Casamonica. «La misericordia di Dio non si nega a nessuno, ma bisogna essere umili come il pubblicano»

Di Leone Grotti
24 Agosto 2015
Intervista all'arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi: «Io negai un funerale solenne a un mafioso, ma lo feci in privato al cimitero. Sbagliato il paragone con Welby»
A Rome mafia boss was given a send-off to remember on Thursday as rose petals were thrown from a helicopter and an orchestra played the theme tune of the celebrated mobster film The Godfather. Vittorio Casamonica, 65, was a prominent member of the Casamonica clan, which has been held responsible for drug trafficking, racketeering and prostitution in the area southeast of Rome. The funeral was held Thursday morning in Don Bosco church, on the outskirts of the capital. The coffin arrived in a black carriage with gilded bas-reliefs, drawn by six black horses. To welcome him, an orchestra played the theme song of the famous Francis Ford Coppola film. An image of Padre Pio adorned his coffin while posters with slogans such as "You have conquered Rome, now conquer heaven" and "Vittorio Casamonica king of Rome" appeared in front of the parish church. They portrayed Casamonica with a crown on his head and with the Colosseum and the dome of St Peter's in the background. A large crowd of people turned up to bid him farewell. "He was a good person," mourners said as they gathered at the end of the mass. After the service, the coffin was taken from the church in a Rolls-Royce and the band played the soundtrack of another famous film, 2001: A Space Odyssey. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

«Sono disgustato da questo spettacolo, una carnevalata. La misericordia di Dio non va negata a nessuno, ma ci vuole umiltà». Così l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, presente al Meeting di Rimini, commenta a tempi.it i funerali romani di Vittorio Casamonica, capo di un clan di stampo mafioso. Monsignor Pennisi sa il fatto suo in merito: membro del Pontificio consiglio di giustizia e pace, è stato in passato vescovo di piazza Armerina per 11 anni, periodo in cui ha negato il funerale pubblico a un boss mafioso di Gela.

Che cosa l’ha colpita dei funerali di Roma?
È stato una carnevalata con tutto quell’apparato di cavalli e carrozze. Non mi sono piaciuti soprattutto i manifesti nei quali il defunto veniva raffigurato come una specie di papa, con la croce pettorale, il vestito di bianco e la scritta: “Hai regnato in terra, regnerai in cielo”. E poi ancora la musica del Padrino, una cosa di pessimo gusto, soprattutto se pensiamo al clan non proprio di gente onesta di cui faceva parte.

Ma Dio non perdona tutti?
Ecco, Cristo ha perdonato anche il buon ladrone sulla croce. Ma se uno vuole essere perdonato deve entrare in chiesa con l’umiltà del pubblicano, non con l’ostentazione del fariseo. Siccome ha dominato in terra, sembravano pretendere il Paradiso, come se far parte di un clan di stampo mafioso fosse un diritto da accampare per andare in Paradiso. Ma è il contrario, non ci può essere conciliazione fra idolatria del denaro, del potere e della mafia con il Vangelo.

Lei che cosa avrebbe fatto?
Io sono stato vescovo di piazza Armerina per 11 anni. Ho negato il funerale religioso solenne a Emanuele Emmanuello, ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia. Parlo del funerale solenne nella chiesa madre, con l’apparato di fiori e il codice che accompagna le esequie di stampo mafioso: fiori per terra lungo la strada, bara sollevata, sfarzo, per dare un segnale di potenza e visibilità. Io ho proibito quello solenne in accordo con le autorità e ne ho fatto uno privato, solo per i parenti stretti, al cimitero. Così un evento di lutto non si è trasformato in glorificazione di un boss mafioso. In questo caso penso sia mancato il coordinamento tra parrocchia e autorità.

[pubblicita_articolo allineam=”destra”]Colpa del parroco?
No, è una delle parrocchie tra le più grandi di Roma, 50 mila abitanti, non si può conosce tutti: il parroco non ha il casellario giudiziario della gente e non può giudicare in base a quello. Dovevano avvertirlo. La Chiesa poi non può negare la misericordia di Dio a nessuno, ma questa ci è stata ottenuta a caro prezzo, al prezzo del sangue del Figlio di Dio, e quindi non va svenduta a prezzo di liquidazione.

