Barbie sogna un posto alla Casa Bianca
Se pensavate che in fin dei conti permettere alle vostre figlie di giocare con le Barbie fosse salutare o quanto meno innocuo, pensavate male. La Barbie non è più quella di una volta, la biondina algida che tanto faceva indignare le femministe perché incarnava quel prototipo di bellezza dalle forme impossibili e non possedeva altro passatempo all’infuori del collezionare abiti per essere bella agli occhi di Ken e non aveva nemmeno un ruolo all’interno della società (dei giocattoli).
Il primo modello di Barbie messo in commercio nel 1959 aveva un costume intero a righe, capelli biondi, forme morbide e un allure del tutto ingenua e confortante, giusta per le bambine di quel tempo. Ma lentamente la casa produttrice Mattel decide di utilizzare quella bambola per sposare cause, per promuovere una nuova immagine della donna e rendere la sua creatura di plastica più al passo con i tempi (e con le lamentele femministe).
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Più di un centinaio di professioni sono state intraprese da Barbie per la collezione voluta dalla Mattel chiamata “I can be…”, (“Posso essere”). È diventata medico chirurgo, astronauta, ingegnera armata di computer, giocatrice di basket, veterinaria, pediatra, eccetera. Sono state messe in commercio anche tipologie di dubbio gusto e/o interesse per una bambina che gioca felice nella sua stanzetta, come la Barbie incinta, la commessa di Mc Donald’s, le Barbie abbronzate della linea Malibù, la Barbie con labrador e escrementi annessi (poi ritirata dal commercio), e tutta la serie delle Bratz, sorelline adolescenti della Barbie truccate e vestite da veline. Candidata presidenziale lo era già stata più volte nel corso degli anni, ultimamente nel 2008, ma ora la casa di giocattoli decide di dare ufficialmente a Barbie la candidatura politica, in collaborazione con la White House Project, una associazione no-profit che vuole incoraggiare le donne a intraprendere ruoli politici e manageriali e combattere i pregiudizi.
Barbie scende in campo con un elegante tailleur rosa, e i colori statunitensi bianco rosso e blu, e lo fa firmata Chris Benz, uno stilista amato da Michelle Obama, che le toglie i tacchi e le mette delle più comode zeppe. La vicepresidente del marketing della Mattel, che ha presentato il nuovo giocattolo, spera che un giorno ci possa essere una donna alla Casa Bianca (possibilmente bionda con gli occhi azzurri, s’intende). E dalla prossima estate sarà possibile acquistare questo nuovo tipo di Barbie in tutte le varianti di razza possibile. Il gruppo svedese degli Aqua ha anche dedicato una canzone alla bambola bionda intitolata appunto Barbie Girl, (hit mondiale del 1997) conferendole un’eccezione più hard, chiamandola “blonde bimbo”, dove bimbo in slang sta per ragazza di facili costumi. Una definizione che alla Mattel non era andata bene, tanto da aver intentato una causa contro il gruppo (che nel frattempo si era sciolto). La corte d’appello nel 2002 non diede ragione alla casa di giocattoli perché il termine a suo giudizio non era usato come offesa ma da riferire all’interno di una parodia. Forse a Barbie manca l’ironia. Suggeriamo come prossimo modello della serie “I can be…” una Barbie comica di Zelig.
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