L’Italia, la vostra e anche mia Italia, ha condannato a morte il popolo armeno. In primo luogo i 120 mila residenti nell’Artsakh (si chiama così nella lingua di chi vi abita da millenni il paese che in linguaggio internazionale è detto Nagorno-Karabakh o Alto Nagorno). Ma a seguire, per l’inerzia inesorabile della viltà, i restanti tre milioni della Repubblica Armena del Caucaso meridionale.
Non capisco, o forse sì, capisco, ma non accetto, mi è impossibile crederci. Eppure… Mi spiego. Qui dal lago di Sevan, dove ho udito le meravigliose trote guizzanti garrire come rondini, ho avuto un dialogo con un importante membro del governo italiano, uno scambio di pensieri privato e sincero, dunque nessun nome neppure con le tenaglie. Gli avevo manifestato stupore e sconcerto per la cessione di aerei militari, o comunque a uso duale (cioè civile e/o bellico), all’Azerbaigian, un atto illegale per la legge italiana (185/1990). Soprattutto ho detto ...
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