«Cattolici e ortodossi chiedono il rispetto del diritto dei credenti a esprimere la loro fede»

Di Redazione
21 Maggio 2013
È l'appello che arriva al termine del seminario sulla libertà religiosa che il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha promosso a Istanbul

(tratto dall’Osservatore Romano) – Istanbul. «Tanto la Chiesa cattolica quanto le Chiese ortodosse considerano la libertà religiosa come un prezioso fondamento e una sacra aspirazione della loro dottrina sociale e disciplina canonica»: è quanto si sottolinea in un comunicato giunto al termine del seminario sulla libertà religiosa che il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha promosso a Istanbul, in collaborazione con il Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee).

L’incontro, svoltosi dal 17 al 18 maggio, ha avuto come sfondo la celebrazione dei millesettecento anni dell’editto di Milano, con il quale l’imperatore Costantino concesse libertà a tutti i culti. Nel comunicato si richiamano in particolare le parole che Papa Francesco ha voluto rivolgere al cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee, in occasione dell’apertura del seminario, in un messaggio indirizzato ai partecipanti attraverso il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Il Pontefice ha voluto fra l’altro esortare le autorità civili, alla luce del decreto di Costantino, «a rispettare ovunque il diritto dei credenti a vivere liberamente il proprio culto e a esprimere pubblicamente la loro fede».

Al contempo, il Papa ha anche invitato tutti i cittadini europei «a riconoscere il ruolo che il cristianesimo ha avuto nel formare la nostra cultura, e rimanere aperti al contributo continuo che i credenti cristiani possono dare in questo senso». Il comunicato riprende inoltre le parole del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, che ha ricordato come i diritti umani fondamentali «comprendono i valori spirituali che l’imperatore Costantino aveva seminato all’interno del governo e delle strutture del suo impero, perché aveva riconosciuto e previsto che questo era l’unico modo di assicurare il progresso e preservare la pace». Nel testo prodotto al termine dell’incontro si passa poi alle relazioni tra Stato e Chiesa su questo specifico tema. Al riguardo si ribadisce che «Stato e Chiesa sono distinti ma non scollegati fra loro» e che «la reciproca indipendenza e autonomia, nonché la cooperazione, sono principi fondamentali delle loro relazioni». Lo Stato, prosegue il comunicato, deve rispettare la libertà religiosa di tutti i credenti e delle loro comunità nel promuovere un ordine sociale basato sulla giustizia». Nei contesti poi «in cui una religione specifica gode di una protezione di favore da parte dello Stato; la libertà religiosa delle minoranze deve essere garantita». Lo Stato, si legge ancora, «non deve favorire il proselitismo a favore di un credo specifico, ma ha l’obbligo di tutelare il bene comune e l’armonia fra i cittadini delle diverse religioni».

Il comunicato si conclude riaffermando il sostegno delle Chiese alla Convenzione per i diritti civili e politici delle Nazioni Unite del 1966, nella quale si afferma la responsabilità delle autorità pubbliche nei confronti del pubblico esercizio della libertà religiosa. La Convenzione, è spiegato, definisce la stessa libertà religiosa includendovi anche «il diritto di ogni comunità di fede di gestire delle scuole confessionali, al fine di educare i propri membri sulla base dei propri valori e delle credenze religiose» e la stessa tutela «si applica all’amministrazione di ogni Chiesa e comunità religiosa, all’estensione della parità di diritti in materia di attività di beneficenza e di assistenza sociale, così come alla garanzia di protezione per legge delle proprietà religiose».

In apertura del seminario il cardinale Erdő aveva sottolineato che nel contesto storico attuale «sono ancora numerosi gli ambiti nei quali la libertà religiosa deve essere ricordata e difesa» e aveva aggiunto che l’epoca attuale «possiede delle caratteristiche che rende particolarmente pressante interrogarci sul tema della libertà religiosa». I partecipanti all’incontro hanno anche pregato per i due vescovi siriani di Aleppo, rapiti quasi un mese fa: il metropolita greco ortodosso Boulos Yazigi e il metropolita siro-ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim.

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