A Piergiorgio Welby però in quella stessa chiesa il funerale è stato negato.
È un caso diverso. La decisione allora fu presa dal cardinal Camillo Ruini con l’accordo anche della Santa Sede. A quanto ricordo, veniva visto come un funerale di tipo ideologico, attraverso cui si cercava di legittimare un suicidio volontario e l’eutanasia, che sono qualcosa di contrastante con la fede e la morale cattolica. È vero che io per i suicidi il funerale l’ho sempre fatto, perché si pensa che il suicida abbia sempre una debolezza psicologica, un momento di pentimento su cui solo Dio può giudicare, ma nel caso di Welby c’era stata una ostentazione. Questo non mi ha impedito ad esempio di celebrare una Messa in privato per lui. Infatti, un conto è l’ostentazione pubblica di un presunto diritto, un’altra la misericordia verso una persona che è morta. Tutti hanno diritto a una preghiera.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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36 commenti

  1. Emanuele

    premesso che a mio avviso, con tutto quel che succede nel mondo ed in Italia, questa notizia ha avuto fin troppo risalto, adrebbero però precisate varie cose.

    1. Vittorio Casamonica non era un mafioso. E’ stato condannato una volta per una truffa (una storia di una Ferrari, se ho ben capito).

    2. Certamente, la sua famiglia non è composta da degli stinchi di santo, ma, correggetemi se sbaglio, nessun componente è stato condannato per associazione mafiosa.

    3. Questo “clan” conta oltre 350 persone… non so come hanno fatto il conto. Forse hanno preso tutti quelli che si chiamano Casamonica e che abitano da tutte quelle parti? Mi resta difficile pensare che 350 persone siano tutte strettamente imparentate.

    Comunque, fossero anche mille, non tanto per i valori cristiani, ma per tutto il diritto occidentale ognuno risponde delle colpe personali, perciò, anche se cugini, nipoti, fratelli, figli, etc. fossero mafiosi non deve rispondere lui per le loro colpe.

    4. Si ridicolizzato di poter fare soldi vendendo cavalli… probabilmente Travaglio non ha avuto la soffiata giusta da i suoi amici PM: un cavallo di razza può arrivare a costare anche più di 100.000 euro, ed il prezzo medio comunque parte dai 5.000 €… Certamente i Casamonica avranno “integrato” con altre attività losche, ma comunque il commercio dei cavalli è redditizio (anche perché per prestare soldi ad usura, prima devi farli).

    5. Diversi esponenti della cultura Rom hanno fatto notare che si tratta di usanze del loro popolo… se poi sei ricco, è facile sconfinare nel kitsch. Del resto anche per politici ed industriali italiani sono stati istituiti camere ardenti sontuose, messe in cattedrale, picchetti di onore, etc. (e non erano tutti questi defunti degli stinchi di santo)

    Comunque, a detta di questi esperti di cultura Rom, la simbologia rientra nelle loro usanze e il presunto messaggio di potenza che il clan avrebbe lanciato a Roma e alle istituzioni, resta appunto una presunzione.

    6. Riassumendo, perché si sarebbe dovuto evitare/impedire un funerale di una persona solo perché in odore di mafia? Come faceva il questore ad intervenire, se mancava la sostanza?

    7. Nessuno ha riflettuto su un fatto: la chiesa e il sagrato erano pieni di gente plaudente… può darsi che fossero i 350 parenti del de cuius, ma il sospetto che ci fossero cittadini comuni, conoscenti, intrallazzati a vario titolo, non viene a nessuno? E se i Casamonica sono così malavitosi, cosa ci stavano a fare queste persone perbene?

  2. gladio

    Mi permetto di dissentire dall’ articolista circa ” l ‘innocenza ” del parroco.

    E’ pur vero che il parroco non è in possesso del casellario giudiziario e che la parrocchia è grande, ma è anche vero che la fama ( triste ) del deceduto era altrettanto grande così come la sua visibilità e quella della sua famiglia.

    Pertanto ritengo assurdo ed infantile da parte del sacerdote trincerarsi dietro il ” non sapevo”, tanto più che il parroco è… il parroco e quindi un buon conoscitore, almeno in linea di massima del proprio gregge.

