E dire che ci avevano promesso di concentrarsi sull’occupazione

Di Carlo Costalli
24 Giugno 2019
Un anno di governo giallo-verde visto da Carlo Costalli, presidente di Mcl, realtà impegnata da anni a fare incontrare domanda e offerta di lavoro
Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Giuseppe Conte

Articolo tratto dallo speciale dedicato al senso del lavoro nel numero di Tempi di giugno 2019. Per leggere gli altri contenuti dello speciale, clicca qui.

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Il “governo del contratto” sta per compiere un anno, si possono quindi trarre alcuni giudizi sull’operato dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte e definito nella (in)azione dallo scontro/incontro dei due vicepremier impegnati soprattutto nelle battaglie di comunicazione. Il tema del lavoro, su cui si era promessa una forte attenzione, non è stato affrontato con una visione davvero all’altezza dell’epoca di grande trasformazione che stiamo vivendo. I provvedimenti del “decreto dignità” (termine assai pomposo) e il reddito di cittadinanza – ma analoghe considerazioni possono farsi per quota 100 sulle pensioni – stanno mostrando quanto fiato corto abbiano, tutti protesi alla propaganda.

Dal nostro punto di osservazione, cioè l’incontro con il bisogno concreto delle persone attraverso la rete capillare di servizi che abbiamo in tutta Italia, percepiamo tanta delusione e tocchiamo con mano l’assenza di prospettiva. Noi che c’impegniamo anche nel costruire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, non possiamo non rilevare come in questo campo decisivo non si sia compiuta una coraggiosa opzione sussidiaria: il coinvolgimento delle realtà del terzo settore sarebbe utile anche per dare un senso vero alle figure dei navigator e alla formazione per quanti ricevono reddito di cittadinanza.

Allargando lo sguardo, continua a mancare (in continuità, bisogna dirlo, con i governi dell’ultimo ventennio) una politica industriale e un reale piano per le infrastrutture (pensiamo alla triste telenovela sulla Tav, quando la partita della logistica e il non isolamento del Nord-Ovest dall’Europa produttiva e degli scambi sarebbe decisiva). Nemmeno si è costruito un vero confronto con le rappresentanze dei lavoratori e le associazioni datoriali per procedere sulla decisiva sfida della contrattazione territoriale e il welfare aziendale.

Il nostro giudizio, quindi, stando ai fatti e non in forza di un pregiudizio, è negativo. Avevamo detto al presidente del Consiglio, quando è intervenuto al nostro Congresso, che avremmo attentamente tenuto d’occhio, senza sconti, le azioni del suo governo: così stiamo facendo. Non ci limitiamo, però, al giudizio, perché nostre opere agiscono dando risposte che suppliscono, almeno in parte, alle assenze dello Stato.

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Carlo Costalli, autore di questo articolo, è il presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl)

Foto Ansa

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