarsi alla lotta contro l’omofobia non può non essere sanzionato!», ha commentato la gollista Valérie Pécresse, ex candidata alle presidenziali. Da parte della sinistra progressista, invece, silenzio stampa. Perché quando c’è di mezzo l’islam il principale terrore è quello di essere tacciati di islamofobia: un bavaglio che stoppa qualsiasi critica.

Tra l’altro nessun giornale, nemmeno il Parisien, cita apertamente l’islam: preferendo parlare più in generale di «motivi religiosi». «Questo rifiuto, motivato da convinzioni religiose, non è il primo. Lo scorso anno, per la stessa giornata di commemorazione, Idrissa Gana Gueye e Abdou Diallo – due giocatori musulmani – hanno dato forfait per la partita contro Reims, con la scusa di una gastrointerite», ha dichiarato il militante Lgbt Mehdi Aifa al sito Atlantico.

Il Psg ricorda il suo «impegno contro l’omofobia»

«L’islam», ha continuato Mehdi Aifa, «sia nel Corano che negli hadith, condanna severamente l’omosessualità. In generale, i musulmani percepiscono l’omosessualità come una devianza. Questa condanna si esprime attraverso il rifiuto di associarsi a un’iniziativa che la loro religione disapprova e reprime. Per fare un esempio, nel 2009, una squadra di calcio di Crétéil (banlieue parigina, ndr) doveva giocare con una squadra di giocatori omosessuali. Alla vigilia della partita, il Paris Foot Gay riceve una mail dal club di Créteil: i giocati della squadra avversaria, a maggioranza musulmana, rifiutano per convinzioni religiose di essere associati a tali iniziative».

L’associazione per la lotta contro l’omofobia Rouge Direct ha chiesto spiegazioni al Psg e al giocatore. «L’omofobia non è un’opinione ma un reato. La Lega calcio francese e il Psg devono chiedere a Gana Gueye di dare spiegazioni e molto rapidamente. E punirlo se necessario», ha twittato Rouge Direct. Per ora la Lega calcio francese preferisce non commentare “l’incidente”, mentre il club parigino si limita a ricordare il suo «impegno nella lotta contro l’omofobia e le discriminazioni attraverso Sportitude e Sos Racisme».

Tags: FranciaIslamOmofobiaparis saint germain
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