Contenuto riservato agli abbonati
Ci sono casi che fanno notizia, come il licenziamento da parte della Cgil di Massimo Gibelli, portavoce prima di Sergio Cofferati, poi di Susanna Camusso e infine per un breve periodo di Maurizio Landini. Aveva cominciato da addetto stampa ed era diventato portavoce. La Cgil sta provvedendo a una riorganizzazione interna e la sua posizione è stata cancellata, quindi licenziato. La notizia ovviamente ha fatto scalpore perché il personaggio veleggiava nei gradini più alti del sindacato, ma quella di licenziare i propri dipendenti non è certo una novità per la Cgil. Certo, un delegato di provincia fa meno chiasso, ha meno possibilità di far sentire la propria voce e anche di pagarsi una schiera di avvocati per invocare il reintegro. Però sono cose che accadono al di là dei segretari generali e delle epoche storiche.
Anche la Cgil licenzia, da almeno vent’anni. E proprio come una grande multinazionale non guarda in faccia nessuno. Neppure se ...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno