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Sul Sussidiario Giulio Sapelli scrive: «L’Ue ha saputo risolversi tra mille incagli e dubbi ad aprire sì le frontiere interne con Schengen, ma a tutto bloccare senza un disegno condiviso sul tema delle frontiere “esterne”, ossia del rapporto tra Ue e mondo migrante e storia mondiale con teorie e pratiche il cui fallimento è dinanzi a tutti».
Quando prima Gerhard Schröder poi Angela Merkel abbandonano l’obiettivo di Helmut Schmidt e Helmut Kohl di costruire una Germania europea e puntano su un’Europa tedesca (mi scuso se ritorno su una questione già affrontata, ma è quella decisiva per capire il post 2000) in una strategia condivisa con Parigi, la questione delle frontiere esterne diventa un elemento della strategia di Berlino per destabilizzare gli Stati membri dell’Unione che potevano metterne in discussione l’egemonia.
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