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Finire in un gulag in Nord Corea per eccesso di obbedienza a Kim Jong-un

Di Leone Grotti
14 Febbraio 2024
Un insegnante applica in classe una direttiva del regime, che chiede di non esagerare con l'idolatria del leader e viene arrestato. Perché la dinastia Kim non può fare a meno del culto della personalità
Kim Jong-un testa le munizioni in dotazione all'esercito della Nord Corea
Kim Jong-un testa le munizioni in dotazione all'esercito della Nord Corea (Ansa)

La Corea del Nord è una "repubblica" fondata sul culto della personalità della famiglia Kim. A partire dal 1948 l'esaltazione del leader fino alla sua divinizzazione è stato l'elemento cardine per il mantenimento al potere della dinastia. La presidenza si è così trasmessa da Kim Il-sung a Kim Jong-il, fino a Kim Jong-un più per diritto divino che costituzionale. Ma la propaganda è diventata negli anni talmente esagerata e grottesca che nel 2019 Kim Jong-un ha inviato una lettera agli insegnanti, consigliando di non esagerare con la mitizzazione del leader, per non rischiare di farlo apparire come un essere sovrumano lontano dal popolo. Come spesso accade, però, le buone intenzioni si sgretolano davanti alla realtà e così un insegnante di storia rivoluzionaria, Kim Wonchol, è stato rinchiuso in un gulag per aver obbedito troppo bene alle nuove direttive.
Troppa propaganda in Nord Corea
Nella sua lettera del 2019 Kim Jong-un scriveva che «l'educazione» (leggi: indottrinamento) dei bamb...

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