Ebola, identificato il paziente zero. Un bambino di due anni morto a dicembre

Di Elisabetta Longo
11 Agosto 2014
L'epidemia è partita da un bambino di due anni morto in Nuova Guinea. Prima si sono ammalati i familiari, poi quelli che erano stati al suo funerale. Nel frattempo sempre più serrati i controlli negli aeroporti

È stato identificato il cosiddetto “paziente zero” dell’epidemia di ebola in Africa, il malato che ha inavvertitamente contagiato molte altre persone. L’identificazione del “paziente zero” non aiuta a combattere l’epidemia, ma aiuta a far capire come si sia sviluppata. La prima vittima di ebola è stato un bambino di due anni, morto il 6 dicembre 2013 a Gueckedou, in Nuova Guinea, una città al confine con la Sierra Leone e la Liberia, dove c’è la situazione peggiore.

DIFFUSIONE. Prima si sarebbero ammalati i familiari stretti del bambino, che lo assistevano. Dopo la sua morte, tutti coloro che erano stati al funerale del piccolo. Da quel momento in poi, la situazione è andata fuori controllo. Non era ancora chiaro alla popolazione che si potesse trattare di ebola e che la situazione fosse molto grave, per questo non sono state adottate le giuste precauzioni. E il virus si è diffuso molto velocemente.

CONTROLLI SERRATI. Il numero dei morti cresce di giorno in giorno in Africa Occidentale, già la Sierra Leone e la Liberia hanno dichiarato lo stato di emergenza. Contemporaneamente cresce l’attenzione negli altri paesi del mondo, sopratutto negli aeroporti, dove i controlli sono serrati. A Honk Kong un nigeriano è stato prontamente messo in quarantena, dopo che è stato accertato dai medici aeroportuali uno stato di febbre. Poi però è stato rilasciato, come spiega un portavoce del governo locale: «Gli esami preliminari di laboratorio sul 32enne nigeriano che al suo arrivo a Hong Kong, presentava sintomi simili a quelli della malattia, si sono rivelati negativi».

FALSI ALLARMI. Qualcuno si è anche divertito a postare su Facebook la notizia del tutto falsa che ci fossero ben tre casi di ebola a Lampedusa, dove trovano rifugio molti profughi del Nord Africa. La Polizia Postale l’ha prontamente identificato e denunciato, è un uomo con precedenti di xenofobia. L’isola di Lampedusa però chiede i danni, perché la notizia è stata condivisa da più di 27 mila persone, e tantissimi turisti hanno annullato le vacanze già prenotate sull’isola.

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