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Credo che la mia rubrica, “Quello che siamo”, possa essere considerata di costume, intesa come valutazione degli atteggiamenti e dei problemi che ci caratterizzano nella posizione di fronte alla realtà del nostro tempo. Un commento in mezzo ad altri commenti, che sono veramente tanti, una esondazione. A me pare che i cosiddetti social insieme alle disponibilità di comunicazione offerte da internet abbiano prodotto il diluvio di parole che ci sta annegando nell’indifferenza a ciò che succede e nella superficialità. È paradossale ma vero, quanto più si dice, tanto meno resta, perché l’attenzione viene distratta da tante cose e annebbiata non riuscendo a distinguere bene le une dalle altre.
Il baillame mediatico
I telegiornali non sono più “uno”, come era una volta – “ho visto il telegiornale” –, mezz’ora, due-tre volte al giorno. Dopo essere diventati due e poi tre, si sono moltiplicati esponenzialmente su numerose reti nazionali e locali. Alcune reti sono dedicate 24 ore alle not...
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