Avanti con la fiducia sul piano vaccini. Ma non trattateci da fessi

Di Luigi Amicone
15 Marzo 2021
In attesa delle verifiche sul caso AstraZeneca, non è mica peccato cercare di fare le cose giuste (e in che senso «eventi avversi sono normali»?)
Agente di polizia somministra vaccino AstraZeneca

Cronache dalla quarantena bis / 2

Alla vigilia dell’inaugurazione della “zona rossa” nazionale abbiamo appreso che Danimarca, Islanda e Norvegia hanno sospeso l’inoculazione di vaccino AstraZeneca per due settimane in attesa di verificare se vi siano nessi tra vaccino e alcuni casi di coaguli sanguigni e di embolie polmonari verificatisi in persone vaccinate. Austria, Estonia, Lituania, Lettonia, Lussemburgo e infine anche l’Italia hanno ritirato alcuni lotti di vaccini. L’Irlanda l’ha sospeso ieri.

Guardate che a cercare di fare le cose giuste non si fa peccato. Ma come si fa a conciliare il diritto delle persone a non fungere da cavie, a vedere rispettata la propria integrità, insomma a fare la cosa giusta, e il record europeo (insieme alla Francia) di contagi che l’Italia ha registrato negli ultimi giorni, prima che scattassero le dure restrizioni?

Le rassicurazioni

Limitiamoci per adesso a registrare che dopo le prime rassicurazioni qualche problemino permane. Non perché lo dicono i no-vax. Ma perché nell’ultima settimana in Italia sono morte almeno quattro persone all’indomani della vaccinazione. Per carità, non ci sono prove di una correlazione tra vaccino e le tragiche fatalità. E la ditta che li produce, oltre al virologo Carlo Federico Perno che ci ha dato spiegazioni chiare e convincenti («il vaccino di AstraZeneca è già stato somministrato a decine di milioni di persone in tutto il mondo e non sono stati segnalati eventi avversi di rilievo»), ha assicurato anch’essa che «da un’analisi dei nostri dati su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro Covid-19. Il numero di questi eventi è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale». 

Ciò detto, aggiungiamo pure che AstraZeneca è una multinazionale (anglo-svedese) quotata in Borsa. Dunque è ragionevole ammettere che non può e non deve sbagliare nelle rassicurazioni e certezze che essa diffonde. Un errore o, peggio, una colpevole disinformazione le procurerebbe cause giudiziarie (penali) e risarcimenti (civili) miliardari. Farebbe una brutta fine. La multinazionale. E con lei, tutti i suoi dirigenti. Quindi, avanti con la fiducia.

Lo Stato demiurgo no, grazie

Tuttavia, adesso lo Stato italiano deve darsi una mossa. Col nuovo generale alla logistica Mario Draghi ha promesso un piano da 500 mila vaccinati al giorno e l’80 per cento di italiani immuni per il 20 settembre. Siamo fiduciosi ma non fessi. Lo Stato demiurgo – in cartoline di propaganda fide a reti televisive e giornali unificati – per favore no. Lo abbiamo già visto all’opera. E che opera!

Il programma di vaccinazione su carta, slide e portavoce Casalino, era già stato presentato dal governo Conte prima del Natale scorso. E comprendeva la promessa e l’impegno a vaccinazioni su larga scala già a partire dai primi giorni di gennaio. Ci hanno tenuto caritatevolmente – perché siamo sudditi – nascosto che in Italia i vaccini sono arrivati e continueranno ad arrivare col contagocce. Perché gli Stati Uniti pensano anzitutto ai propri cittadini. La Gran Bretagna idem. L’Unione di questa Von der Leyen pare non abbia saputo fare bene i conti col pallottoliere. E noi, l’Italia, una volta fondatori Cee e leader Ue, non abbiamo più voce in capitolo.

L’inadeguatezza di Arcuri

Aggiungiamoci quello che era già chiaro sei mesi orsono: e cioè che il commissario Domenico Arcuri era assolutamente inadeguato alla bisogna e il passaggio delle consegne al generale Francesco Paolo Figliuolo ne sarebbe la riprova. Poiché starebbe portando alla luce magagne gravissime. Come fu già gravissimo che, se non fosse stato per l’inchiesta caparbia condotta fin dal novembre 2020 da Giacomo Amadori sul quotidiano La Verità, vi pare civile che grandi editori non abbiano fatto scrivere neanche un rigo sulla incredibile storia dei 1.250 milioni di euro in mascherine portate in Italia da una compagnia aerea straniera? (“Perché Alitalia costava troppo”, ma scusate Alitalia non è del governo?). Utilizzati non si sa come oltre che per riconoscere provvigioni (per quel che si sa) di un centinaio di milioni a intermediari con la Cina? (Ma il ministro del governo Conte, Luigi Di Maio, cosa andava a fare in Cina i mitici accordi sulla “Via della seta” se poi per fare avere 800 milioni di mascherine al commissario del governo gli sono stati necessari l’intermediario Rai, il trader ecuadoregno, il titolare di un’azienda di valvole di Settimo Milanese e altra umanità assortita?). Infine, ma non è ancora finita, contratti da 634 milioni di euro firmati con società di cinesi create cinque giorni prima del contratto medesimo con il commissario Arcuri?

Niente prediche per favore

Qualcosa non torna nel modo con cui hanno eletto Giuseppe Conte a salvatore della patria e lo imbrodano ancora di popolarità a cinque stelle. Comunque sia, Mario Draghi eletto dallo Stato che vuole farsi demiurgo, adesso promette di far marciare il piano vaccini a pieno regime. Non ci faccia prediche, però. Cominciando magari da mamma Rai. E magari mettendo d’accordo anche i virologi, infettivologi, immunologi del servizio sanitario nazionale. Siamo mica scimmie che ci date le noccioline e noi giuggioloni a buttarci tra le braccia del buon domatore Fabio Fazio.

L’altroieri in Sardegna i carabinieri dei Nas hanno ritirato le dosi di un lotto a cui accennavamo sopra mentre La Nuova Sardegna (gruppo Repubblica) dava così la notizia nei titoli: “Le autorità sanitarie tranquillizzano: ‘Eventi avversi sono normali’”. Come “normali”? Ecco, secondo il quotidiano più diffuso in Sardegna (gruppo Repubblica), le autorità sanitarie tranquillizzerebbero la popolazione spiegando che l’importante è vaccinarsi, eventualmente ci lasciate le penne, tranquilli, “eventi avversi sono normali”. Ma anche no, direbbe la Lucarelli. Allora è meglio quel burlone che ha scovato un titolo un po’ allarmista (“Il sospetto delle autorità sanitarie danesi: dopo AstraZeneca trombi”) e ha commentato su Facebook: «Detta così sembra una buona notizia».

Foto Ansa

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