Cattolici contro Berlusconi? Tarquinio: «Semplicistico e inaccettabile»

Di Leone Grotti
19 Ottobre 2011
"I Cattolici: via Berlusconi", così la Repubblica titola il quotidiano di oggi raccontando il convegno di Todi, dove si sono riuniti tutti gli esponenti dell'associazionismo cattolico. Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio a Tempi.it reagisce: «Ci vuole un di più dentro la politica italiana come qualità di idee e di persone che le incarnino. I cattolici hanno molto da dare». Ma usare tutto questo per dare una spallata al governo è «semplicistico e inaccettabile»

«In questo momento ci sono problemi grandi e si vogliono trovare risposte semplici. Si vuole a tutti i costi aggiungere un’altra voce in campo, in questo caso contro il governo, per fare entrare in crisi l’attuale fragile equilibrio. Questo è semplicistico e inaccettabile». Così il direttore di Avvenire Marco Tarquinio commenta  a Tempi.it i titoli di alcuni giornali come la Repubblica, che ha scritto all’indomani del convegno di Todi, dove si è riunito il mondo dell’associazionismo cattolico: “I cattolici: via Berlusconi”. Tarquinio indica poi la vera natura del convegno: «Ci vuole un di più dentro la politica italiana come qualità di idee e di persone che le incarnino. Il contributo che serve al paese e che i cattolici possono dare va ben oltre alla prospettiva di un nuovo partito».

Nel suo editoriale ha scritto: “Chi si aspettava – da Todi, e a Todi – «fuochi  d’artificio» e corali «discese in campo» sarà rimasto deluso”. Eppure alcuni giornali i fuochi li hanno sparati lo stesso. La Repubblica titola la prima pagina: “I cattolici: via Berlusconi”.
C’è la tendenza a confondere le cose. Siamo in un tempo speciale nella vita del paese, in una fase di ristrutturazione del bipolarismo. Sono anni faticosi, divisi dalle polemiche, il bipolarismo è diventato “furioso” e ora può avvenire una sua evoluzione positiva, per questo è importante che ci sia un contenuto forte da parte dei cattolici.

Sempre la Repubblica ha pubblicato oggi un articolo in cui evidenzia le diverse posizioni dei cattolici per quanto riguarda la formazione di un nuovo partito.

Immaginare che la possibilità e la necessità di questo nuovo contributo si riducano a un nuovo partito è riduttivo. Ci vuole un di più dentro la politica italiana come qualità di idee e di persone che le incarnino. Non perché non ce ne siano già oggi ma perché manca la capacità di attuarle. Guardiamo solo al crollo demografico e alla difficoltà di risolvere un problema che rischia di far implodere il paese. Oltre alle idee poi c’è bisogno di una politica orientata a metterle in atto, perché in Italia oggi è più semplice convivere che non sposarsi e costruire una famiglia. I cattolici hanno qualcosa da portare, a Todi c’erano tantissime voci e non si può ridurre tutto a una polemica con il Palazzo così com’è.

Anche l’introduzione del cardinale Bagnasco sembrava essere più profonda rispetto alla polemica sul “partito nuovo sì, partito nuovo no”.
Oggi c’è la necessità di ridurre il distacco tra la politica e il paese reale. Bagnasco ha indicato la base e il motore che dà forza ai cattolici, richiamando al patrimonio della Dottrina sociale della Chiesa  e ai valori non negoziabili, che sono condivisibili e razionalmente accettabili da chiunque: la vita, la famiglia, la libertà di educare, pensare e credere.

Tutto questo può essere racchiuso nel titolo “I cattolici: via Berlusconi”?

No. E’ chiaro che in questo momento ci sono problemi grandi e si vogliono trovare risposte semplici. Si vuole a tutti i costi aggiungere un’altra voce in campo, in questo caso contro il governo, per fare entrare in crisi l’attuale fragile equilibrio. Questo è semplicistico e inaccettabile. Poi è vero che molti in Italia oggi pensano che la risposta del governo sia insufficiente e che le opposizioni in questa fase di crisi – come ho scritto tante volte – non riescano a mettere in campo una risposta adeguata.

L’antipolitica dilaga.

I cattolici non vogliono puntellare un partito ma far sì che l’antipolitica o meglio, come ha detto Lorenzo Ornaghi, la contropolitica non prevalga perché serve solo a creare luoghi di potere altri dalla politica e quindi antidemocratici. Perché un disorientamento nella società c’è, lo vedono tutti. Secondo uno studio, il 45% degli italiani circa è indeciso su quale partito appoggiare, per un’altra recente ricerca il 48% dei cattolici sono perplessi davanti all’attuale proposta politica del paese. Come si vede dai numeri, la differenza è minima.

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