

Se l’Oxford English Dictionary definisce il termine strano come <<insolito o sorprendente; difficile da spiegare e comprendere>> e la parola bellezza come <<una combinazione di qualità, quali forma, colore o sagoma che appagano il senso estetico, soprattutto la vista>>, la sfida della mostra Strange Beauty: Masters of the German Renaissance (Una strana bellezza: I maestri del Rinascimento Tedesco) è quella di stimolare il nostro libero senso estetico e indagare le percezioni che oggi abbiamo di una serie di opere d’arte che nel corso dei secoli suscitarono reazioni contrastanti. La domanda di partenza è: cosa rende bella un’opera d’arte e come le nostre sensazioni mutano una volta che sono cambiati i tempi e i gusti? Il caso portato avanti dalla retrospettiva aperta fino al prossimo 11 maggio presso la National Gallery di Londra è relativo alle opere di artisti del Rinascimento Tedesco come Hans Holbein il Giovane, Albrecht Dürer, Lucas Cranach il Vecchio ed altri maestri che nel XVI secolo, proprio al culmine della fioritura della loro corrente, furono molto apprezzati per l’espressività, la qualità e la maestria tecnica.
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Ma tra il XIX e il XX secolo qualcosa cambiò e il Rinascimento tedesco venne riconsiderato da diversi punti di vista: da un lato ci fu un apprezzamento per il modo in cui certe composizioni ben incarnavano una sentita identità tedesca, dall’altro una severa critica che definì le opere addirittura esagerate, brutte e imparagonabili a quelle dei pittori del Rinascimento italiano. Tali opinioni ebbero una decisiva influenza sulle collezioni d’arte del Regno Unito e, in particolare, sulla storia della collezione della National Gallery: nel 1854, l’allora Ministro delle Finanze William Gladstone, acquisì un gruppo di 64 dipinti del XV e XVI secolo della Westfalia, la Collezione Krüger, 37 dei quali furono rivenduti appena tre anni dopo in quanto ri-considerati non adatti allo “stato attuale della Galleria”. Fu l’unico caso in cui il museo fece passare un decreto parlamentare per la deaccessione e la vendita dei quadri.
Un vero peccato se si considera che i fiori all’occhiello della retrospettiva londinese sono opere come The Ambassadors e A Lady with a Squirrel and a Starling di Holbein, A Man holding a Glove di Jan Gossaert e Charity di Lucas Cranach il Vecchio. Ma pezzo forte è anche la ricostruzione della pala d’altare di Liesborn: l’opera, nata dopo il 1465, formava originariamente la pala d’altare dell’Abbazia Benedettina della cittadina tedesca. Nel 1803, il monastero fu soppresso, la pala smembrata e i pezzi venduti in tutto il mondo (otto dei quali furono acquisiti dalla National Gallery come parte della Collezione Krüger). Non sarà al livello del Polittico dell’Agnello Mistico di Jan van Eyck della Cattedrale di San Bavone di Gand, ma quest’opera, nella sua completezza originaria dopo più di duecento anni, è indubbiamente strana ed estremamente bella.
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