    Oltretutto poi, il sacerdote in questione , almeno dalle interviste da lui rilasciate alle varie tv , dava l’ impressione di un uomo deciso e sicuro di se, non certamente di un ingenuo curato di campagna…

    Pertanto nessuna scusante, l’ esempio che ha dato al suo gregge è stato pessimo , il sacerdote va rimosso comunque, sia che nel caso di connivenza sia nel caso di ingenuità ( fosse vera quest’ ultima ipotesi dovrebbe essere realmente trasferito in qualche parrocchia di campagna).

    Ps: Mi pare , anche se non ne sono sicuro al cento per cento che per i mafiosi ed i loro fiancheggiatori vige la scomunica” latae sententiae” pertanto non si sarebbero nemmeno dovute svolgere le esequie

  3. Ale

    Ha fatto bene a celebrare privatamente la Messa anche per Welby e plauso a uomini di Chiesa così. Concordo che si possano evitare cerimonie pubbliche ma un funerale e Messa privata ..sapevo anch’io che non vengono negati ad alcuno, anche se il gesto è estremo e forse proprio per questo i familiari sono molto molto perduti e sconfortati e forse più da accudire e cercare più di altri…infatti è più un gesto per chi rimane ed è affranto perché appunto il pentimento sincero lo conosce solo Dio, se esiste.

    1. yoyo

      Nel caso Welby alla prova dei fatti si è compreso che Pannella cercava un pulpito vero da cui esternare. Welby non voleva il funerale religioso perché dichiaratamente non credente.

      1. andrea udt

        li ha chiesti la moglie, che conosceva welby meglio di me, lei, pannella.

        e’ morto, lasciamolo riposare in pace.

        e se c’e’ un dio che lo accolga: i suoi peccati li ha gia’ scontati in terra.

        1. yoyo

          La cerimonia in piazza, il 24 dicembre 2006, è stato un orribile comizio pro eutanasia. E nulla assicura che in chiesa sarebbe stato diverso. Mina fu complice del atto e della sua interpretazione politica. Rileggiti i giornali del tempo.

  4. Gianni

    E’ vero, è mancato lo Stato, in tutte le sue articolazioni, ma ritengo che anche per la Chiesa questo debba risuonare come un campanello d’allarme (e quando dico chiesa mi ci metto dentro anche io come cattolico). C’è tutta una schiera di persone, capeggiate da Eugenio Scalfari che per primo ha lanciato l’idea, ma passando per i sepolcri imbiancati che ci governano e per chi sbandiera le parole del Papa quando fa comodo e le ignora quando sono scomode ma purtroppo arrivando a molti appartenenti al Clero, che ha in mente un obiettivo ben preciso: l’abolizione del peccato.
    Per cui via a evidenziare che il Papa ha le scarpe consumate, che fa la fila, che paga l’albergo, ma non quello che dice realmente.
    Ed è un pericolo che si palesa in tante forme, nel dibattito sulle unioni di fatto di ogni tipo, passando per il prossimo Sinodo sulla famiglia, o sul modo con cui affrontare i temi della povertà e dell’emigrazione, senza badare alla causa di queste cose, che genera diversità di comportamento da parte della comunità internazionale, a seconda dell’interesse economico.
    A mio avviso si pretende che la Chiesa dica che va tutto bene, che si può far tutto perché tanto è già perdonato tutto in partenza. Mi sono chiesto se questo atteggiamento non sia come quello del fratello del figliol prodigo, ma in effetti non lo è: qui si pretende di storpiare la parabola evangelica, col padre che accoglie il figlio dicendogli di continuare pure a scialacquare, perché tanto è già perdonato.
    Cioè si punta a fare in modo che per la Chiesa non occorra convertirsi, cambiare vita, per ottenere la Misericordia.
    E questo secondo me è un pericolo molto grave.

    1. Martino

      A pensar male si fa peccato, ma credo che gli apparati statali preposti siano ancora sconvolti per aver perso un grande portatore di consensi elettorali.

      Tutti han fatto finta di niente un po’ per paura e un po’ per riconoscenza.

