
Bari. Suore battono Comune: non dovranno pagare l’Ici per la scuola paritaria

La scuola paritaria deve pagare l’Ici? Sì a Livorno, no a Bari. Qui di seguito vi proponiamo un articolo apparso ieri sul Corriere del mezzogiorno dove si racconta un episodio simile a quello accaduto in Toscana (anche se dall’esito opposto). Per questo ribadiamo: onde evitare diverse interpretazioni è necessaria una nuova legge, semplice e sintetica che metta le cose in chiaro. Noi, una proposta l’abbiamo fatta.
Bari, Comune sconfitto le suore non pagano l’Ici
di Francesco Petruzzelli
BARI – Da una parte le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, dall’altra il Comune di Bari. Al centro un accertamento Ici da 134mila euro (con gli interessi salirebbero a 200mila) da far tremare i polsi. Ma le religiose non dovranno versare nemmeno un centesimo. A stabilirlo, la sentenza della Terza Sezione della Commissione Provinciale di Bari che il 20 luglio scorso ha accolto l’ultimo ricorso delle suore che gestiscono tre importanti strutture didattiche della città: il Preziosissimo Sangue di via Scipione l’Africano, il Borea di piazza Garibaldi e il De Mattias di via De Marinis a Carbonara.
Il caso nasce da lontano, quando l’Ufficio Tributi del Comune di Bari effettuando dei controlli incrociati inoltra all’ente religioso tre distinti accertamenti della vecchia imposta Ici, ciascuno da circa 138mila euro, e relativi alle annualità 2007, 2008 e 2009. Tutti portati davanti alla Commissione Tributaria e tutti provvidenzialmente vinti dalle suore nell’arco temporale di sette mesi, da dicembre sino a qualche settimana fa, quando i giudici hanno messo la parola fine esaminando l’ultimo contenzioso rimasto sospeso (l’Ici 2009) e condannando il Comune al pagamento di 8mila euro per le spese processuali e al risarcimento da 30mila euro per lite temeraria. Il caso promette di creare un interessante precedente nella lunga polemica che si trascina sul fronte delle imposte tra Stato e Chiesa.
[pubblicita_articolo allineam=”destra”]I giudici baresi hanno infatti stabilito che l’ente religioso, a differenza di quanto sostenuto dal Comune, non esercita attività prettamente commerciale e che quindi gode dell’esenzione prevista dal decreto legislativo 504 del 1992 e ribadita dalla circolare ministeriale del gennaio 2009 che elenca i beni immobili esclusi dal pagamento dell’imposta comunale. In pratica l’attività didattica viene svolta senza fini di lucro ma solo per finalità religiosa e di solidarietà sociale come testimoniato dagli stessi disavanzi di gestione delle tre strutture. In tutti i casi infatti i costi sostenuti sono superiori alle entrate ricevute (cioè le rette pagate dagli alunni) e gli eventuali utili delle suore, così come di altri istituti religiosi, secondo i giudici verrebbero comunque reinvestiti nell’attività didattica e sociale (ad esempio nulla vieta all’istituto di accogliere a titolo gratuito i figli delle famiglie più indigenti).
Ma il Comune le ha provate tutte per vincere il ricorso appellandosi al numero di partita Iva dell’ente per dimostrare la sua natura commerciale, circostanza non ritenuta condivisibile dai giudici dato che un “ente ecclesiastico nella sua qualità di sostituto d’imposta ha bisogno di un codice fiscale che in quanto numerico è lo stesso numero di partita Iva per la presentazione della dichiarazione dei redditi Modello 770 e per l’indicazione sulle fatture dei costi per lo svolgimento dell’attività”. Palazzo di Città ha persino scomodato i trattati europei ricordando che una simile esenzione Ici rientrerebbe negli aiuti di Stato in favore di enti non commerciali, ma in mancanza di un diretto recupero da parte dello Stato, hanno replicato in sintesi i giudici della commissione tributaria di Bari, non può certamente farlo in sostituzione il singolo Comune non avendo potestà legislativa in materia fiscale.
