

«Formigoni costituisce un’eccellenza. Io non so perché stanno montando tanta panna contro di lui, l’unica cosa certa è che non c’è niente: solo aria fritta e tanto fango gettato da chi so io». L’editorialista del Giornale Vittorio Feltri parla a tempi.it e spiega perché «un favore, se c’è stato, non è un reato».
Se Formigoni, come dice lei, costituisce un’eccellenza perché è sotto il costante attacco dei principali giornali italiani?
Questo bisogna chiederlo a loro. Però, la sua Regione ha la sanità migliore d’Italia e anche quella che costa meno. Questo è già un motivo sufficiente per parlare di lui. Ora è emersa la storia delle vacanze, che offre il destro a chi vuole polemizzare per fare un po’ di cagnara. Poi io credo che Formigoni abbia anche commesso degli errori.
Ad esempio?
È troppo arrogante quando risponde a chi gli fa le domande e questo dà solo motivazioni a chi lo attacca per colpire ancora più forte. Poi io al suo posto avrei esibito subito l’estratto conto della banca, se c’è, che dimostra che lui ha pareggiato i conti alla fine delle vacanze per mettere a tacere illazioni e sospetti su presunte regalie una volta per tutte. Però mi rendo conto che è difficile: se lo chiedessero a me non so come farei a ritrovare gli assegni di tanti anni fa o i bonifici. Non è così semplice come fa sembrare Repubblica.
A proposito di Repubblica, il giornale di Ezio Mauro continua a chiedere al governatore di dimettersi.
Ma per carità. Certi giornali dovrebbero lasciare il compito inquisitorio alla magistratura. Se si prova che a Formigoni è stata pagata una vacanza e che lui in cambio ha fatto dei favori a Daccò, allora staremo tutti qui a sparare contro Formigoni. E giustamente. Ma se non si dimostra questo, di che cosa stiamo parlando? Adesso non c’è niente di tutto ciò. Io non vado mai in vacanza, ma è capitato che qualcuno mi abbia fatto favori e mi abbia offerto pranzi. Ma questo non vuol dire niente, non è un problema, non è un reato. Nel momento in cui io restituisco il favore, commettendo un reato, allora possiamo parlarne. Ma se non si dimostra questo, è solo aria fritta.
Un’aria fritta che si aggira, secondo le inchieste, intorno ai 100 mila euro.
Non è così. Bisogna capire che qui si sta parlando di vacanze di gruppo. La somma in questione si riferisce a parecchie persone. Anche se si arrivasse a dire che Daccò ha pagato a Formigoni una vacanza di 4 mila euro, non ci sono gli estremi per la corruzione. Se non c’è il ricambio, ripeto, è inutile stare qui a parlare. Però è ovvio che questa vicenda e Formigoni si prestano ad essere chiacchierati.
Il governatore, riferendosi alle illazioni fatte sui rapporti tra Daccò e Regione Lombardia, ha parlato di «fango» più che di chiacchiere.
Sono d’accordo. Quando al Giornale anni fa abbiamo condotto un’inchiesta di questo genere su fatti simili siamo stati subito accusati di essere la macchina del fango. Ora chi ci accusava di questo, Repubblica, mi sembra che di fango ne stia producendo parecchio.
Formigoni non è l’unico politico sotto attacco. La lista è lunga. Perché proprio adesso?
Non ci vedo nulla di strano. Guardiamoci in giro: Lusi, Penati, la Lega, ci sono episodi di corruzione ovunque. In un clima come questo è abbastanza normale che qualcuno si metta a sparare di qua e di là. Non è tanto Formigoni, ma ora la politica gode di pessima fama perché si è comportata malissimo. Ed è chiaro che anche Formigoni, che per me non c’entra assolutamente nulla, ci vada di mezzo.
Sta dicendo che la politica si merita questa ondata di avvisi di garanzia?
Sì, esatto. Ma non lo dico io: secondo gli ultimi sondaggi solo 4 italiani su 100 si fidano dei partiti. Allora, questi sono numeri. È chiaro poi che indagare sulla vita privata dei politici non è una cosa molto bella e non fa piacere a chi si trova sotto la lente di ingrandimento, ma i politici sono personaggi pubblici e spesso il confine tra pubblico e privato è molto labile. Bisogna stare attenti poi a non esagerare.
[internal_video vid=26442]
E nel caso di Formigoni si è esagerato? A Matrix il governatore lombardo, in merito alle parole di Grenci, ha parlato di violazione del segreto istruttorio. Insomma, tutte quelle cose non dovevano finire sui giornali.
Su questo tema potremmo scrivere una biblioteca intera. Ma chi è che deve riformare questa benedetta giustizia? La politica. Sono 20 0 30 anni che dicono di farlo e ancora non l’hanno fatto. Anche sulle intercettazioni alla fine non hanno combinato niente. Siamo sempre al punto di partenza, ma è la politica che deve legiferare, mica io. Che i politici abbiano paura di riformarla mi sembra evidente, ma chi lo deve fare se non loro? I nostri rappresentanti hanno perso molta credibilità e il motivo, secondo me, è che sono stati degli incapaci.
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Oggi il Corriere della Serva apre un’altro fronte, quello delle firme tarocche per il listino regionale…. e poi ti vengono a dire che è una coincidenza…..
Ma perchè un’ azienda deve rispettare la normativa sulla “data privacy” e deve garantire la non divulgazione dei dati sensibili mentre i giornalisti hanno libero accesso ai verbali degli interrogatori ? Possibile che nessuno sia responsabile e mai nessuno venga non dico punito ma almeno richiamato su questo? Non è la politica che deve riformare la giustizia facendo nuove leggi, basterebbe far rispettare quelle che esistono