      Questa è l’italia (con la i minuscola), metti poi che i dirigenti stavan tutti in ferie…..alla fine la colpa è della Chiesa (C maiuscola).

      Saluti.

      1. yoyo

        No, la colpa è dei governanti che hanno tradito Cristo. Fossimo davvero cattolici, e jon spesso democristiani, saremmo tutt altro che nelle condizioni presenti. Ma il laicismo esterofilo non comprende: lorsignori vedono solo Inghilterra, Olanda….

        1. andrea udt

          i governanti rispondono agli elettori.

          gli elettori rispondono alla propia coscienza e sono liberi di aderire o meno ai valori cattolici.

          se parli di tradimento significa che aneli ad una dittatura clericale.

          1. Giannino Stoppani

            Ci mancherebbe altro che la dittatura clericale (magari di Galantino)!
            Credo che Yoyo abbia solo saltato qualche passaggio.
            In verità son vere due cose:
            1) la coscienza degli elettori è sempre meno ispirata ai valori cristiani, e di questo, a mio avviso ne pagherà presto le gravi conseguenze anche chi cristiano non è
            2) i politici sedicenti cristiani tradiscono il mandato affidato loro da elettori cristiani (non sto a fare esempi)

          2. yoyo

            Non ambisco proprio a nessuna dittatura clericale, ma evidenzio che i politici sedicenti cattolici agiscono a favore di valori che non appartengono loro. Se i cattolici fossero cattolici integrali sarebbero una parte convincente anche per i politici non credenti e tutta la democrazia ne guadagnerebbe.

          3. Giannino Stoppani

            Scusa se mi son permesso di chiosarti Yoyo!

  5. Cisco

    Mons. Pennisi non brilla per chiarezza, e i casi sono due: o non sa che i funerali dei rom sono sempre celebrati con carrozze e cavalli perché si tratta di un popolo nomade e i cavalli nella loro cultura hanno una importanza vitale; oppure ritiene che, se i funerali di un boss mafioso venissero celebrati su un carretto trainato da un asino spelacchiato, allora non susciterebbero pubblico scandalo. Mah! I carri funebri sono sempre auto di lusso, forse il presule non se n’è mai accorto… l’umiltà di cui parla è un atteggiamento dell’animo di fronte a Dio, per nulla incoerente con il “festeggiare con sfarzo”: piuttosto è il non festeggiare ad essere un atteggiamento profondamente anticattolico. Consiglio al monsignore di chiedere il trasferimento nella diocesi di New Orelans, dove ai funerali c’è la banda che suona…

    1. yoyo

      Sulle origini culturali di certe espressioni del lutto e su una certa festosita che dovrebbe contraddistinguere, a ben vedere, ogni funerale cristiano non si discute. Il discorso è quando il medesimo apparato ricopre anche lo scopo di esaltar la potenza del clan mafioso, come nel caso dei Casamonica. In quel caso la vigilanza dovrebbe essere doppia.

    2. Orazio Pecci

      @ Cisco. Casamonica non era “rom” era “sinti” (se proprio non si vuole usare il nome comune che comincia con “z” e finisce con “ingaro”). Era un “re degli zingari” di origine abruzzese. La mafia c’entra poco o nulla, a parte la colonna sonora.

  6. Gd

    Questo di Don Pennisi è un intervento che mi piace e credo rappresenti bene quale debba essere la posizione della Chiesa cattolica. Chi è mancato veramente, nella vicenda grottesca di queste esequie, è lo Stato, in tutte le sue articolazioni.

  7. beppe

    il parroco non può conoscere tutti? certo, io non riesco a immaginare questo vivendo in un paese di 10.000 abitanti. ma quando qualcuno muore e chiede il funerale , il parroco si reca nella famiglia per la veglia funebre. e poi è impossibile ipotizzare che un nome così conosciuto e chiacchierato non suscitasse almeno un campanello d’allarme. una figuraccia mondiale.

    1. Ugobagna

      Un nome così conosciuto e chiaccherato? Mah, io prima di questo caso mediatico non sapevo neanche chi fosse e che esistesse questo “clan” se lo è…
      E penso che neanche tu Beppe lo conoscessi…

  8. Giuseppe Fattoni

    Il mafioso vestito da papa .. quando un’immagine vale piu di mille parole…

    complimenti ai Casamonica per aver descritto la storia della chiesa in una sola immagine che rimarrà per sempre come vostro epitaffio.

