Ieri alla Camera il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, rispondendo durante il question time a un’interrogazione del deputato di FdI Fabio Rampelli, ha detto che il ministero emanerà delle nuove linee guida sui corsi e le iniziative di contrasto al bullismo nelle scuole.
Rampelli nella sua interrogazione ha fatto esplicito riferimento agli opuscoli dell’Unar, “Educare alla diversità a scuola”, e a quelle iniziative «che stanno suscitando animate proteste da parte delle associazioni dei genitori, che, in particolare, criticano la giovane età di molti degli studenti coinvolti, nonché il fatto di non essere stati affatto coinvolti circa la decisione sull’opportunità o meno di dar luogo a tali iniziative».
ENTRO SETTEMBRE. Il ministro, nella sua risposta, pur ribadendo l’impegno del ministero nella lotta al contrasto di ogni forma di discriminazione, ha annunciato che entro settembre verranno aggiornate le Linee guida predisposte dal suo predecessore Giuseppe Fioroni. Giannini ha ribadito l’estraneità del ministero alla redazione e diffusione degli opuscoli dell’Unar (che sono stati bloccati) e affermato che le nuove Linee guida saranno stabilite attraverso il confronto con i genitori dei bambini (le cui associazioni erano state totalmente ignorate dall’Unar che, invece, si era affidato alle sole consulenze di 29 associazioni Lgtb).
CON I GENITORI. Su Avvenire di oggi sono riportate le parole di Roberto Gontero (Agesc) che ricorda che «proprio nell’incontro che abbiamo avuto a maggio avevamo chiesto al Ministro di riscrivere le Linee guida, perché riteniamo irrealistico che entrino nelle classi dei nostri figli contenuti che non hanno ricevuto il preventivo consenso dei genitori. Il ministro ha recepito queste nostre preoccupazioni e di questo siamo certamente soddisfatti». Così come soddisfatto è Fabrizio Azzolini (Age, Associazione genitori): «Quella del ministro mi sembra una proposta di buon senso che fa definitivamente cadere tutte le azioni di chi, senza nemmeno coinvolgere i genitori, voleva contrabbandare nelle scuole ciò che nulla aveva a che fare con il doveroso contrasto a ogni forma di discriminazione».