“Siamo molto soddisfatti. Tre giudici togati in tre distinte sezioni ci hanno dato ragione dimostrando che si tratta di un ente no profit” dichiara entusiasta il commercialista Silvestro Monteduro che ha curato i ricorsi delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Ma simili contenziosi con enti religiosi hanno riempito le cronache locali. Ad aprile, sempre il Comune di Bari ha inviato alla Chiesa Russa di corso Benedetto Croce un accertamento sulla tassa dei rifiuti, non versata per cinque anni, di circa 467mila euro.
Foto scuola da Shutterstock
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17 commenti
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“In pratica l’attività didattica viene svolta senza fini di lucro ma solo per finalità religiosa”
Attività didattica a pagamento per fini religiosi?
(e quindi tra l’altro eplicitamente NON a socpo educativo e fuori dai presupposti di una scuola pubblica)
Ringraziate i fascisti che vi proteggono, non avete futuro.
Siete (su) un binario morto.
Capisco che nella tua zucca piena di vento certi concetti fatichino ad ancorarsi, ma non ti viene il sospetto che “la finalità religiosa”, ovvero la missione di queste suore consista pure nell’educazione ed erudizione dei fanciulli più bisognosi?
Ma forse, vista la tua esperienza, tu hai la tendenza ad escludere quello della conoscenza dal novero dei bisogni della persona umana.
L’insegnamento non è una finalità religiosa, nel vangelo non c’è scritto di fare gli insegnanti di geografia, l’insegnamento è un’attività scolastica NON “religiosa”…
inoltre è un servizio a pagamento pertanto i piu bisognosi vanno da un’altra parte.
Le tue menzogne fanno semplicemente schifo.
Taci, troll del menga: il fatto che nei Vangeli non si detto che l’educazione dei fanciulli sia un’attività esclusivamente religiosa, non significa che non esistano ordini religiosi dediti a questo scopo, nè che quella religiosa non sia anch’essa una forma di educazione (e delle più alte, aggiungerei). Prima di scrivere, collega quel cervello fritto alle dita, ammesso che esista.
Caprotto
in un tribunale, l’esibizione di quello che scrivi qui, può diventare prova di infermità mentale e ti garantirebbe l’assoluzione da un eventuale grave reato penale. Avresti il solo obbligo di monitoraggio in una clinica psichiatrica.
Uuhhh! I fascisti che ci proteggono? Ma da dove salti fuori? Dagli anni ’70? Se la tua affermazione non fosse così infinitamente triste ci sarebbe veramente da ridere
Caro Tony,
Ti ho già spiegato (ed hai fatto finta di nulla) che il diritto/dovere dell’educazione spetta SOLO ai genitori in virtù dell’art. 30 della Costituzione. In base a tale articolo lo Stato DEVE garantire l’istituzione di scuole, ma deve garantire anche la LIBERTÀ di scelta educativa (cosa per altro ribadita dalla Comunità Europea).
Quindi, l’indirizzo educativo sia esso religioso, politico, sportivo, ideologico, etc. Spetta SOLO ai genitori, non a te né alla scuola pubblica. Capito?
Parlare con certi cattolici è come parlare a bambini di 4 anni…… Se lo stato non ha soldi non ti da nulla. Significa che è onere del genitore non che i genitori possono educare i figli a qualsiasi cosa… e che te lo deve pagare pure “pantalone”. Ti piace la scuola di tuo figlio e pagatela.
Bene lo stato ci restituisca i contributi che diamo volenti o megliio nolenti per le IVG ,le FIVET e altre prestazioni che riteniamo ingiustificato uso di risorse pubbliche oltre ai 6.000 euro annuali che npn restituisce per ogni alunno delle paritarie e noi ci pagheremo tutto.
