Rimettere la Croce al centro del villaggio

Di Mauro Zanon
08 Novembre 2022
Sos Calvaires, l'associazione che aiuta a restaurare calvari e patrimonio artistico cristiano in tutta la Francia. «Dinanzi ai distruttori e agli abbattitori di statue, c'è chi ripara umilmente nel silenzio della notte»
Croce Calvari Sos Calvaires
Il momento dell'innalzamento di una croce restaurata a Persac, in Francia (immagine tratta dal canale YouTube di Sos Calvaires)

Parigi. Ogni giorno, Alexandre Caillé riceve “cinque o sei” richieste d’aiuto a Sos Calvaires, associazione di interesse pubblico fondata ad Angers nel 1987, con l’obiettivo di restaurare e proteggere i calvari, le cappelle e gli oratori pericolanti disseminati in tutta la Francia. «Guy mi ha appena inviato alcune foto di un calvario molto deteriorato e mi chiede cosa si può fare», ha raccontato Caillé al Figaro, che ha dedicato un lungo reportage a questa preziosa associazione francese di salvaguardia del patrimonio cristiano.

Il coinvolgimento della comunità nel restauro

Sos Calvaires ripara almeno un calvario al mese nelle sue 45 antenne dipartimentali grazie ai numerosi doni provenienti dai privati, ma anche al sostegno del Fond du Bien Commun, attore di primo piano dell’ecosistema filantropico francese. Dalla legge del 1905 sulla separazione tra Stato e Chiesa, incombono soprattutto sui comuni la manutenzione e il restauro del patrimonio religioso francese. Sos Calvaires, in questo senso, è un soccorritore di primaria importanza, perché mette a disposizione un aiuto tecnico, dei volontari pronti a raggiungere ogni angolo del territorio per prendersi cura delle vestigia della cristianità e delle croci restaurate grazie alle mani sapienti dei loro artigiani.

Come raccontato dal Figaro, i volontari di Sos Calvaires cercano sempre di coinvolgere gli abitanti nelle loro operazioni di salvataggio. «Così si ricorderanno del restauro del loro calvario e avranno più a cuore il fatto di prendersene cura», ha sottolineato Alexandre Caillé, che di Sos Calvaires è direttore generale. A Seiches-sur-le-Loir, vicino ad Angers, gli artigiani dell’associazione hanno appena restituito alla comunità una croce di 200 chili, alta 4,20 metri e larga 2.10. Il restauro è stato finanziato al 100 per cento dal comune.

«Riconnettere il patrimonio, la storia e la fede»

«Per noi, è importante restaurare questo patrimonio. Lo abbiamo ereditato e dobbiamo trasmetterlo a chi verrà dopo di noi», ha detto al Figaro Thierry de Villoutreys, sindaco di Seiches-sur-le-Loir dal 2020. A ridare nuova vita alla croce, è stato un giovane carpentiere di 25 anni, Cyr Guérin dell’atelier Sos Calvaires locale. «Traspare una certa nobiltà dai suoi gesti. La nobiltà di coloro che, dinanzi ai distruttori e agli abbattitori di statue, riparano umilmente nel silenzio della notte», commenta il Figaro, che ha visitato l’atelier. Cinquant’anni fa, spiega Caillé, le rogazioni e le processioni facevano parte della vita dei francesi, «così come la manutenzione di questo piccolo patrimonio cristiano».

Oggi è più difficile, ma «se riusciamo a riconnettere il patrimonio, la storia e la fede, allora ci saremo resi utili», afferma il direttore generale di Sos Calvaires. Caillé ha abbandonato il mondo della finanza e un fondo di investimento per abbracciare la missione di salvaguardia dell’associazione. «Voglio una vita che abbia un senso», ha spiegato al Figaro. Il suo quotidiano è ritmato dalle visite negli atelier di riparazione del patrimonio cristiano di Sos Calvaires, dagli incontri con i sindaci e i responsabili delle antenne locali, ma anche dalle pratiche per ottenere i doni.

Un’opera che aiuta anche «gli spiriti disorientati di oggi»

«Quando vedo l’innalzamento di una croce, dico tra me e me che ho veramente passato una bella giornata, che è stata utile e donata per qualcosa di più grande». C’è una Francia nichilista e oscurantista che chiede aiuto ai giudici per abbattere le statue, come quella di San Michel nel comune di Les Sables-d’Olonne, ma c’è anche una Francia misericordiosa, dal cuore grande, “figlia primogenita della Chiesa”, che dedica la sua vita alla preservazione e alla cura dell’inestimabile patrimonio cristiano. Come ha scritto Anne-Sophie Hamon sul sito bretone Breiz-Info, «il ritorno dei calvari aiuterebbe anche gli spiriti disorientati di oggi (…). La popolazione ha bisogno di rivedere questi calvari, queste croci che popolano il nostro immaginario da duemila anni». 

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