E dopo lo Scrabble inclusivo? Il Monopoli non profit? Forza 4 per discalculici?

Di Caterina Giojelli
29 Aprile 2024
Ora Mattel s’inventa anche la variante “cooperativa” di Scarabeo, dove si vince tutti o nessuno. Salvate Cluedo, Twister, Indovina Chi dalle regole woke dei giochi di società (e i soldatini dai sagomini delle ong)

Siccome il diavolo non gioca mai da solo, quei satanassi della Mattel si sono inventati lo Scrabble Together. Dicesi Scrabble Together quella variante “cooperativa” del classico gioco di parole (simile al nostrano Scarabeo) progettata per essere più “inclusiva” e d’appeal per i giovani. Questo perché Mattel s’è data alla ricerca e ha scoperto che alla Gen Z non piace la competizione: piace “connettersi” con gli altri. Ed ecco l’ideona: lo Scrabble in cui non conta vincere ma partecipare – anche perché a Scrabble Together esistono solo vittorie o sconfitte collettive.

Per capirci (e capire perché per gli appassionati di Scrabble l’abbiano presa come l’ennesima dichiarazione di guerra), se nella versione classica lo scopo del gioco è sbaragliare gli avversari componendo su un tabellone parole con lettere a cui sono associati punteggi diversi, in quella inclusiva i punteggi non esistono. Semplicemente tutti i giocatori collaborano a turno per realizzare parole in base alle indicazioni delle “goal cards” (es. comporre una parola contenente almeno tre consonanti diverse). Non c’è ansia, limiti di tempo, zero frustrazioni, ci sono perfino le “helper cards” se i giocatori sono in difficoltà. E chi vince allora? O tutti o nessuno, a seconda che vengano raggiunti o meno tutti gli obiettivi. E che divertimento c’è a scrivere parole proprio come a scuola, senza contendersi il match, la vittoria, insomma senza concorrenti?

A Scrubble Together vincono tutti. O nessuno

Chiedetelo alla Mattel: Scrabble Together, stampato sul retro del tabellone di Scrabble classic così che si possa scegliere la versione di gioco preferita, sarà presto in vendita in Europa (non negli States dove la licenza ce l’ha Hasbro, che in quanto a obbedienza pronta, cieca, assoluta alle regole DEI, diversity equality inclusion, non è seconda nessuno, vedi la patata transgender) ma già vanta la migliore pubblicità grazie a Fox News che ovviamente ha gridato “al woke!”.

Non che sia tutta fantapolemica a capocchia: ricordate quando, gennaio 2022, la premiata Hasbro e Mattel decise di portare a 419 le parole “vietate” dal gioco perché offensive o poco inclusive? Tra queste figurava “ebreo”, “gesuita” (spiegazione: potrebbero essere usate come stereotipi per indicare persone avide o dagli atteggiamenti censori, sic!) e centinaia di termini presi in prestito dallo slang per indicare minoranze etniche o sessuali (per farvi una cultura leggete qui), roba da aver costretto lo scrittore inglese Darryl Francis ha mollare la World English-Language Scrabble Players’ Association in segno di protesta tuonando: «Le parole nei dizionari e nelle liste di Scrabble non sono insulti. Diventano insulti solo se usati con uno scopo o un intento dispregiativo o usati con un tono e in un contesto particolari».

E che insulto è, e a chi, comporre dyke (che di per sé significa diga ma nello slang una lesbica parecchio mascolina) sul tabellone in salotto? Lo sanno alla Mattel che il gentile architetto newyorkese che inventò Scrabble nel 1931 si chiamava Alfred Mosher Butts?

Il set Lego Lgbtqia distribuito a giugno in occasione del Pride
Il set Lego Lgbtqia distribuito a giugno in occasione del Pride

Dai Lego con l’Adhd alla Barbie disabile, si gioca secondo le regole “Dei”

Del resto è solo una questione di tempo. Sono anni che le regole del gioco sono già diventate le regole Dei. Dopo il ritiro di parte delle pubblicità sulle costruzioni di stazioni di polizia, accessori e vetture dei poliziotti in seguito all’assassinio di George Floyd, e lo stop definitivo alla produzione di soldatini e carri armati Lego si è inventato il set Lgbtqia+, quello per passioni gender neutral, i Lego con l’Adhd e disabilità fisiche o psicologiche (ansia, isolamento, deficit dell’attenzione, problemi invisibili ma tant’è).

