Francia. «Chi è quel signore che fa l’acrobata sulla croce?»
«Chi è quel signore che fa l’acrobata sulla croce?». È quando si è sentito rivolgere questa domanda che Matthieu Faucher, 37 anni, insegnante alla scuola elementare di Malicornay, piccolo paesino francese di appena 190 abitanti, ha deciso che era necessario approfondire con i suoi studenti di 9 e 10 anni «la mitologia cristiana, fondamento della nostra civiltà».
SETTE ORE DI LEZIONE
Così, pur essendo «né credente, né praticante», ha dedicato sette ore di lezione in un anno alla lettura di alcuni passi della Bibbia e del Vangelo, facendo vedere anche alcune scene del Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. Era il 2017 e qualche genitore, offeso dagli insegnamenti impartiti dal maestro, ha inviato una lettera anonima al rettorato accusando Faucher di «proselitismo religioso». Lo stesso anno è arrivata la condanna: multa, revoca della cattedra e trasferimento. Faucher da allora ha potuto solo tenere qualche supplenza.
L’insegnante ha fatto ricorso e il 10 luglio il tribunale amministrativo di Limoges ha giudicato «sproporzionata» la sanzione comminatagli, ordinando il reintegro del docente entro due mesi nella scuola di Malicornay. I giudici hanno sottolineato non solo che la maggior parte dei genitori riteneva Faucher un ottimo maestro, ma che lui li aveva anche avvisati preventivamente che avrebbe usato degli estratti biblici per spiegare «il fatto religioso cristiano», come tra l’altro previsto dalle circolari ministeriali.
CACCIA ALLA RELIGIONE IN FRANCIA
Nonostante sia stato scagionato dall’infamante accusa di attentato alla laicità, Faucher non è stato ancora reintegrato al suo posto. Il rettorato, che non gli ha ancora fatto sapere nulla, ha solo un giorno di tempo se non vuole contravvenire alla disposizione del tribunale. Contattato dal Figaro, l’entourage del rettore si è limitato a rispondere: «Non parliamo con la stampa, prenderemo una decisione prossimamente».
Il caso è diventato così famoso che lo storico delle religioni René Nouailhat ne ha fatto persino un libro: La lezione di Malicornay. Nel saggio spiega che la condanna è stata «una vergogna nella sua brutalità amministrativa», oltre che «incomprensibile», indice del «clima confusionale nel quale è invischiata la nozione di laicità». Che, per i «puri e duri», significa semplicemente «dare la caccia a ogni contaminazione religiosa».
Faucher, ricorda lo storico, è stato anche accusato di non aver rispettato l’uguaglianza tra uomini e donne leggendo ai ragazzi il passo evangelico sull’adultera. Ma allora, insiste Nouailhat, si può tranquillamente smettere di insegnare la mitologia greca e «praticamente l’intera letteratura». Lo storico applaude infine il professore, che ha semplicemente cercato di mettere una pezza all’ignoranza dei suoi studenti, nella consapevolezza che «lasciare il fatto religioso fuori dalle scuole significa lasciarlo in mano ai ciarlatani». O ai laicisti.
Foto Nouvelle République
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