
La preghiera del mattino (2011-2017)
Ancora dubbi sulla responsabilità civile dei magistrati? Leggete qui e toglieteveli tutti
Responsabilità civile diretta per i magistrati? Sì, grazie. È la posizione dell’editorialista del Corriere della Sera Pierluigi Battista, che oggi nella sua rubrica “Particelle elementari” si applica a smontare tutte le obiezioni avanzate in questi giorni dalle toghe e da buona parte della sinistra in merito all’emendamento del leghista Gianluca Pini, approvato a sorpresa dalla Camera mercoledì 11 giugno (con il voto favorevole anche di diversi esponenti del Pd, tra cui Roberto Giachetti), che introduce appunto la possibilità di chiamare i giudici a rispondere personalmente dei propri errori.
L’articolo di Battista è scritto in forma di pratico specchietto vero/falso. Eccolo in sintesi.
La responsabilità civile diretta dei magistrati la vogliono i corrotti per spaventare i giustizieri?
«Falso: la vogliono 20 milioni e 770.334 italiani (oltre l’80 per cento dei votanti) che nel novembre 1987 si espressero a favore di una sanzione per chi ha abusato del proprio potere, distorcendo con dolo le norme dello Stato di diritto».
Adesso qualunque imputato che si ritrovi assolto dal tribunale potrà vendicarsi sul magistrato che ha ardito metterlo alla sbarra?
«Falso: i magistrati eventualmente costretti a risarcire un cittadino perseguitato non devono rispondere di un esito giudiziario favorevole a quel cittadino, ma per una condotta giudiziaria macchiata da dolo e colpa grave».
E “i potenti”? Non useranno forse la legge per ricattare i magistrati?
«Falso: a decidere se un magistrato ha violentato la legge e la procedura sarà un collegio di altri giudici, non un tribunale del popolo».
Ma non esiste già una legge che punisce le colpe delle toghe?
«Falso: se un magistrato viene ritenuto (da altri magistrati) colpevole, a risarcire è lo Stato»; infatti in Italia le cronache sono piene di casi di magistrati che infrangono dolosamente le regole sapendo che resteranno «indisturbati» e «che a pagare non saranno loro, ma tutti i cittadini con le loro tasse».
Solo in Italia ci sarebbe una legge del genere?
«Falso: una legge che permette allo Stato di rivalersi sui giudici c’è, con regole ben precise, in Spagna, in Germania (“dolo o colpa grave”), in Francia (“mancanza intenzionale particolarmente grave” o addirittura “diniego di giustizia”), in Belgio e in Portogallo (“frode” e “dolo grave”)».
Lo Stato però non reprime già gli eventuali comportamenti negligenti o dolosi delle toghe?
«Falso: farebbero bene a leggere Operazione Montecristo, il libro di Lelio Luttazzi, la cui vita fu distrutta nel 1970 da un’iniqua detenzione non sanata dal proscioglimento successivo. I giudici che si macchiarono d’una simile nefandezza sono stati addirittura premiati, come del resto gli inquirenti del caso Tortora, che hanno in seguito fatto brillanti carriere malgrado la persecuzione di cui sono stati colpevolmente protagonisti».
Prospettando ai magistrati gravi sanzioni in caso di «violazione manifesta del diritto», non li si sottopone a un forte stress?
«Vero». E ciò è auspicabile perché «li costringe a lavorare bene e con attenzione scrupolosa, come i medici quando entrano in una sala operatoria o gli ingegneri quando progettano un ponte». Se è vero che «la libertà delle persone è sacra come la loro vita», allora «non si può manipolarla per dolo» o ingiustizia.
Il voto della Camera, ritenuto un errore dalla sinistra, sarà cancellato dal Senato?
«Il timore è che sia vero: il Pd di Renzi sta rottamando tutto, ma non la sudditanza al giustizialismo feroce che l’ha dominato in questi anni?».
* * *
LA MARCIA INDIETRO DEL PD. Una conferma del timore espresso da Battista nel finale della sua rubrica arriva sempre oggi da Repubblica, dove un articolo firmato da Liana Milella sembra voler tranquillizzare i magistrati che sì, in effetti il Pd sta già correndo ai ripari rispetto all’emendamento Pini. Secondo Milella, in commissione Giustizia al Senato si sta discutendo un testo alternativo (ddl Buemi) che «già nega il principio» della responsabilità civile approvato alla Camera grazie all’emendamento Pini.
LA MARCIA INDIETRO DEL MINISTRO. Inoltre il ministro della Giustizia Andrea Orlando – riferisce Repubblica – sarebbe «pronto a un intervento con un suo disegno di legge» nel caso fallisse l’operazione al Senato. Il guardasigilli infatti intenderebbe ammorbidire la responsabilità civile come chiede il presidente dell’Anm Rodolfo Maria Sabelli, riproponendosi da una parte di «sbloccare il filtro arbitrario previsto dalla legge Vassalli che produce l’assurdo di soli 6 ricorsi in tutto il 2013», ma dall’altra di «escludere del tutto la responsabilità diretta» sostituendola, in caso di accertato dolo o colpa grave, con un semplice «aumento della rivalsa dello Stato sul giudice, oggi un terzo dello stipendio»: il ministro vorrebbe portarla al 40 o al 50 per cento.
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