Mattel dopo le Barbie curvy e tracagnotte s’è inventata le barbie calve, con le protesi, in sedia a rotelle e con la sindrome di Down, o ancora Barbie “carriere iconiche” (che vestono i panni Nasa, della presidenza degli Stati Uniti, c’è pure Barbie Astrazeneca) e Barbie Creatable world, Barbie senza sesso, senza stereotipi di genere, senza etichette tutte mix and match e gender fluid. Giocattoli insomma non per giocare ma per abbattere discriminazioni e tabù, adatti per una campagna sui diritti, non per i bambini. E perché non replicare la felice esperienza con i giochi di società?

E ribattezzare il Monopoli «Cooperativa anarco-sindacalista popolare senza scopo di lucro»?

E perché non risvegliare anche il Monopoli? Se lo chiede Darragh McManus in un pezzo su Spiked che vale tutti i monologhi, gli editoriali e i talk sul futuro della democrazia. «Potrebbe cambiare il suo nome in Cooperativa anarco-sindacalista popolare senza scopo di lucro»: niente acquisto e vendita di proprietà, che «non fanno altro che perpetuare il privilegio di una classe di proprietari terrieri parassiti».

E gli scacchi? Via il bianco e nero, largo a «32 macchie grigie di forma indeterminata. Niente più re, cavalieri, niente più bianco che inizia per primo». E Forza Quattro? Non discrimina la minoranza della discalculia? Basta contare fino a quattro, «conta semplicemente più che puoi. Oppure non preoccuparti affatto di contare». O nella versione più radical, sostieni di aver fatto quattro e che «la tua verità conta come quella di chiunque altro». Aboliti gli spinner, i frisbee, gli yo-yo, perché le persone «devono essere protette da loro stesse» potremmo poi sostituire le immagini troppo binarie degli uomini e delle donne di Indovina chi? con dei molti più progressivamente aggiornati «umanoidi gender neutral» .

Spiked immagina un Cluedo molto progressivamente aggiornato, non si deve scoprire l’assassino ma scrivere editoriali sui fattori scatenanti il delitto: mascolinità tossica, privilegio bianco eccetera (foto di Alexander Lyashkov su Unsplash)
Spiked immagina un Cluedo molto progressivamente aggiornato, non si deve scoprire l’assassino ma scrivere editoriali sui fattori scatenanti il delitto: mascolinità tossica, privilegio bianco eccetera (foto di Alexander Lyashkov su Unsplash)

Un nuovo Cluedo per editorialisti liberal. E sagomini delle ong al posto dei soldatini

Ancora, per McManus una bella versione di Cluedo potrebbe rivelare l’assassino fin dall’inizio, così «il resto del gioco potrà essere dedicato ai giocatori che scrivono angoscianti editoriali su fogli di giornale liberal per spiegare i fattori sociali che hanno portato all’atto. Se fosse stato un tizio della classe operaia di nome Dave a picchiare il colonnello Mustard nel corridoio con la chiave inglese, l’omicidio avrebbe potuto essere sintomatico di mascolinità tossica e privilegio bianco. Se fosse stato un terrorista islamico a decapitare la signorina Scarlett nella sala da biliardo, si potrebbe sostenere che la comunità musulmana è la vera vittima qui». E Twister? Non è il top della discriminazione delle persone diversamente abili? Invece di contorcersi in posizioni ridicole «tutti i giocatori dovrebbero sedersi in silenzio attorno al tappeto e condividere le loro esperienze di vita».

Quanto ai figli della Gen Z, non giocheranno mai più con i soldatini in segno di protesta contro l’industria bellica: i bambini potranno divertirsi a giocare con i piccoli sagomini delle ong, degli attivisti dei social media, dei giornalisti crociati sul campi di guerra. Divertente? No? Sono anni che lo scopo del gioco non è divertire ma «fornire istruzioni morali alle masse». E buona connessione a tutti.

 

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