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«Io sono sempre stato tranquillo», dice Attilio Fontana. Sono giorni lieti per il presidente della Regione Lombardia: festeggia la vittoria dello scudetto del “suo” Milan e la fine della vicenda giudiziaria che lo ha tenuto sulle prime pagine dei giornali nei giorni caldi dell’emergenza Covid-19, accostando il suo nome e termini come “truffa” e “dimissioni”. «Ma io ero assolutamente cosciente che l’accusa fosse infondata», ribadisce sicuro Fontana.
A metà maggio la giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Milano, Chiara Valori, gli ha dato ragione con una formula che non lascia spazio ad ambiguità: «Il fatto non sussiste». Prosciolti dalle accuse anche gli altri indagati: il cognato Andrea Dini, l’ex direttore generale di Aria, centrale acquisti della Lombardia, Filippo Bongiovanni, il vicesegretario generale della Lombardia Pier Attilio Superti, e la direttrice acquisti di Aria Carmen Schweigl. Tutti erano finiti nel tritacarne...
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