Lo scorso 17 marzo il popolarissimo sito Dagospia rilancia un articolo del Corriere della Sera. «A Milano c’è un’inchiesta su appalti e opere pubbliche definita “delicatissima” così riservata e dagli esiti potenzialmente esplosivi… Gli investigatori sono abbottonatissimi e alla sola parola “Expo 2015” si chiudono ancora più a riccio».
Dal 17 marzo se c’è una “cupola” sull’Expo niente di più facile che la cupola abbia mangiato la foglia. Tant’è, annota lo stesso Corriere nei giorni seguenti la retata, l’articolo Corriere-Dagospia viene sospettato di fuga di notizie e motiva presso il gip il rapido ok agli arresti.
Ora, a proposito di foglia, dove nascondereste una foglia se non in una foresta? E una mazzetta? Dove la servireste se non in luogo foresto, lontano da occhi indiscreti, invece che proprio qui, sotto la sede milanese di Tempi, nel centralissimo corso Sempione, dove il costruttore Maltauro e il suo amichetto Cattozzo sono stati filmati a scambiar chiacchiere e bustarelle in una bella giornata di sole, il 17 aprile, quando era un mese che circolava la notizia dell’inchiesta “esplosiva” e “delicatissima”?
Arrestati l’8 maggio Maltauro e il resto della presunta cupola, capita che il 16 maggio un consigliere regionale grillino entri nel carcere di Opera e riceva da Maltauro una confessione che viene riversata su Repubblica: «È tutto vero, l’ho detto ai magistrati e ho molte altre cose da dire, questo sistema è marcio con vent’anni di Berlusconi, ti costringe a tirare fuori i soldi per lavorare, serve un ricambio…». E via di dichiarazioni su un’inchiesta che il visitatore di un detenuto per quella inchiesta non potrebbe raccogliere né, tantomeno, un giornale pubblicare. Perché? Perché la legge lo vieta.
È difficile non cogliere nella tempistica di questo tornado giudiziario che poteva benissimo scavallare il 25 maggio (se non ci fosse stato da oscurare anche il caso, questo sì, serio, dell’esposto Robledo) una ennesima spallata alla politica. E la palla alzata all’ospite di Bruno Vespa, campione del «succeda quel che succeda, non mi interessa». Il quale non spiega e non offre altre risposte alle fatiche italiane che non siano il «tutti a casa», «ci prenderemo il Parlamento», «li processeremo tutti, imprenditori, politici, giornalisti» e «in rete». Insomma la Grande Gogna. Perciò è lui il beneficato, Beppe Grillo. Un vero finto tonto e scodinzolante davanti ai pm, che è solo l’ultimo di una lunga serie di forcaioli imbenzinati dall’ossessione del “repulisti”.
E qual è stato il lascito di costoro in questi vent’anni? Macerie e nulla. Corruzione? La prima corruzione è usare la corruzione per scolpirsi il proprio monumento equestre. Poiché per il resto, state sicuri, se vince lui non farà che ingarbugliare la crisi italiana. O non li avete visti all’opera questi di M5S in Parlamento? O non avete letto i loro propositi di rifondare il mondo con i “clic” e sfamare la gente con la “decrescita felice”? Chi predica vento raccoglie tempesta. Perciò non conviene darsi al vento, anche se il vento fischia forte e, ahinoi, rischia di abbattere anche Matteo Renzi.