
Eritrea. Dopo gli ospedali, il regime chiude otto scuole cattoliche

Dopo gli ospedali, ora il regime dell’Eritrea comincia a chiudere anche le scuole della Chiesa cattolica. Almeno otto stabilimenti sono stati chiusi e occupati dall’esercito martedì, impedendo così a migliaia di studenti di rientrare in classe. Come riportato da Rfi, si tratta «dell’ultimo episodio di un braccio di ferro che oppone la Chiesa alle autorità».
L’INTERVENTO DELL’ESERCITO
Martedì mattina i soldati hanno fatto irruzione nella celebre scuola San Giuseppe di Keren, la terza città più importante del paese, chiudendo l’istituto. Lo stesso è avvenuto a Massawa, Mendefera e in altre cinque città. Secondo un sacerdote eritreo, il governo aveva «suggerito» agli istituti di non aprire le classi, ma tutte le 50 scuole e le centinaia di asili gestiti dalla Chiesa avevano comunque aperto. Di conseguenza, le otto scuole più importanti sono state chiuse.
AUMENTA LA PERSECUZIONE
Provvedimenti simili erano stati presi negli anni scorsi contro gli istituti gestiti dalla Chiesa ortodossa. Nel 2017, invece, era stata chiusa una scuola musulmana nella capitale Asmara. La mossa è particolarmente deleteria per la popolazione, visto che le scuole gestite dalla Chiesa colmano le enormi lacune del sistema scolastico eritreo.
A giugno il regime aveva chiuso anche 21 cliniche e ospedali cattolici, abbandonando così 170 mila malati e spingendo le autorità religiose a denunciare una nuova «persecuzione». Solo negli ultimi due mesi almeno 150 cristiani di diverse confessioni sono stati arrestati nel paese africano. Si tratterebbe di una vendetta da parte del dittatore Isaias Afewerki dopo che la Chiesa ha invocato le riforme democratiche promesse dal governo e mai realizzate.
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