    Siete (su) un binario morto.

    1. Sebastiano

      Shiva, che è successo? Sono preoccupato, perché hai usato un nuovo nick così banale? Non avrai mica cambiato pastiglia di nuovo?

      1. SUSANNA ROLLI

        Ah! Ah! Ah!

    2. Luca P.

      Stai sereno Giuseppe,
      il tuo modello di Stato, ovvero la Corea del Nord , ti aspetta a braccia aperte 🙂

      1. Giannino Stoppani

        Bisogna riconoscere che Shiva, a pensarci bene, non ha tutti i torti (anche se dimostra il livello non comune del suo intelletto cambiando cento nickname solo per scrivere la stessa bischerata): il mondo viaggia su un binario morto, ma nessuno sa in realtà questo binario quanto sia lungo, visto che finisce il giorno del giudizio.

    3. To_Ni

      Ora me la segno questa grande profezia .

      Ps : i film Sansone contro Maciste, Ercole contro Dracula , Zorro contro Golia, non sono basati su studi storici. Quindi anche sulla storia della Chiesa devi focalizzare meglio la situazione.

  9. Giannino Stoppani

    Invece di fare della Chiesa una sottospecie di costosa onlus pauperista, bisogna ri-evangelizzare la società!
    Vedrete che se tutti conoscono il Vangelo, almeno nei suoi tratti essenziali, certe polemiche frutto di ignoranza crassa, supina e affettata non si azzarda nessuno ad alimentarle.
    Perché per i supponenti “antropologicamente superiori” nulla è più terrificante che lasciar che trapeli la propria ignoranza!

    1. SUSANNA ROLLI

      Giannino, tocca ad ognuno di noi singolarmente!, non credi che questi sono i tempi delle nostre personali responsabilità? Verso noi stessi, verso quelli di casa e verso gli altri? Se questo mondo cristiano non è il caos!! Non trapelerà nessuna ignoranza, perchè la Verità è offuscata, e la Verità sarà sempre piu’ -vedrai che non mi sbaglio!- ciò che sostiene la maggioranza, non ciò che sostiene DA MILLENNI la Chiesa!!
      E’ per i nostri pastori in primis che bisogna pregare in questo momento storico della Chiesa -mi sento di dire- che possano tutti assomigliare sempre più a Mons. Cordileone, perbacco, A M. Negri, riperbacco, e a tanti altri -grazie a Dio ce ne sono in giro per il mondo!-; perchè dal sacrestano al Vescovo siano tutti un cuor sono ed un’anima sola in Cristo Gesù Via -Verità e Vita, e non in Cristo Gesù bamboccio (che mi perdoni!). E coraggiosi fino alla morte nel dire la Verità, riperbacco!
      Sbaglio?

      1. Giannino Stoppani

        Brava Susanna!
        Tocca proprio a noi!
        Anche perché il papa e gli alti papaveri danno l’impressione di pensare a ben altro di più importante (ad esempio a come salvaguardare le alghe e i vermi della terra!)
        P.S.: mi spiace un pochino che tu abbia avuto l’impressione che io mi volessi defilare escludendomi dal novero di coloro a cui spetta la ri-evangelizzazione, ma ‘sta cosa l’avevo chiarita già in altri post e non mi pareva il caso di ripetere questo concetto scontato (la Chiesa siamo noi), benché non posso pretendere che la gente legga tutte le bischerate che scrivo.

        1. SUSANNA ROLLI

          Assolutamente no, Giannino, pensi male quando pensi che io ho pensato (‘mazza quanti pensamenti!!). Rifo: la tua impressione è sbagliata nei confronti di ciò che ho scritto nel mio prec. post; mai pensato che tu ti volessi defilare..se tutti fossero schietti e decisi come te!! Diciamo era da intendere come un rimarcamento, una sottolineatura, un appoggio alla tua tesi chiara come la luce del sole..La Chiesa siamo noi, certo, vale per tutti, è un concetto scontato, chiaro! Abbi pazienza con me, non sono un gran chè a scrivere!

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