Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

Perché il voto di dicembre rischia di far saltare in aria la Tunisia

Tra economia vicina al collasso e libertà negate, monta il malcontento verso il presidente-autocrate Saied. Alle prossime elezioni (boicottate dall’opposizione) il vaso può traboccare

Rodolfo Casadei
27/11/2022 - 6:25
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia
Protesta contro il presidente Kais Saied in Tunisia
Protesta a Tunisi contro il presidente Kais Saied (foto Ansa)

Tre anni fa i tunisini votarono per eleggere il nuovo parlamento, e si trovarono a scegliere fra circa 15 mila candidati presentati da 31 partiti nazionali, più un numero indefinibile di indipendenti e liste locali; 20 partiti diversi riuscirono ad eleggere deputati, gli indipendenti eletti furono solo 11 in un parlamento di 217 seggi. Il 17 dicembre prossimo, data fissata per il primo turno di nuove elezioni politiche (che diversamente dal passato si svolgeranno col sistema uninominale a doppio turno anziché col sistema proporzionale), la scelta sarà ristretta fra 1.058 candidati, in gran parte indipendenti, e i partiti in lizza saranno solo 3. In 7 delle 161 circoscrizioni non si è presentato nemmeno un candidato (occorreva raccogliere 400 firme, metà almeno delle quali di donne, e un quarto almeno di persone con meno di 35 anni) e in 10 circoscrizioni il nome sul bollettino elettorale è uno solo.

Ultima tappa verso il collasso?

La quasi totalità dei partiti tunisini, da mesi in conflitto col presidente Kais Saied dopo che questi ha proclamato lo Stato d’emergenza e sospeso il parlamento il 25 luglio 2021 (quest’ultimo è stato poi sciolto il 30 marzo di quest’anno), hanno deciso di boicottare le elezioni convocate dal capo dello Stato sulla base della nuova Costituzione approvata in un referendum al quale hanno preso parte il 30 per cento degli aventi diritto al voto il 25 luglio scorso e della nuova legge elettorale emanata con un decreto presidenziale il 15 settembre scorso.

In Tunisia sistema politico e situazione economica sono vicini al collasso. Le controverse elezioni che si svolgeranno fra tre settimane potrebbero essere la goccia che fa traboccare il vaso.

LEGGI ANCHE:

Proteste in Tunisia contro il governo

Urne deserte in Tunisia: il paese è sull’orlo del baratro

5 Febbraio 2023
La gente protesta in Tunisia contro la crisi

La triste parabola della Tunisia: urne deserte e giovani in fuga

21 Dicembre 2022

Guerra ai partiti, nessun rilancio dell’economia

Presentatosi come indipendente ed eletto presidente col 72,7 per cento dei voti al ballottaggio nell’ottobre 2019, Kais Saied si è dato l’obiettivo di creare una democrazia senza partiti, fondata su candidature indipendenti e sui poteri locali, e di risanare l’economia attraverso la lotta alla corruzione e alla speculazione. Nella realtà sta creando un potere presidenziale autocratico e non sta ottenendo nessun risultato a livello di rilancio economico.

La crescita economica è stata in media solo dell’1,8 per cento tra il 2011 e il 2020, quando è diminuita del 9,3 per cento a causa della pandemia, con un rimbalzo solo del 3,3 per cento l’anno scorso. La disoccupazione tocca il 16,8 per cento, e fra gli under 25 arriva al 38,5 per cento. Il dinaro, la moneta nazionale, è passata da un cambio di 1,17 col dollaro nel 2010 a un cambio attuale di 3 a 1. L’inflazione ha toccato il 9 per cento, che è il livello più alto da oltre 20 anni a questa parte.

Sussidi esorbitanti e la grana del debito

Ma il più grosso problema macroeconomico del paese riguarda i sussidi ai prezzi dei generi di prima necessità (pane e altri generi alimentari) e ai carburanti: da soli quest’anno equivalgono ormai all’8 per cento del Pil, il doppio della percentuale dell’anno scorso, e scavano un deficit pari a 7 miliardi di euro nel bilancio dello Stato. Soldi che quest’anno il governo non ha, anzi: prima della fine del 2022 la Tunisia deve rimborsare 1,8 miliardi di euro di prestiti internazionali, l’anno prossimo 2,25 e nel 2024 altri 2,85 miliardi. Fra il 2023 e il 2027 la Tunisia deve rimborsare 11 miliardi di euro di debito estero. In più i crediti commerciali a breve termine degli enti statali e delle imprese pubbliche, accumulati dal 2018, superano i 3 miliardi di euro.

Per permettere allo Stato tunisino di non fallire, il Fondo monetario internazionale (Fmi) si è detto disponibile a prestare 1,9 miliardi di euro in più tranche nel corso dei prossimi quattro anni, a condizione che nello stesso arco di tempo la Tunisia provveda a una serie di riforme che comprendono la riduzione dell’entità delle sovvenzioni ai prodotti di prima necessità, il contenimento dei salari della funzione pubblica (che conta 700 mila dipendenti che mantengono 3 milioni di persone in un paese che ha 12 milioni di abitanti) e il riassorbimento (cioè la tassazione) dell’economia informale, che vale il 20 per cento del Pil. Si tratta di riforme che scatenerebbero sicuramente l’ira popolare e l’opposizione feroce del sindacato unico del paese, la potente Ugtt.

