La cavia. Che cosa c’è su Tempi di novembre
A quasi cinquant’anni dalla nascita della prima bambina “concepita in provetta”, Netflix ha deciso lanciare un film che porta lo stesso emblematico nome di quella bambina, Joy, per celebrare l’evento. Per Tempi è un’occasione per riflettere su cosa sia diventato l’embrione in questo mezzo secolo di esperimenti di fecondazione assistita, surrogazioni di maternità e applicazioni tecniche simili, e non c’è termine che sintetizzi tutto questo meglio della parola “cavia”. Di qui il titolo della copertina del numero del mensile di novembre 2024 (già disponibile per tutti gli abbonati nello sfogliatore digitale e in arrivo nelle case dei sottoscrittori che hanno scelto la formula full). Se oggi siamo ai figli selezionati in base al quoziente intellettivo, bambini che nascono da padri defunti da anni, donne che partoriscono le proprie sorelle, è a causa del «delirio di onnipotenza dell’uomo che si sente Dio», come dice Claudio Risé, psicoterapeuta e scrittore, nella conversazione con Caterina Giojelli contenuta nel mensile.
Offensiva woke in ritirata, uno Stato per due popoli
Ampio lo spazio dedicato ai temi esteri nel nuovo numero di Tempi. Dell’America che si prepara a un’elezione presidenziale sentita come poche altre, Mattia Ferraresi racconta con numeri e aneddoti la fine (si spera) della “febbre woke”, testimoniata soprattutto dalla ritirata di molte grandi imprese da tante campagne di “giustizia sociale” non più così popolari tra i consumatori e forse perfino dannose per il business.
Leone Grotti raccoglie voci dalla Cisgiordania restituendo un’impressionante affresco di una terra grande come la Liguria che sperimenta in sé tutte le irrisolvibili contraddizioni della convivenza armata tra israeliani e palestinesi. E visto il fallimento del progetto “due popoli, due Stati”, si chiede Claudio Mésoniat, non è forse arrivato il momento di ragionare su un solo Stato, a ordinamento federale, per entrambi i contendenti?
Dell’ascesa di Afd in Germania si occupa Rodolfo Casadei, analizzando in particolare la progressiva estremizzazione della formazione ultranazionalista tedesca, favorita anche dall’isolamento in cui l’hanno costretta i partiti moderati. Mentre “l’ambientalista scettico” Bjørn Lomborg spiega perché l’eccessivo zelo green di governi e media occidentali sta producendo un risultato opposto agli intenti: il rigetto della “priorità clima” da parte degli elettori. Ne è un esempio lampante proprio la Germania.
Manovra e giustizia
Quanto all’Italia, tocca ad Alberto Mingardi e Lorenzo Castellani affrontare su Tempi di novembre l’argomento caldissimo della manovra finanziaria “dietetica” di Meloni&Giorgetti e della situazione economica dell’Italia, tornata a essere interessante anche agli occhi di alcuni grandi investitori americani. Non solo Elon Musk.
Nel suo editoriale Emanuele Boffi invita il governo a non farsi intimidire dalle continue incursioni dei magistrati nel campo dell’esecutivo (adesso nel mirino ci sono le politiche sull’immigrazione) e a portare avanti con determinazione la necessaria riforma della giustizia. Andrea Romano invece si è fatto un giro nella Repubblica dei Ragazzi di Civitavecchia, dove l’emergenza criminalità minorile trova una risposta tutta incentrata su libertà e responsabilità, ma non per questo lassista.
Le rubriche e molto altro ancora
Come sempre, inoltre, arricchiscono il nuovo numero del mensile le idee e i commenti delle nostre firme: Giancarlo Cesana scrive del realismo che serve in questo mondo selvaggio in preda a guerre senza via d’uscita e ad assurde violenze senza motivi; Renato Farina si inginocchia davanti al “messaggio di Dio” che è stata la cerimonia per l’apertura della causa di beatificazione a Beirut del cardinale armeno Agagianian; Lorenzo Malagola prevede che sarà il nucleare la vera chiave di volta della transizione energetica, altro che solare ed eolico; Marco Bona Castellotti presenta una mostra controcorrente sul Rinascimento a Brescia; Fabrice Hadjadj ricorda il suo incontro con una donna da film, Jocelyne Khoueiry, l’eroica “raissa” delle milizie cristiane libanesi che si convertì improvvisamente mentre lanciava una granata. Senza dimenticare ovviamente Marina Corradi, Simone Fortunato, Berlicche, Pier Paolo Bellini, Marco Invernizzi, Fabio Cavallari…
Tutto questo e altro ancora su Tempi di novembre. In attesa che la rivista arrivi nelle loro case, gli abbonati possono già sfogliarla in formato digitale nell’area riservata del sito. I non abbonati, invece, farebbero bene ad abbonarsi subito. E voi professori, ricordatevi che adesso ci si può abbonare a Tempi anche con la Carta del docente.
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