Sarà per la presenza delle opere di un artista dal nome ridondante e familiare come Dosso Dossi, sarà perché l’aria limpida e il sole non troppo caldo della bella stagione invitano ad escursioni negli arroccati castelli, sarà per l’attivismo di musei d’arte e di storia, come il Diocesano, e di scienze, come il MuSe, di cui abbiamo parlato qui, che Trento ci sembra più invitante del solito. Ma andiamo per ordine facendo un salto nel passato. Nel 1531 il principe vescovo Bernardo Cles chiamò nella vivace cittadina un pittore che già in vita conobbe una certa fama, Dosso Dossi, per affrescare, insieme al fratello Battista, che venne scalzato per fama, ben 19 ambienti del Magno Palazzo del Castello del Buonconsiglio. I due si misero all’opera e decorarono con putti la Sala del Camin Nero, con un fregio di leoni la Sala Grande, con le favole di Esopo la Stua della Famea, con i sapienti la biblioteca e con divinità antiche la prima sala che ancora oggi accoglie il visitatore. Il cognome Dossi è dunque perennemente legato al Castello, che adesso omaggia il più brillante Dosso con una retrospettiva che mette in mostra una quarantina di opere del pittore lombardo. Dal titolo Dosso Dossi. Rinascimenti eccentrici al Castello del Buonconsiglio, la rassegna, che resterà aperta fino al prossimo 2 novembre, ci presenta opere come il Suonatore di Flauto, il Giovane con canestro di fiori, e l’apprezzatissimo Giove pittore di farfalle, osannato per una certa aura di mistero che lo avvolge.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi