Ho scritto al Corriere della Sera e al dott. Sergio Rizzo, indignato per l’ipocrisia di tutti rispetto a questo problema della tangente Eni in Nigeria (articolo del 12 settembre). Non trovano lo spazio, per cui lo mendico da voi, un po’ più liberi, mi pare di capire.
Egregio dottor Rizzo, leggendo il suo articolo e seguendo tutta la discussione riguardo alla faccenda delle presunte (certe) tangenti pagate da Eni in Nigeria, sono stato preso dallo sconforto per l’ipocrisia di tutta la classe dirigente e dominante del nostro paese.
Voi giornalisti, poi, di questa ipocrisia siete i custodi così come la magistratura italiana né è la maggiore beneficiaria. A voi toccherebbe dire che “il re è nudo”, ma tremate davanti al potere dei magistrati, per cui vi prestate al loro gioco. Qualsiasi persona del popolo, come me (ma non come voi) capisce che ottenere di lavorare a quei livelli in un posto come la Nigeria implica pagare fior di tangenti a destra e a sinistra. Qualsiasi persona del popolo, come me (ma non come voi) capisce che questi affari si fanno sottobanco, sgomitando, attraverso i servizi segreti se non qualche volta facendo la guerra, come per esempio ha fatto la Francia per sottrarre la Libia alla sfera di influenza italiana, come hanno fatto gli Usa prima in Kuwait poi in Iraq, come sta facendo la Cina in Africa e via discorrendo.
Lei forse, bello spirito pulito, pensa che il governo indiano quando (dopo l’ottimo intervento della magistratura italiana che ha azzoppato Finmeccanica) dovrà trattare l’acquisto di nuovi elicotteri lo farà tramite le suore di madre Teresa? Un paese pesa e conquista mercati nella misura in cui è in grado di conquistarseli, è una guerra. Credete che i tedeschi non siano maestri nell’uso delle tangenti a livello internazionale? Il loro ex cancelliere non è diventato dall’oggi al domani compagno di merenda di Putin tramite l’affare Nord Stream?
Certo l’Italia, quando c’erano uomini come Mattei, è diventata quello che era, ormai è ridotta a un parco giochi della magistratura che si può permettere di rovinare il paese con queste inchieste “sceme”, non avendo il problema di lavorare seriamente per assicurare giustizia alla gente del popolo (cui non appartiene), ma da cui lucra stipendi che non hanno eguali in Europa. Quanto all’accusa a Renzi di non aver cambiato completamente i vertici di Eni, mi pare proprio l’accusa di chi non capisce niente del lavoro reale, quello che si fa per produrre qualcosa, non chiacchiere da bar, quello per cui le viene assicurato il riscaldamento o la luce elettrica.
Non si può cambiare i vertici di una società strategica come l’Eni mettendo un fischietto tipo Montezemolo, ci vogliono palle signori, palle (vi ricordate cosa sono?). Perciò l’unica possibilità politica per Renzi era cambiare senza cambiare, quindi togliere Paolo Scaroni e mettere qualcuno dotato di testosterone (osti forse è sessismo!?) e che sapesse fare non il “manager” ma il manager della società più strategica del nostro paese. Ma questo forse fate fatica a capirlo ed è vano insistere. Così affido all’etere questo mio sfogo, sapendo che lo condividete completamente, ma che preferite l’ipocrisia in cui ormai vi muovete e respirate dall’alba al tramonto, sicuri di voi stessi e confortati dal plauso dei salotti. Forse di notte un pungolo vi assale… la verità no. Buona notte.
Riccardo Castagna, via internet