
Nella Fiat di Mirafiori. «Marchionne almeno investe, la Fiom cosa fa per i lavoratori?»
La svolta è contenuta in un numero, una cifra non da poco che balla in quelle tre pagine di lettera consegnata ieri ai 5600 operai della Fiat Mirafiori e inviata dall’amministratore delegato Sergio Marchionne. «Un miliardo di euro di investimenti». È la svolta dopo la firma degli accordi con tutti i sindacati ad eccezione di Fiom, che aveva dato avvio alla cassa integrazione, con la promessa di un rilancio. «È la luce in fondo al tunnel» racconta a tempi.it Flavia Aiello, rappresentante Uilm a Mirafiori.
Il segretario della Uilm Piemonte, Maurizio Peverati, parla del nuovo piano di produzione come di una «risposta efficace sull’occupazione a Mirafiori. Nonostante i continui pareri negativi e le cause di Fiom, siamo sempre più convinti dell’intesa firmata». Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, invece, boccia tutto.
Bisognava scegliere, tre anni fa, tra il niente e il provare a metterci la faccia. Abbiamo fatto un referendum in fabbrica, mentre la Fiom ci accusava di ledere i diritti ai lavoratori. Questo, semmai, lo hanno fatto loro, spacciandosi per quelli che li difendevano, quando poi in realtà non hanno fatto nulla. Il fatto che oggi Marchionne parli di investimenti, mi fa venire voglia di chiedere alla Fiom: chi altri in Italia fa investimenti del genere? Per quanto criticato, Marchionne ha investito a Mirafiori, e prima a Melfi, a Pomigliano, a Sevel (dove si fabbrica il Ducato): è un dato positivo. L’altro dato che vediamo come molto positivo è il polo del lusso di Torino.
Cosa accadrà ora?
A Mirafiori gli investimenti serviranno a rinnovare le linee e si passerà alla produzione di Suv Alfa Romeo e Maserati. All’inizio tra gli operai, sinceramente, c’è stata molta diffidenza sulla produzione di Maserati, perché siamo sempre abituati a ragionare solo sui nostri stipendi. Dimentichiamo che nel resto del mondo ci sono moltissime richieste invece per le auto di lusso Made in Italy, come dimostra il successo che sta avendo lo stabilimento di Grugliasco. Tra il continuare a fare la Panda o rischiare, firmare gli accordi, e finire a fare la Maserati, ci hanno guadagnato i lavoratori. Perché anche gli operai, che tre anni fa si sono beccati gli insulti e persino le violenze fisiche dei colleghi Fiom, oggi sono stati riqualificati professionalmente. Con il nuovo investimento, l’azienda riconosce quello per cui noi sindacati ci siamo sempre battuti, cioè la professionalità dei dipendenti di Mirafiori: e, anche se oggi è forse un po’ presto per parlarne, che nel futuro questi operai guadagneranno persino di più. Stiamo vedendo la luce in fondo al tunnel. Posso aggiungere una cosa?
Prego.
Ho appena letto una dichiarazione di Landini che continua a dire che ci siamo fatti prendere in giro da Marchionne. Mi dispiace molto per i lavoratori che lui parli così e gli rispondo che, con un miliardo di euro di investimenti come risultato reale, allora mi farei prendere in giro pure tutti i giorni da Marchionne.
Ci racconta come hanno reagito gli operai in fabbrica leggendo la lettera?
Si sono sentiti responsabilizzati dalla richiesta di Marchionne ad lavoro comune, dalle parole «vi chiedo di continuare a tenere fede agli impegni presi nel contratto». Ma hanno avvertito un’assunzione di responsabilità anche in Marchionne, perché ha mostrato dopo molte parole, l’idea concreta di investire: «Non possiamo più permetterci di aspettare. Vivere nell’incertezza non è piacevole. Con gli investimenti che avviaremo da subito intendiamo cambiare tutta questa situazione». In fabbrica si parla molto dei nuovi modelli che verranno creati, che dovrebbero essere il Suv Levante Maserati e un nuovo modello Alfa ancora da stabilire, e che verranno prodotti entro giugno 2015 (250 mila auto all’anno l’ipotesi secondo l’azienda, ndr). C’è molta eccitazione e si respira un senso di nuovo prestigio per Mirafiori.
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