Nel 1978 Guccini nella canzone Eskimo cantava: «Bisogna saper scegliere il tempo, non arrivarci per contrarietà: tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent’anni fa!». Ho pensato immediatamente alla frase di questa ballata – che per trent’anni tutti hanno considerato politica, sino a quando l’autore ha spiegato che era “solo” una canzone d’amore dedicata alla sua prima moglie, Roberta Baccilieri – quando ho visto una ventina di delegati Cgil, appartenenti alla minoranza del sindacato, cantare Bella ciao e andarsene per protesta contro la presenza del presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’assise cigiellina.
Ho riso per pena, per insofferenza e anche per vergogna, considerato che la mia genesi poggia le radici in quel substrato culturale. Ho provato imbarazzo, quando hanno abbandonato dei peluche per ricordare al governo «il suo cinismo su Cutro». Sembrava di assistere ad un remake grottesco e addirittura offensivo, pr...
Contenuto riservato agli abbonati: abbonati per accedere.
Già abbonato? Accedi con le tue credenziali: