Ddl M5s pro cannabis: «Ma non esistono droghe leggere»

Di Redazione
10 Gennaio 2019
Un senatore grillino presenta un disegno di legge che recepisce tutti i luoghi comuni sulla cannabis. Il ministro Fontana si oppone. Una nostra vecchia intervista a Giovanni Serpelloni

I grillini vogliono la cannabis libera ma la Lega si oppone. Il senatore pentastellato Matteo Mantero ha depositato in Senato un disegno di legge per legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati. Come riassume oggi La Verità, «il ddl consente di detenere di 15 grammi di cannabis in casa e 5 fuori, di coltivare le piante da soli (fino a un massimo di tre) o in società di massimo 30 persone. Sulle infiorescenze che sono in tabaccheria e negli shop, il ddl prevede che la vendita sia anche per uso alimentare o erboristico».

LO STOP DELLA LEGA

Il ministro della famiglia Lorenzo Fontana ha subito stoppato l’iniziativa degli alleati grillini:

«Le proposte sulla legalizzazione dell’uso della cannabis non sono concordate. Si tratta infatti di un tema che non è nel contratto del governo e che non è nell’agenda della Lega. Ci sorprende quindi che vengano presentati disegni di legge che sembrano più provocazioni che altro».

LUOGHI COMUNI

L’iniziativa grillina nasce dal vuoto legislativo lasciato dalla legge 242/2016 che ha aperto alla coltivazione e vendita delle infiorescenze di canapa. Da qui sono nati gli shop che oggi la commercializzano.
Il ddl grillino recepisce tutti i luoghi comuni possibili sulla cannabis: ne chiede la legalizzazione per abbattere il mercato nero e ne vorrebbe l’uso ricreativo, ignorando tutti gli allarmi sul suo uso, non ultimo quello lanciato pochi giorni fa dal New York Times.
Come ha spiegato lo stesso Mantero, il suo ddl vuole

«consentire, a determinate condizioni, la coltivazione della cannabis, in forma individuale (fino a 3 piante) o associata (fino a 30 persone e dopo comunicazione alla Prefettura); prevedere la liceità della detenzione di cannabis entro determinate quantità (15 grammi in casa e 5 grammi fuori), oltre a correggere la legge sulle infiorescenze, che ora vengono vendute nei cosiddetti ‘shop di cannabis light’ per uso tecnico, prevedendone la possibilità di essere vendute per uso alimentare o erboristico (saranno soggette a tutti quei controlli dovuti e legati a quel tipo di attività) e innalzando la percentuale di thc che possono contenere fino all’1%; disciplinare le condotte illecite prevedendo una differenziazione di pena in relazione alla tipologia delle sostanze (droghe pesanti, droghe leggere)».

TRAGICO AUMENTO DEI MINORI NELLE COMUNITÀ

Il responsabile comunicazione e prevenzione di San Patrignano, Antonio Tinelli, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Adnkronos:

«Se fa male perché legalizzare la cannabis? È una contraddizione. No a qualsiasi shop di droga, a qualsiasi utilizzo, a qualsiasi modalità di assunzione. Lo diceva già Borsellino: è da dilettanti di criminologia pensare che la legalizzazione della cannabis possa limitare l’attività della criminalità organizzata finalizzata allo spaccio. Alcuni dati: l’Italia è il terzo paese europeo per uso di cannabis, il 30 per cento dei ragazzi su 1.300 ospiti della nostra comunità riconosce che la cannabis è la droga da cui è principalmente dipendente; nel 92% dei casi è la porta d’ingresso per l’uso di altre sostanze. Negli ultimi anni abbiamo registrato una concentrazione del principio attivo di 10-15 volte superiore a quello contenuto nella cannabis fumata 40 ani fa, questo perché il mercato esige oggi prodotti sempre più potenti e costi sempre più bassi. Tutto ciò ha fatto registrare un tragico aumento dei minori in comunità (+70 per cento negli ultimi 3 anni) e un crollo vertiginoso dell’età media dei consumatori: il primo contatto a soli 14 anni. La proposta del M5S è uno sdoganamento pazzesco, tende ad abbassare enormemente la percezione della pericolosità. Ma come si può chiamare “ricreativo” l’uso di una sostanza che ormai da un punto di vista scientifico è ampiamente dimostrata la sua pericolosità, specie se assunta in una fase di sviluppo psicologico in cui ne determina e ne condiziona fortemente la stabilità? Credo che ci siano altre priorità da risolvere in questo Paese. Voglio ricordare che la prevenzione è il primo passo per ridurre la diffusione delle droghe. A questo proposito, siamo soddisfatti che questo governo, dopo anni di silenzio, abbia investito 7 milioni di euro spalmati in tre anni”.

