Scuole serali
Caro Epifani, esiste una giustizia molto più giusta della tua legalità di plastica
Epifani ha detto: «Il principio di legalità in uno stato democratico viene prima di qualsiasi valutazione politica».
Il segretario Pd, all’indomani della sentenza di condanna emessa dalla Cassazione nei confronti di B, mostra i muscoli, ma quelli gonfi, glabri e plasticati dei culturisti da sfilata.
Eppure l’affermazione sembra vera, non contestabile.
Consideriamo il seguente esempio*:
Un’allevatrice di bestiame vive accanto a un agricoltore. Quest’ultimo coltiva il grano in alcune parti del suo fondo, lasciandone altre incolte. L’allevatrice fa pascolare il bestiame sul proprio terreno. Il confine tra l’allevamento e la fattoria è chiaro, ma non vi è recinzione. Pertanto, accade talvolta che il bestiame sconfini nella proprietà dell’agricoltore, danneggiandone il grano. Tale danno potrebbe essere evitato costruendo una recinzione, allevando un minor numero di capi o coltivando minori quantità di grano. L’allevatrice e l’agricoltore potrebbero negoziare al fine di decidere chi debba sopportare i costi del danno. Altrimenti interviene il diritto, assegnando la responsabilità per i danni.
… Si potrebbe forse pensare che la giustizia richieda che il danneggiante paghi per i danni causati. Si tratta dell’approccio tipico del giurista… Coase rispose invece in termini di efficienza…
Si supponga che, senza la recinzione, l’invasione del bestiame costi all’agricoltore 100 l’anno in perdita di profitti. Il costo di costruzione e mantenimento di un recinto attorno ai campi di grano è di 50 l’anno, mentre il costo di costruzione di una recinzione attorno all’allevamento è di 75 l’anno. Pertanto assumiamo che il danno di 100 possa essere evitato con una spesa annua di 50 da parte dell’agricoltore e di 75 da parte dell’allevatrice…
Quindi in termini di diritto toccherà all’allevatrice (che causa il danno) costruire il recinto, con un risparmio di 25 (100-75). Se però, in termini di politica, toccasse all’agricoltore costruire il recinto si avrebbe un risparmio di 50 (100-50). Allora la soluzione politica è più efficiente della soluzione di diritto.
Quindi l’allevatrice potrebbe negoziare con l’agricoltore: il diritto mi considera responsabile della costruzione del recinto. Facciamo un accordo. Io ti pago 50 e costruisci tu il recinto.
Se immaginiamo che i due, agricoltore e allevatrice, siano la “società” il risparmio sociale, cioè il benessere, è maggiore non ricorrendo alla regola di diritto.
La trattativa ultra legem può andare avanti (a favore dell’agricoltore), ma ci fermiamo qui.
Generalizziamo: quando un’attività interferisce con un’altra, il diritto deve decidere se una parte può legittimamente interferire o se una parte abbia il diritto di essere libera da interferenze. L’efficienza richiede l’allocazione del diritto a chi lo valuta di più.
Qual è il valore che il Pd attribuisce alla politica? Poco, se è vero che da più di venti anni si affida supinamente alla Magistratura, che, al contrario, valuta molto il proprio diritto alla politica. Al contrario il Pd, non sapendo più chi difendere dopo la scomparsa della classe operaia, non crede più alla politica se non come esercizio di potere fine a sé stesso, perseguendo un interesse ad personam: Occhetto, Veltroni, D’Alema, Prodi, Bersani, tutti attori di un solo film, diciamo Maciste contro B.
Un metodo poco arguto e redditizio, vista la fine che hanno fatto i summentovati leader.
Farà lo stesso anche Renzi?
Arriviamo alla questione: se la politica mira al bene comune deve essere in grado di capire che le “larghe intese” sono una soluzione più efficiente per raggiungere l’obiettivo, e che dunque la recinzione, cioè una nuova “balance of power” tra i poteri, occorre sia costruita dall’agricoltore (Pd) dopo una trattativa, peraltro da posizione di forza muscolosa vera, con l’allevatrice (Pdl).
Suggeriamo una cooperazione anche per sistemare il Titolo IV della Costituzione: La Magistratura.
I Padri costituenti erano cooperativi, molto cooperativi.
Conclusioni:
1. I muscoli di Epifani al momento sono steroidei: la sua affermazione è vera solo in apparenza.
2. Più che il culturismo occorre un po’ di cultura politica. Concorda, on. Alfano?
3. Al Presidente Berlusconi ci permettiamo ricordare che il suo ruolo, oggi più che mai, è quello dell’allevatrice.
* L’esempio è tratto da R. COOTER, U. MATTEI, P.G. MONATERI, R. PARDOLESI, T. ULEN Il mercato delle regole. Analisi economica del diritto civile. Il Mulino
Ps. Avvertiamo gli eventuali lettori estivi che il Teorema di Coase è molto più complesso, ma noi, insegnando alle scuole serali, non ci montiamo la testa.
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4 commenti
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Il teorema di coase c’entra come i cavoli a merenda: Berlusconi ha commesso un reato (come stabilisce una sentenza passata in giudicato dopo tre gradi di giudizio) e la materia penale è indisponibile, altrimenti chi ammazza e stupra potrebbe evitare il carcere pagando la vittima o i suoi eredi.
Nell’esempio invece si parla di diritti disponibili: se qualcuno danneggia la mia proprietà posso chiedergli i danni, non fare nulla o trovare un accordo.
Sarebbe interessante sapere cosa pensa l’autore dell’articolo all’ipotesi di applicare il teorema di coase all’affitto degli uteri. Anche qui la soluzione negoziata raggiunge il massimo del l’utilità sociale: la coppia senza figli ne ottiene uno, la madre surrogata guadagna dei soldi e la società si arricchisce di un nuovo nato. Tutti felici.
Ma per favore
Come tutte le teorie anche questa ha dei limiti, in particolare nella fattispecie le ipotesi non sono corrette: l’obiettivo non è l’efficienza (concetto per altro unicamente economico e molto vago), ma il potere.
Quindi W Macchiavelli.
Delinqui pure se lo scopo è IL potere.
Che spreco di articolo!