La lotta agli “speculatori”? Un autogol

Finora il presidente ha creduto di poter combattere la stagnazione economica introducendo una legge che punisce gli “speculatori” con pene che vanno dai 10 anni di prigione all’ergastolo. Il risultato è stato che i grossisti hanno smesso di ricostituire i loro stock di merci per non essere incriminati.

Ciò ha contribuito alla penuria di generi di prima necessità che da mesi affligge il paese, e che è dovuta principalmente ad altri due fattori: i mancati pagamenti dello Stato ai fornitori e la mancanza di valuta per le importazioni. I pochi fondi pubblici rimasti vengono utilizzati per rimborsare il debito estero ed evitare la bancarotta (le agenzie di rating internazionali hanno abbassato più volte negli ultimi due anni la valutazione sul debito sovrano tunisino).

Bavaglio e carcere per gli oppositori

Oltre a sciogliere il parlamento Saied ha sostituito il Consiglio superiore della magistratura con un Consiglio giudiziario supremo provvisorio di sua nomina; in base alla nuova Costituzione il parlamento nazionale gode di poteri limitati, che andranno condivisi con una specie di Camera delle Regioni che verrà istituita ed eletta più avanti; nuove leggi puniscono chi diffonde “false notizie” e squalificano dalle competizioni elettorali i candidati che “sfruttano” i legami parentali, il concetto di onore e l’appartenenza regionale per conquistare il consenso degli elettori.

Senza essere diventata uno Stato di polizia, la Tunisia vede ormai periodicamente processi in tribunali sia civili che militari per crimini relativi alla libertà di espressione e arresti di esponenti dei partiti di opposizione (principalmente gli islamisti di Ennahda e di Al Karama) che vengono subito dopo rilasciati.

Il numero di migranti irregolari di nazionalità tunisina ha conosciuto un’impennata negli ultimi due anni. Fra il 1° gennaio di quest’anno e la metà di agosto 10.139 tunisini hanno raggiunto clandestinamente le coste italiane; fra loro sono stati individuati oltre 2 mila minorenni.

@RodolfoCasadei

Tags: fmiKais SaiedTunisia
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Proteste in Tunisia contro il governo

Urne deserte in Tunisia: il paese è sull’orlo del baratro

5 Febbraio 2023
La gente protesta in Tunisia contro la crisi

La triste parabola della Tunisia: urne deserte e giovani in fuga

21 Dicembre 2022
Forze di polizia libanesi all'esterno della banca a Hamra assaltata da un uomo armato l'11 agosto 2022.

In Libano assaltano le banche. E la gente applaude

15 Agosto 2022
Manifestazione di protesta contro il presidente Kais Saied, Tunisi, Tunisia, 15 maggio 2022

Effetti collaterali della guerra in Ucraina: la Tunisia rischia di scoppiare

3 Giugno 2022
grano

Guerra e crisi alimentare. «L’Europa deve intervenire»

22 Aprile 2022
Proteste contro il presidente Saied in Tunisia

«Dopo la rivoluzione non è cambiato nulla in Tunisia»

20 Novembre 2021

Video

Video

Artsakh, il conflitto invisibile. «Anche fare una zuppa è impossibile»

Redazione
1 Febbraio 2023

Altri video

Lettere al direttore

Da sinistra: Letizia Moratti, Attilio Fontana, Mara Ghidorzi e Pierfrancesco Majorino candidati alle elezioni regionali in Lombardia presso gli studi Rai a Milano, 24 gennaio 2023 (Ansa)

Il mio voto alle regionali della Lombardia (e una richiesta di unità)

Peppino Zola
5 Febbraio 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Finalmente emerge un pensiero critico anche tra gli adepti del culto Ue
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    L’importanza di una presenza cristiana in tutti gli ambiti della società
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Roberto Perrone mancherà a Fred Perri e a tutti noi
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Gli insostenibili argomenti di Nathalie Tocci sulla guerra in Ucraina
    Rodolfo Casadei
  • Cartolina dal Paradiso
    Cartolina dal Paradiso
    Come ho scoperto che Dio fa ardentemente il tifo per me
    Pippo Corigliano

Foto

Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023
Foto

Karabakh. Il conflitto invisibile. Cosa sta succedendo alla popolazione dell’Artsakh

28 Gennaio 2023
Foto

Crisi del sistema politico. Il presidenzialismo è la soluzione?

19 Gennaio 2023
Politicall
Foto

La geopolitica tra identità e relazioni internazionali – Incontro a Torino

16 Gennaio 2023
Rosario Livatino
Foto

L’attualità del beato Rosario Livatino

16 Gennaio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
    • Agosto 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist