Francia. Mimò l’aborto di Gesù in chiesa: Femen condannata

Di Redazione
17 Febbraio 2017
L'avvocato della chiesa della Madeleine profanata: «La condanna è il giusto riconoscimento del fatto che dentro una chiesa non si può fare tutto ciò che si vuole»
epaselect epa04502010 A topless Femen activist protests in the Notre Dame of Strasbourg Cathedral in Strasbourg, France, 24 November 2014. The activists protested against a visit of Pope Francis to the EU Parliament on 25 November which in their opinion is not in line with the secularist principles of the European Union. EPA/PATRICK SEEGER

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Eloise Bouton, ex membro delle Femen, ora uscita dal gruppo “sexstremista”, è stata condannata in appello, dopo la condanna in primo grado, a un mese di carcere con la condizionale e un’ammenda di 2.000 euro per un’esibizione sessuale all’interno della chiesa parigina della Madeleine.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]ABORTO DI GESÙ. Il 20 dicembre 2013, insieme ad altre Femen, Bouton era entrata a seno nudo nella chiesa e aveva mimato davanti all’altare l’aborto di Gesù bambino usando pezzi di fegato di vitello. Sulla sua schiena compariva la scritta «Natale è cancellato» (Noel est annulé), mentre sopra e sotto il seno «344esima puttana» (344e salope), un riferimento al manifesto firmato da 343 donne nel 1971 per chiedere la legalizzazione dell’aborto.

IL MUSEO. L’ex Femen voleva così denunciare la politica retrograda della Chiesa cattolica in materia di interruzione di gravidanza. L’avvocato della donna, riporta il Figaro, ha gridato allo scandalo e al «ritorno del reato di blasfemia in Francia» perché nella decisione dei giudici «ha pesato il carattere cultuale del luogo dove è stato commessa la presunta infrazione».
Il legale Tewfik Bouzenoune si lamenta perché le Femen che nel 2014 sono intervenute a seno nudo nel museo delle cere Grévin per rovinare la statua di Vladimir Putin al grido di «uccidiamo Putin il dittatore» non sono state condannate. Da qui i «due pesi e due misure».

«GIUSTA CONDANNA». L’avvocato della chiesa della Madeleine ha invece dichiarato: «La condanna è il giusto riconoscimento del fatto che dentro una chiesa non si può fare tutto ciò che si vuole». Per eliminare i due pesi e le due misure lamentate dalla sextremista, infatti, non bisogna assolverla per ciò che ha fatto nella chiesa ma condannarla anche per i danni provocati al museo.

SCANDALO DI NOTRE-DAME. Non è la prima volta che le Femen vanno a processo per la profanazione di una chiesa. Nel 2015 la Corte d’appello di Parigi ha ad esempio confermato la somma ingiustizia già sancita in primo grado, assolvendo le Femen che nel 2013 hanno fatto irruzione nella cattedrale Notre-Dame, si sono spogliate a seno nudo, urlando slogan contro il Papa e rovinando la preziosa campana “Marcel” esposta in occasione degli 850 anni di Notre-Dame colpendola ripetutamente con dei bastoni. La polizia ha trovato poi scalfiture di oltre un centimetro sulla campana che è ricoperta d’oro.

Foto Ansa

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