Come osate «mettere in croce» il governo Conte?

Di Luigi Amicone
04 Maggio 2020
Mancava il soccorso rosso degli intellettualoni comunistoni all'esecutivo. Sul quotidiano il Manifesto un appello in difesa di Giuseppi che neanche Casalino
Appello del Manifesto in difesa del governo Conte

Cronache dalla quarantena / 51

Giuro che ho pensato che questa volta Rocco Casalino avesse superato il ragionier Fantozzi in bassezze servizievoli il proprio capo. Va bene essere portavoce del governo a un pacco di diecimila verdoni al mese. Però. Come fai a gridare «Basta con gli agguati»!? Poffarbacco. Perdindirindina. Per tutti gli zigomi dell’universo intrisi di clorochina. Cioè? Che stai addì?

Ma non lo vedi? «Non passa giorno senza che opinionisti (e politici in cerca di visibilità) mettano in croce il governo, con ogni più vario argomento». In croce il governo? Ma cos’è, un barzelletta? Casalino hai superato il segno! Non è che puoi permetterti di lamentarti delle critiche e predicare cautela, altrimenti è roba di “messa in croce” e “cerca visibilità”. E chi sei? Nostradamus? Casomai dovresti munirti di un cerca persone e di un rosario invisibile.

Siamo frastornati. Volete imporci il bavaglio? «Dopo la conferenza stampa del 26 aprile, l’accanimento ha raggiunto livelli insopportabili. I “retroscena” impazzano e molti fanno di tutto per accreditare un Conte poco autorevole e drammaticamente non all’altezza della situazione, oppure un presidente del Consiglio che si atteggia quasi a dittatore calpestando i diritti e la Costituzione». E-la-madona!, direbbe Renato Pozzetto. Sarà mica venuto giù il cielo d’Irlanda se criticano il Conte bis!? Stica. E cos’è, una reprimenda da piattaforma Rousseau, e pure parecchio febbre a quaranta? A Casalì, datte ‘na calmata!

E invece quello pare che insiste. Siamo marmaglia irresponsabile. «Siamo di fronte ad una “notizia” o piuttosto ad una “narrazione” artificiosa e irresponsabile? O anche all’espressione degli interessi e delle aspirazioni di coloro che vogliono sostituire questo governo e la maggioranza che faticosamente lo sostiene, per monopolizzare le cospicue risorse che saranno destinate alla ripresa?». Già. Vero. Indubitabile. Come abbiamo potuto dubitarlo? E con il permesso di chi? «Il governo Conte non è il migliore dei possibili governi, sempre che da qualche parte possa esistere un governo perfetto».

Eppure, voglio osare qui sommessamente scrivere che questa del tirare in ballo un governo ideale che naturalmente non può esistere prima che ritorni Excalibur e i suoi sette nani, è un argomento per difendere Conte che non ho sentito ventilare nemmeno dai ministri d’altronde mai pervenuti (e chi li conosce?) Paola Pisano e Fabiana Dadone.

«In aggiunta, viviamo in una condizione di inedita emergenza e anche di straordinaria incertezza, di cui nemmeno le discipline scientifiche vengono a capo pienamente». In aggiunta, Conte è un grandissimo parabrezza. In aggiunta. Pur di mantenere lo scettro del comando è capace di stare al governo pure con il partito indù e il Fronte del Kerala. In aggiunta. Si è fatto una task force con l’ex amministratore del Corriere della Sera che comanda da Londra. In aggiunta non si sa cosa sta spendendo per le task force regionali. E per le task force locali? Che giusto ieri, leggevo su un decreto romano recepito dalla Sardegna, un esperto qualsiasi – e sono migliaia – ha guadagnato qualcosa come 40 mila euro in due mesi?

In aggiunta notiamo una differenza sesquipedale: il governo Merkel ha detto tre cose sul Covid. «Si ammaleranno in 70 mila», «si chiude», «si apre». In aggiunta invece noi siamo chiusi da due mesi e il governo Conte è stato capace di fare un tale casino tra decreti, dichiarazioni, precisazioni, mancate consegne di mascherine o consegne di mascherine cenciose, che neanche l’emissario del Congo nel distretto di Buta.

In aggiunta. Si apre con Il via libera alle visite ai “congiunti”. Fino al sesto grado. Fino al sesto grado? Potevate dire: andate da chi vi pare ma attenti a non farvi beccare. In aggiunta. Ok alle passeggiate. Però senza parrucchiere e non sportive di gruppo. E per le mutande? Bah, vedete un po’ voi.

Però guai a criticare il governo Conte. Altrimenti significa «metterlo in croce», «cercare visibilità», sputazzare sulla «condizione inedita di emergenza»… criminalizzare il buon Conte in nome di un governo ideale. Comunisti criticoni che non siete altro. Ho scritto “comunisti”? Sul serio? Comunisti come la pluridecennale testata Il Manifesto. Quotidiano comunista? Quello dei comunisti Lucio Magri, Luciana Castellina, Valentino Parlato, Rossana Rossanda e il resto della gloriosa banda di intellettualoni comunistoni? Ora per aderire all’appello sopracitato e ampiamente virgolettato in difesa del governo Conte, dal titolo “Basta con gli agguati”, a cura de Il Manifesto (quotidiano comunista), scrivere a Il Manifesto, quotidiano comunista [email protected]

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