Lettere al direttore

Non saranno legalisti e forcaioli a riformare la giustizia

Caro direttore, solo per avere idee un po’ più chiare prima delle vacanze agostane, estrapolando un po’ di dati, anche con una certa approssimazione che deriva dalla varia classificazione di stato vegetativo permanente (e anche minima coscienza) e soprattutto del numero di soggetti in tale situazione (à la Lambert, per intenderci), mi pare si possa arrivare a un dato sintetico, considerando la spesa in un anno, dopo la fase acuta e il primo anno, quindi considerando quella che si riferisce alle spese di assistenza (sanitaria) e di albergaggio: sul PILITA2018 = 0,0084 %.

Gianmario Gatti via email

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Caro direttore, ho letto con attenzione Tempi di luglio ed ho molto apprezzato il vostro primo piano sullo stato della giustizia in Italia. Concordo con l’analisi: le condizioni del sistema giudiziario italiano non sono degne di un Paese civile e democratico come il nostro. Urge una riforma, non vi è dubbio. Snellimento dei processi, separazione delle carriere, responsabilità civile dei magistrati, revisione del meccanismo di elezione dei membri del Csm. Ho difficoltà a pensare però che queste ed altre riforme le possa fare questa maggioranza e questo Parlamento dove siedono forze politiche che in passato o non hanno mosso un dito per migliorare le condizioni della giustizia o, nel peggiore dei casi, hanno promosso una indegna campagna forcaiola e manettara. Il mio non è pessimismo ma realismo.
P.S. Sono molto soddisfatto della decisione del Tribunale di destinare Roberto Formigoni agli arresti domiciliari e mi ha fatto piacere leggere le cose scritte oggi su Repubblica da Luigi Manconi che è la migliore risposta alle tante menzogne e offese che sono state diffuse in questi giorni sulla stampa e sui social network. 

Pellegrino Giornale via email

Caro Pellegrino, condivido il tuo realismo. Non solo sulla giustizia, ma anche su tutto il resto questo governo mi pare prometta poco di buono. Di menzogne su Formigoni ne ho letto anche io tantissime. Ci ritorneremo.

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Egregio direttore, continuo a domandarmi il perché Tempi non adotti una linea editoriale diversa relativamente alla politica. Si continua a difendere un modello di centro-destra senza rendersi conto che Salvini rappresenta una destra estremista, contraria ai valori cristiani e al messaggio del Papa. Si continua a difendere un fantomatico modello Regione Lombardia che non esiste più a livello nazionale. Difendiamo ancora i valori e gli ideali di un tempo? Di quando si andava casa per casa a fare campagna elettorale per le persone del movimento? Io non credo. Bisognerebbe che i politici cattolici iniziassero a dire qualcosa, a dissociarsi dalla Lega (in primis in Regione Lombardia) e provassero ad intraprendere un cammino riformista con chi ci sta. Sarebbe occasione di incontro e un nuovo inizio. Mi domando perché Tempi non sostenga l’esigenza di un cammino nuovo, lontano da Salvini e da questa Lega estremista.

Fabio Schinelli via email

Gentile Fabio, noi sosteniamo una politica che valorizzi la persona, i corpi intermedi e la sussidiarietà (e non mi dilungo oltre per ragioni di spazio). Questa politica, date le condizioni attuali, è possibile che abbia uno spazio solo se al governo c’è una maggioranza di centrodestra. Non dico che è “il meglio”, dico che “è possibile solo”, perché, al di là delle mie o sue preferenze, questo è quel che c’è. Che la Lombardia di oggi non sia quella del passato, lo penso anche io, ma resta, assieme al Veneto, l’unica amministrazione che ancora un po’ (sempre meno, ahimè) applica certi princìpi. Che Salvini, in maniera scomposta, faccia l’occhiolino a certe frange di destra lo vediamo anche noi, ma, appunto, va riportato a più miti consigli, come abbiamo scritto un centinaio di volte, anche in maniera dura (come l’ultimo editoriale del mensile e come faremo nei prossimi numeri). Intraprendere un percorso riformista, come lei suggerisce, è quel che, nel nostro piccolo, tentiamo di proporre (non fare, siamo un giornale, non un partito), ma occorre molto molto realismo, perché gli ultimi tentativi fatti hanno tutte percentuali da prefisso telefonico. Quindi noi continuiamo a valorizzare tutti quei tentativi che vanno nella direzione di una politica che incarni quei valori in cui crediamo (sono quelli “di un tempo”? Sì, sono quelli, mica scadono). 

Foto Ansa

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