NON ESISTONO DROGHE LEGGERE

Qui di seguito, vi riproponiamo alcuni stralci di una nostra intervista del 2014 all’allora capo del dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanni Serpelloni, che spiega molto bene perché la cannabis non è una “droga leggera”.

«Abbiamo preso un abbaglio pericolosissimo, perché lo spaccio di cannabis è persino più rischioso di quello di cocaina e di eroina»

Cosa pensa della depenalizzazione dell’uso e dello spaccio di droga “leggera”?
Preferisco non usare questo termine che è stato inventato per alterare l’immaginario collettivo da chi vuole che la droga si diffonda. Sa perché? Quando la percezione sociale del rischio decresce, l’uso di sostanze nocive si impenna. Solo per il fatto che negli ultimi quattro anni si sia cominciato a parlare non solo di marijuana “che non fa male”, ma perfino di impiego della cannabis “a scopo terapeutico”, il numero dei giovani tra i 15 e i 19 anni che ne fanno uso è incrementato dell’8 per cento, mentre gli incidenti stradali dovuti alla cannabis sono diventati la prima causa di morte fra minorenni. I dati di Washington e del Colorado, dove la vendita di marijuana è legale, attestano le stesse tendenze, tanto che gli incidenti stradali sono aumentati del 4 per cento.

È vero che la marijuana causa la schizofrenia?
Il ministero della Salute raccoglie i dati delle dimissioni ospedaliere che mostrano come tra tutte le sostanze la percentuale di ricoveri per droga è del 16 per cento. Di questi, ben 60 su 100 sono dovuti a uso di marijuana, e il 44,2 per cento di essi riguarda minorenni con sintomi di tipo psicotico.

Come mai la cannabis oggi causa danni simili?
Il mercato della droga ha incrementato il principio attivo contenuto nella marijuana per creare una maggior dipendenza e aumentare le vendite, passando in dieci anni da una percentuale di tetraidrocannabinolo (thc) dell’1 o 2 per cento al 30 di oggi. E i derivati della cannabis che arrivano anche al 60 per cento. L’aumento del principio attivo è letale per il sistema neurologico, soprattutto per quello giovanile ancora in fase di sviluppo, come dimostrano anche i numeri sulle percentuali di adolescenti schizofrenici in Gran Bretagna.

Perché lo spaccio di cannabis è più pericoloso di quello di altre droghe?
Perché i clienti nel primo caso sono principalmente minorenni. Coloro che andrebbero più tutelati e su cui la droga ha un effetto peggiore.

È vero che la cannabis, come le altre droghe, è anche all’origine di diversi omicidi?
Lo dice la cronaca. Oltre all’autista del bus che si è schianto nel vercellese con 41 bambini a bordo, di cui 2 sono morti, risultato positivo alla marijuana, o ai 7 ciclisti uccisi a Lamezia Terme da un giovane sotto effetto di cannabis, ci sono anche gli omicidi legati al fumo, ma ancor più all’uso di cocaina. Infatti, mentre gli oppiacei abbassano i livelli di attenzione, causando anche episodi psicotici gravi, la cocaina provoca la disinibizione della rabbia rendendola ingestibile, mentre la crisi di astinenza da eroina provoca un’aggressività incontrollabile.

Cosa pensa quindi della decisione del governo e del parlamento?
La decisione di appoggiare il decreto è frutto di un compromesso politico. Come esperto dico che dal punto di vista tecnico l’errore è enorme. Oltre all’introduzione della distinzione inesistente e pericolosa fra droghe “leggere” e “pesanti” c’è anche la scelta assurda di depenalizzare lo spaccio. Un conto è creare misure alternative come il recupero in comunità per chi fa uso di droga, un altro è lasciare impunite le persone che la vendono. La tolleranza verso queste ultime deve essere pari a zero.

Foto Ansa

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