Ti faccio presente, così en passant, visto che sei accecato dall’odio ideologico, che tutti gli ordini religiosi che gestiscono scuole hanno sì, ora , scuole dette ‘paritarie’, ma hanno iniziato l’attività didattità in vari periodi della storia a partire dal XVI secolo fino al XIX. Allora, di scuole, c’erano solo quasi loro. Opera sociale da rispettare e valorizzare. Anzi, lo scandalo è che, facendo servizio pubblico, non ricevano sufficienti sodi dallo Stato e debbano far pagare una retta. Radio Radicale inviece li riceve, guarda caso…
caro Caproni, gli stipendi degli insegnanti si detti istituti li paghi tu ?? la manutenzione delle strutture degli stessi le paghi tu ?? dato che usi la solita parolina “fascismo” a sproposito se ne deduce che tu non vuoi le scuole dove i vermi rossi non possono intrufolarsi
La Costituzione parla chiaro anche se il PCI per decenni ha voluto cambiarne il senso ,riuscendovi in parte :
chi vuol istituire ( cioe ‘costruire con calce e mattoni) scuole paritarie puo’farlo senza oneri per lo stato; ma una volta istituite il trattamento degli studenti da parte dello stato deve essere equipollente cioe’lo statodeve pagare per intero cio’cge serve agli studenti quibdi gli stipendi degli insegnanti .
Invece in questo paese falso e incivile gli stipendi agli insegnanti delle paritarie devono pagarli le famiglie e quezto e’incostituzionale. E’puramente ridicolo che lo stato che e’ tuttora in debito verso la Chiesa vada addirittura a controllare le entrate delle scuole paritarie quando dovrebbe accadere esattamente il contrario Costituzione alla mano.
Insegnamento religioso e cultura poi sono sinonimi perche’relugione vuol dire studiare i legami tra le varie materie.
Quindi un insegnamento religioso e’un insegnamento culturale di grado superiore perche’ non si limita a espirre le varie materie separatamente ma cerca anche i nessi e i legami che le uniscono.
La stessa idea di universita’ creata nel Medioevo intendeva esattamente questo ” un verdo ciie’ un senso” che unusce le varie parti…
ma questi sono concetti troppo alti per chi e’stato alla scuola statale…
Fabio ma perchè in questo blog dite solo bugie e cazzate senza senso. Io istituisco una scuola privata a mie spese ma poi i miei impiegati li paga lo stato? Ma non diciamo cazzate su via. Poi il resto e da manicomio. Fabio le scuole confessionali hanno insegnanti scarsi. Lo Sato non può dare i soldi a gente che la pensa come te. Perchè sei un ignorantone che insegna in un diplomificio tenuto de religiosi. Vai a zappare la spiaggia.
Dicendo “senza oneri per lo Stato”, “noi non diciamo che lo Stato non potrà
mai intervenire in aiuto degli istituti privati, ma che nessuno istituto privato potrà sorgere con il
diritto di avere aiuti da parte dello Stato. È una cosa diversa: si tratta della facoltà di dare o di non
dare”. Si tratta di una precisazione accolta dai Padri costituenti come autorevole “interpretazione”
del passo in questione. Anche il comunista Codignola fece analoga affermazione.
Si vedano gli Atti della Costituente…
Universitas = un solo verso , un solo senso di tutte le singole varie parti studiate cio cultura
ma chi se ne frega degli stipendi di insegnanti fatoccio, che non insegnano nulla. Pagate lici tari e tutti i cazzi da pagare e non rompete i coglioni. Se avete debiti cominciate a vendere qualche proprietà. E non solo voi ma tutti quelli che fanno scuola non nazionale. L’unico problema è che solo le cattoliche prendono i soldi………già ladronnnni
Graxie per gli ibsulti rivelano il livello culturale che dobbiamo sopportare negli.interventi.
In tutta Europa le scuole private sono pagate dallo stato fin anche al 100% Olanda),
Adeguiamoci all’Europa.
Poi documentiamoci sull’art.33 e 34 della Costituzione e su tutto il dibattito di quegli anni.
La legge Berlinguer del 2000 ha riconfermato la giusta interpretazione di quegli articoli, ma solo parzialmente perche’non ha considerato l’aspetto economico.Ci arriveremo.
Senza oneri per lo stato si intendeva e va inteso riguardo alle spese di costruzione ediluzia.
Gli studenti devono ricevere un trattamento equipollente e gli stipendi degli insegnsnti delle paritarie deve pagarli per intero lo stato.
“La verita’ti fa male lo so!”
Caterina Caselli…che come livello culturale era meglio …..