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Cari parlamentari, anche in Artsakh la fame uccide. Proprio come in Ucraina 90 anni fa

Di Renato Farina
06 Settembre 2023
Camera e Senato hanno chiesto che sia riconosciuto il genocidio dei kulaki imposto da Stalin contro i kulaki, ma continua l’inerzia oscena sull’assedio degli armeni in Nagorno-Karabakh
Protesta a Sydney, Australia, contro l’isolamento della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) a opera dell’Azerbaigian, 1 settembre 2023
Protesta a Sydney, Australia, contro l’operazione di isolamento della Repubblica dell’Artsakh (Nagorno-Karabakh) a opera dell’Azerbaigian, 1 settembre 2023 (foto Ansa)

Ho fatto un sogno tremendo. Mi sono ritrovato in un’isba ucraina in pieno Holodomor. Non fingete di non sapere che cosa sia. Nel biennio 1932-1933 tre quattro cinque milioni di famiglie contadine morirono per fame (questo etimologicamente significa la parola). Fu una carestia terroristica. Stalin impose la collettivizzazione, non fu una decisione economica: collettivizzò per volontà politica la fame e la morte dei kulaki. Prima la Camera e poi il Senato il 26 luglio hanno approvato la mozione “90 anni dopo l’Holodomor: riconoscere l’uccisione di massa per fame come genocidio”. Giustissimo. Ma come fanno i senatori italiani a non riconoscere invece il genocidio armeno ad opera dei giovani turchi nel 1915? Sarebbe drammaticamente essenziale per impedire che il genocidio si ripeta contro i miei fratelli armeni che in 120 mila sono stritolati dall’assedio nell’Artsakh (Nagorno-Karabakh), circondati da ogni parte da soldati e “attivisti” azerbaig...

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