Esteri
Intervista di Tempi.it allo storico russo, esperto di Asia, Andrei Lankov, che negli anni '80 ha studiato all'università di Pyongyang: «In percentuale al totale della popolazione, gli internati nei gulag nordcoreani sono come quelli nell'Urss di Stalin. Kim Jong Un continuerà la repressione del padre ma i vertici politici del paese sono misteriosi tanto quanto il Cremlino»

Alle elezioni parlamentari in Egitto non ci sono solo liberali, Fratelli Musulmani e salafiti. Visto che un terzo della popolazione egiziana è analfabeta, gli oltre 200 partiti iscritti alle elezioni si sono sbizzarriti per scegliere i loghi in grado di richiamare l'attenzione dei votanti: frullatori, sedie, ombrelli, semafori, shuttle, pianoforti, cannoni e molto altro

Per scongiurare il consolidamento di nuovi regimi intolleranti occorre urgere le conseguenze ultime della “primavera”, cioè mettere alla prova le forze islamiste, che finora hanno incarnato l’opposizione clandestina. Anticipiamo l'editoriale che uscirà sul numero 49/2011 di Tempi, in edicola da domani

I ballottaggi del primo turno ridimensionano il risultato degli estremisti salafiti e migliorano quello dei Fratelli Musulmani, che avranno circa la metà dei seggi in Parlamento. Ma non possono allearsi con i salafiti, sono troppo diversi. L'unico modo per non diventare subalterni dei militari è allearsi con le forze democratiche che hanno lottato in piazza Tahrir

Intervista al giornalista turco İsmail Saymaz, che ha pubblicato "Nefret", odio, un libro che racconta gli attacchi contro i missionari avvenuti in Turchia nell'ultimo decennio. L'autore dichiara a Tempi.it: «In Turchia i missionari sono in pericolo, subiscono 10 attacchi all'anno, i libri di scuola e i fanatici li descrivono come "minaccia per la nazione"»

La cura da cavallo che il premier Mario Monti ha cominciato a somministrare all'Italia dove porterà il Bel paese? Non serve la sfera di cristallo, basta guardare l'Irlanda che per seguire Bruxelles e tornare competitiva sui mercati internazionali paga con disoccupazione al 14,5%, emigrazione e continui tagli al welfare

La lettera di Samar Sahhar alla madre del soldato isareliano Gilad Shalit: "Ho seguito con grande preoccupazione la vicenda di suo figlio e ho costantemente pregato per il suo ritorno a casa e perché tutti i prigionieri del mondo potessero riunirsi ai loro cari. Sincere felicitazioni per il rilascio, spero che possiamo costruire ponti di dialogo e pace tra i nostri popoli"
