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«Anche a voi, almeno una volta, sarà capitato. Una sera tornate a casa e vi dicono che c’è stata una persona a cercarvi. Ha chiesto di voi con una certa insistenza, ma non ha voluto aspettare, non ha detto chi era né perché vi cercava». C’è un brevissimo racconto da cui bisogna partire per conoscere Dino Buzzati. È nella raccolta di suoi scritti più bella, anche se tra le meno conosciute, In quel preciso momento. Il racconto si intitola “Venuto a cercarci” e in pochissime righe ci consegna la lama per entrare nelle viscere di ogni sua riga. Chi ha aperto la porta allo sconosciuto che ci cercava non ricorda nulla di lui, ma noi intuiamo che non si trattava di un semplice seccatore, «bensì di un altro che portava qualcosa di insolito». Tornerà, pensiamo, dimenticandolo. Ma il visitatore non torna, e noi veniamo assaliti da un dubbio: «Per caso quell’uomo (o donna) non era venuto per un motivo grande e decisivo?», non era forse la grande occasi...
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