I motori della campagna elettorale, anche in Val di Susa, rombano alla partenza. La tripla sfida (europee, regionali e amministrative in quasi tutti i Comuni del territorio) assume qui un significato particolare. Ovviamente, ancora una volta, è centrale la questione Tav (o, meglio, No Tav). Il movimento antitreno lavora, non senza tatticismi non proprio da nuova politica, per assicurarsi l’egemonia negli Enti Locali. Sul fronte delle alte competizioni, i leaders trenocrociati marciano più divisi (qualche osservatore delle cose politiche locale sostiene, malevolo, “per colpire uniti”). La tattica, ancora una volta, è quella di far pesare il più possibile il pacchetto di consensi territoriali legati all’opposizione alla Torino-Lione.
REGIONALI E EUROPEE. Alle Regionali scontata l’ostilità al candidato del centrosinistra Sergio Chiamparino, che porta lo stigma dello storico appoggio al “treno veloce”. Già quattro anni fa, durante la campagna elettorale che registrò la sconfitta di Mercedes Bresso, all’allora sindaco di Torino fu impedito di parlare ad un convegno del Partito Democratico ad Almese. Una clamorosa contestazione, con tanto di amministratori locali a lanciare insulti fuori dalla sala dove si sarebbe dovuto tenere l’incontro. Ad oggi, l’unico candidato esplicitamente No Tav è il grillino Davide Bono. Anche se si vocifera la possibilità di una lista della sinistra “pro Tsipras”, che potrebbe attrarre un po’ dei voti. Alle Europee, d’altronde, nella lista della “sinistra d’alternativa” si candidano una tripletta di esponenti No Tav: Carla Mattioli, Gigi Richetto e Nicoletta Dosio. Alberto Perino, che con Grillo condivide anche la condanna in primo grado per la rottura della baita-presidio in Clarea nel 2010, continua a propendere il Movimento 5 Stelle.
NO TAV SI’ TAV. La lotta più simbolica è quella per la conquista di Susa. Dove l’uscente Gemma Amprino (centrodestra con ampi innesti civici) tenta la riconferma, dopo aver caratterizzato il suo mandato per un atteggiamento dialogante e istituzionale sulla Tav. A contrastarla sarà quel Sandro Plano, per due mandati già sindaco in quota al centrosinistra e iscritto al Pd, che dalla poltrona di presidente dell’ora disciolta Comunità Montana ha fatto della lotta alla nuova linea ferroviaria un segno distintivo. La sua lista potrà giovarsi della “desistenza” (non precisamente una scelta d’innovazione dei metodi politici) dei grillini. «Dopo una prima serie di contatti finalizzati all’individuazione delle possibili soluzioni tra cui anche una lista civica, è emersa in modo netto la figura di Sandro Plano quale candidato sindaco – spiega il senatore Scibona, luogotenete No Tav nel M5S – la candidatura è stata sostenuta dal locale comitato No Tav ed anche da altri amministratori contrari al Tav quali i sindaci di Venaus e S. Ambrogio; come fatto in tutti gli altri comuni della valle dove sono presenti liste espressione del Movimento No Tav, abbiamo deciso di farci da parte per non ostacolare il percorso scelto per portare avanti le istanze del territorio contro la grande opera inutile. Lui non ci ha mai chiesto e siamo sicuri non ci chiederebbe mai, proprio per il rispetto che sicuramente anche lui ha dei nostri principi, di sostenerlo venendo meno alla nostra doppia regola di non appoggiare esponenti di partito, e chi ha già svolto un doppio mandato elettivo – continua in un crescendo doroteo l’esponente grillino – il Movimento 5 Stelle dunque non presenterà nessuna lista né sosterrà alcun candidato».
Una “alleanza di fatto” in salsa No Tav, quella tra grillini e Sandro Plano, che non piace per nulla a larga parte del Pd piemontese. Per dire, Sergio Chiamparino è giunta a dichiarare che «a Susa non avrei dubbi, voterei la lista che sostiene Gemma Amprino, o un’altra lista comunque Sì Tav. Non è questione di centrodestra o di centrosinistra. Sono coerente con le mie idee. E sono coerente con quello che ho sostenuto alle passate elezioni in Val di Susa, dove sarebbe stato necessario sperimentare delle liste “Sì Tav” al di fuori degli schemi di appartenenza e dai fronti di politica nazionale. Anzi. Lo stesso ragionamento che Plano fa sulla sua lista (tutti insieme i No Tav), corretto in linea di principio, sarebbe da permutare e applicare su un raggruppamento Sì Tav».
Una campagna elettorale, insomma, che si annuncia rovente. Difficile, però, parlare di “bella politica”.