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Francia. L’islam radicale avanza in classe

Il 49% dei docenti si autocensura per non avere problemi con i musulmani. I prof non si sentono tutelati tra minacce e richieste assurde: «Non leggete "I tre porcellini"»

Leone Grotti
14/01/2021 - 3:00
Esteri
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francia islam samuel paty

A tre mesi dall’assassinio in Francia del professor Samuel Paty, decapitato il 16 ottobre da un estremista islamico dopo aver mostrato in classe delle caricature di Maometto pubblicate da Charlie Hebdo, il radicalismo islamico resta la minaccia principale per l’educazione scolastica nella République. Un sondaggio realizzato da Ifop per la Fondazione Jean-Jaurès dal 10 al 17 dicembre, e pubblicato il 6 gennaio, ha rivelato infatti che il 49 per cento dei professori di scuola secondaria si è già autocensurato su temi religiosi «per non provocare incidenti in classe». Nel 2018 era il 36 per cento. Addirittura il 70 per cento dei professori si è zittito negli istituti delle banlieue per evitare grane, mentre quattro docenti su cinque si sono ritrovati durante la carriera davanti a rivendicazioni religiose da parte di musulmani in mensa o in ambito sportivo o durante le lezioni. «Speriamo che si prenda coscienza dell’avanzata dell’islam radicale nel nostro paese. Tutti gli insegnanti si troveranno davanti a questa realtà», ha dichiarato il direttore dell’osservatorio sull’educazione della Fondazione Jean-Jaurès, Iannis Roder.

«SI LAMENTANO DEI “TRE PICCOLI PORCELLINI” E DELL’ALBERO DI NATALE»

Se l’avanzata dell’islam radicale nella scuola viene ormai denunciata su tutti i media, numerosi circoli culturali, nonostante l’attentato avvenuto a Conflans-Sainte-Honorine, continuano a criticare gli insegnanti preoccupati, che sarebbero colpevoli di «stigmatizzare gli studenti». Un caso esemplare è quello di Fatiha Boudjahlat. Durante il minuto di silenzio in onore di Paty, 793 incidenti, più o meno gravi, sono stati segnalati al ministero dell’Educazione nazionale. Boudjahlat, che insegna storia e geografia in una scuola di “educazione prioritaria” di Tolosa, ha raccontato su Facebook che cinque alunni «arabo-musulmani» si sono rifiutati di rendere omaggio al docente decapitato. Come riportato da Le Figaro, i sindacati Sud e Cgt sono insorti contro l’insegnante algerina, colpevole di voler «discriminare» i suoi alunni. «Vogliono che mi taccia», ha risposto lei. «Ormai mi trovo in una posizione in cui devo guardarmi più dagli “antifascisti” che dagli islamisti». Il ministro dell’Educazione Jean-Michel Blanquer le ha offerto il suo «sostegno», definendo le critiche alla docente «surreali». Lei ha aggiunto: «Ci sono troppi insegnanti di sinistra e indifferenti nella scuola che il giorno dell’omaggio a Paty sono casualmente andati a fare delle fotocopie».

Se gli alunni spesso causano scontri e diatribe, condite da insulti e minacce ai professori, l’origine del radicalismo sta a monte. Julia insegna in una scuola elementare di Montpellier e racconta che «da due, tre anni i genitori mi chiedono di non leggere più in classe I tre porcellini», dal momento che il maiale è considerato un animale impuro dall’islam. «Altri si sono lamentati perché abbiamo fatto l’albero di Natale, considerato troppo cristiano per essere esposto all’entrata della scuola. Surreale».

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I sindacati di insegnanti e presidi denunciano inoltre le mancanze del governo, lamentando che niente è cambiato dall’omicidio di Paty: i professori non sono tutelati dalle istituzioni, che li lasciano soli a fronteggiare i casi di radicalismo islamico. Ne è un esempio un incidente avvenuto in una scuola di Lione a novembre, un mese dopo l’omaggio a Paty. Un professore, argomentando sull’importanza della libertà di espressione, ha cercato di spiegare che Emmanuel Macron non è islamofobo e non associa affatto islam e terrorismo senza fare le dovute distinzioni. Due alunni musulmani, appena arrivati in classe, che non conoscevano ancora bene il francese, hanno raccontato a casa che il loro professore andava dicendo che «Macron è islamofobo» e che «i musulmani sono terroristi». Così i genitori sono arrivati a scuola e hanno insultato pesantemente il professore, che dopo aver cercato invano di spiegare il malinteso, ha sporto denuncia e ha chiesto il trasferimento in un altro istituto. I suoi colleghi hanno attaccato il ministero per non aver difeso a sufficienza il professore e non essere intervenuto dopo questo «grave incidente».

Se da una parte il governo francese si dimostra troppo debole davanti alle espressioni di estremismo religioso islamico, dall’altra si comporta in modo giacobino quando si tratta del cristianesimo. È quanto racconta in un’intervista che uscirà sul prossimo numero di Tempi il maestro elementare agnostico Matthieu Faucher, sospeso per «proselitismo» per aver tenuto un minicorso su Bibbia e Vangeli della durata di dieci ore ai suoi alunni, che non sapevano neanche chi fosse Gesù, e riabilitato dopo quattro lunghi anni di battaglia legale. «Tutte le accuse che mi hanno rivolto erano ridicole», dichiara a Tempi: «Sono i miei accusatori che non erano neutrali, accecati dal loro odio per la religione cristiana». Lassismo verso l’islam radicale e odio per le radici cristiane rappresentano un mix esplosivo per la scuola francese.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Tags: Franciafrancia islamIslam
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