Cosa pensiamo del “Formigoni evening” al Meeting di Rimini

Di Luigi Amicone
02 Settembre 2012
I cronisti andavano a caccia della notizia di quante divisioni ha Cl. Ma le illazioni sono state messe definitivamente a tacere da una intervista di Giorgio Vittadini al Giorno.

Che ne pensiamo delle illazioni intorno alla “Formigoni evening”, la sera che Giannino ha dato i numeri dell’eccellenza Lombardia, il piacentino Magnaschi ha detto le radici di quella bella terra e Festa si è commosso citando Antonio Simone? Pensiamo che i cronisti andassero a caccia della notizia di quante divisioni ha Cl, che il Fatto ha provato a marciarci sopra (sia pur legittimamente e in una certa qual maniera “informata”) e che la realtà è lì, tutta dispiegata, non c’è bisogno di alludere e di illudere chicchessia: pensavano che il popolo avrebbe fischiato Formigoni (un Formigoni pimpante e che fuori dal bicchiere ci sarà andato solo un paio di volte, ma che volete, Formigoni non doveva dire chi è, da che parte viene e da che parte va?). Totale: le illazioni sulle divisioni sono state messe definitivamente a tacere da una intervista di Giorgio Vittadini (il leader, secondo la pubblicistica incalzante, della “vera” Cl, l’anti-Formigoni) al Giorno. E bon, rileggetevela qui.

Ritornati dalle ferie, ci piace rilevare che l’intervista di Marco Tarquinio, direttore dell’Avvenire, al Corriere della Sera ha chiuso in bellezza il tormentone estivo su cattolici in politica e partito dei cattolici. Doveva arrivare un simpatico perugino per rimettere le cose in fila. E bon, viva Tarquinio che di tutto l’arrosto e il fumo raccontato dice che «siamo certamente in una fase di “grande smarrimento” in generale nei rapporti tra gli eletti e gli elettori (per questo una nuova legge elettorale e non una nuova presa in giro degli elettori è indispensabile), così come tra i poteri e tra i diversi livelli dello Stato. C’è smarrimento anche nei rapporti tra i cattolici associati e impegnati e chi – a sinistra, a destra e anche al centro – si candida a rappresentarli e magari sogna di poterseli annettere a suon di slogan vuoti o di strumentali disarticolazioni della comune visione antropologica e della stessa Dottrina sociale cristiana».

@LuigiAmicone

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2 commenti

  1. ACHILLE LISSONI

    Intanto sappiamo che Daccò era il Gatto. Se ne sta anche lui in galera ma non manda lettere frignose.

    Simone era la Volpe, il più cargogna dei due. Quello che pretendeva senza se e senza ma.

    Ma continua a frignare come un povero perseguitato politico. Eppure era lui il tramite con il Celeste.

    Che se ne stiano ancora in galera per un bel pò. Se lo meritano tutti e due.

  2. francesco taddei

    spero che l’entusiasmo per Formigoni non si traduca nell’accettare in modo acritico tutte le sue proposte politiche senza dibattito e controparti credibili. dica la sua proposta e poi accetti il dibattito con il partito e gli elettori.

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