
Altro che cancel culture, siamo alla metanoia, all’incantesimo di sparizione, all’Evanesco vipera J.K. Rowling. Il cast di Harry Potter celebrerà in mondovisione (cioè sulla piattaforma di streaming Hbo Max) i vent’anni dall’uscita del primo film, con un ritorno sul set londinese di tutti i suoi protagonisti, ma J.K. Rowling non ci sarà.
Puff, sparita, «cancellata», come diceva quel genio anarcoide di David Chappelle della scrittrice, membro dell’Ordine dei compagni d’onore e dell’Ordine dell’Impero britannico e assurta a madre di tutte le “terf” (trans-exclusionary radical femminist) per aver messo in discussione che donne trans e donne biologiche siano la stessa cosa: «Non sapevo nemmeno cosa volesse dire… ma so che i trans inventano parole per vincere le discussioni», ha sorriso il comico rivendicando l’appartenenza al “team terf” o team Rowling, cioè di quel segmento del genere umano convinto che il sesso sia reale, «un fatto».
Rowling, maledetta buona laburista
Evanesco J.K. Rowling: in qualche angolo dello speciale Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts, assicurano da Hbo, verrà ricordata qualche sua vecchia intervista, qualche “filmato d’archivio”, chissà se degli anni in cui era venerata perché solo il primo libro della sua saga tradotta in 60 lingue sfondava il tetto delle 450 milioni di copie vendute, o perché da ragazza senza un penny si è ritrovata miliardaria e da miliardaria ha versato fino all’ultimo penny di tasse («quando ho avuto bisogno di un sussidio, tanti anni fa, sono stata aiutata, adesso è ora di fare la mia parte»).
Rowling, così perfettamente di sinistra, laburista, da dividere ciò che il fisco non mangiava in donazioni al partito e beneficienza, così anti Brexit da criticare pubblicamente l’ondivago Corbyn e così concreta nel suo impegno da dare vita a un’organizzazione non-profit, Lumos, per spingere i paesi a rivedere i propri sistemi di cura e protezione dei bambini, scoraggiando la relegazione in orfanotrofi e, al contrario, promuovere strutture che aiutino le famiglie a rimanere unite: «L’80 per cento dei bambini che vivono negli orfanotrofi e negli istituti di tutto il mondo non sono orfani. Hanno almeno un genitore e, nella maggior parte dei casi, quel genitore vorrebbe occuparsi personalmente di loro», spiegava alla stampa restituendo un drammatico dispaccio delle sue molte visite in orfanotrofi, a partire dai terribili istituti dell’est Europa. L’Empire State Building si era allora illuminato con i colori del logo di Lumos, Rowling era stata applaudita nello studio ovale, a Buckingham Palace, alle Olimpiadi.
Chiamano le donne menstruator ma la pazza è Rowling
«Ci saremmo messi a ridere se quattro anni fa ci avessero detto che Rowling sarebbe diventata il volto pubblico del conservatorismo sociale, venendo rinnegata dai suoi sostenitori e denunciata dagli attori diventati famosi come i personaggi che ha inventato – ha scritto Sarah Ditum nella storia di copertina del settimanale New European del 4 novembre, qui tradotta dal Foglio -. Per far sì che accadesse ci è voluto un tema incredibilmente tossico e un’atmosfera di straordinaria certezza morale. Per fare accadere tutto ciò, ci è voluto uno scontro con il movimento degli attivisti trans».
Tutto è cominciato con dell’ironia su Twitter a proposito dei “menstruator”: come sapete in Inghilterra, epicentro delle ultime follie gender, non solo le visite per l’identità di genere dei bambini sono cresciute del mille per cento in sei anni, ma le donne vengono chiamate “menstruator”, “corpi con la vagina”, il ciclo è di “all genders”, il pap test si fa a “persone con la cervice”, “mamma” è stato sostituito con “persone incinte”, non si allatta “al seno” ma “al petto”.
‘People who menstruate.’ I’m sure there used to be a word for those people. Someone help me out. Wumben? Wimpund? Woomud?
Opinion: Creating a more equal post-COVID-19 world for people who menstruate https://t.co/cVpZxG7gaA
— J.K. Rowling (@jk_rowling) June 6, 2020
E chi è la pazza? Ma J.K. Rowling che ironizza. E che osa poi un tweet di sostegno a Maya Forstater (una commercialista che perse il lavoro per aver criticate il gender). E che al linciaggio mediatico e alle accuse di transfobia chiarisce (tra l’altro rivelando di aver subito violenze domestiche e abusi sessuali): «Non mi piegherò di fronte a un movimento che ritengo stia facendo danni dimostrabili nel tentativo di erodere il concetto di “donna” come classe politica e biologica, offrendo protezione ai molestatori come pochi nella storia».
Dal rogo nei campus all’esilio di Hogwarts
Risultato: non potendola mandare al rogo in un campus o costringerla alle dimissioni, come accaduto alle streghe Kathleen Stock, Germaine Greer, Julie Bindel, Selina Todd, Suzanne Moore (qui l’elenco di docenti, femministe, giornaliste perseguitate dallo squadrismo trans), Rowling è diventata la grande traditrice, la potente madre di centinaia di milioni di lettori in tutto il mondo non allineata, involuta fino al bigottismo, da cancellare.
Fa niente se a proposito del caso Forstater l’Alta Corte inglese ha stabilito che credere nell’immutabilità del sesso biologico è un’opinione protetta dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo ed esprimere “critiche di genere”: Evanesco J.K. Rowling, sei stata bandita da Hogwarts come il tuo Albus Silente dalle Squadre d’Inquisizione della crudele, maniaca delle regole, sfigatissima, preside strega mezzosangue che sorride e veste di rosa Dolores Umbrigde. Non è un ottimo motivo per accaparrarsi, diffondere e rifondare la resistenza su Il maialino di Natale, libro di fiabe per bambini appena scritto dalla Rowling, segnalato solo dal Times in Inghilterra, e ambientato nella Terra dei Perdenti, dove un mostro rottame divora ogni cosa?