Andrew Napolitano, il libertario “eretico”: «I nuovi diritti? Sono solo privilegi»
«Mi aspetto di morire nel mio letto, fedele fino all’ultimo ai miei principi. Molti di voi, invece, moriranno per quegli stessi principi in un carcere statale. Altri in piazza, linciati dalla folla aizzata dal governo». Tra un mese Andrew Napolitano compirà 74 anni, ma i suoi ammiratori possono stare tranquilli: il riferimento alla propria dipartita terrena è solo un artificio oratorio. L’ex giudice della Corte Suprema del New Jersey, di anni, ne dimostra la metà e giovedì scorso a Milano ha dominato il palco come un ragazzino.
Andrew Napolitano e il diritto naturale
Tra gli analisti di punta di Fox News su temi legali e processuali, autore di numerosi libri di successo, tra i quali il monumentale Freedom’s Anchor: An Introduction to Natural Law Jurisprudence in American Constitutional History, Napolitano è stato invitato a Milano dall’Istituto Bruno Leoni per esporre il suo fiero credo libertario davanti all’uditorio milanese e ad oltre 30 mila utenti collegati in streaming da tutto il mondo sul suo canale Youtube, seguito da centinaia di migliaia di persone: Judging Freedom.
Partendo dalle basi giusnaturaliste che informano il suo pensiero teorico e che hanno dettato la sua attività professionale come giudice della Corte Suprema e come professore universitario, Napolitano ha illustrato l’importanza di alcuni dei primi emendamenti della Costituzione federale degli Stati Uniti, senza timore di trarne le conseguenze con commenti al vetriolo sull’attualità politica del suo paese e dell’Europa.
Il cuore del suo pensiero è semplice: «Esistono diritti umani naturali che non dipendono dal governo né dal luogo di nascita. Il diritto alla vita, alla libertà religiosa, di espressione, di assemblea attengono alla nostra umanità e nessuno Stato può legittimamente negarli o rimuoverli».
«Il diritto all’aborto? Non esiste»
I recenti arresti negli Stati Uniti da parte della polizia di studenti impegnati a manifestare nei campus universitari per la Palestina? «Illegittimi, sono un attentato alla libertà di espressione», risponde Napolitano. «Gli studenti sostengono Hamas? Possono appoggiare chi gli pare».
L’obbligo vaccinale e i lockdown imposti da numerosi governi in tutto il mondo? «Sono atti tirannici. Il governo non può in alcun modo disporre dei corpi dei cittadini».
I tanti regolamenti e leggi che limitano l’espressione di opinioni ritenute offensive da diverse categorie di persone? «Non esiste un diritto a non essere offesi. Anzi, è proprio il discorso che offende ad avere bisogno di protezione».
E ancora, il diritto all’aborto appena inserito in Costituzione dall’Assemblea nazionale francese? «Viviamo in tempi terribili. Non esiste un diritto all’aborto: esiste invece il diritto alla vita del nascituro».
«I governi non creano diritti, ma privilegi»
L’incontro con l’ex giudice organizzato dall’Istituto Bruno Leoni e presentato dal suo direttore, Alberto Mingardi, si intitolava: “I diritti presi sul serio”. E Napolitano ha fatto chiaramente capire che «sono i governi a non prendere i diritti sul serio, abusando continuamente delle proprie prerogative per manipolare il potere».
Tutti i nuovi diritti creati dai governi e dalla giurisprudenza contemporanea, insiste Napolitano, «non sono tali: sono soltanto privilegi. Mentre lo Stato non dovrebbe mettere becco su certi argomenti».
«Le armi servono per sparare ai tiranni»
Andrew Napolitano, che ama definirsi cattolico preconciliare, in Europa sarebbe considerato un eretico ed è per questo che l’iniziativa del Bruno Leoni è doppiamente interessante, permettendo al pubblico non solo di conoscere uno dei volti più famosi del libertarismo contemporaneo, ma anche di confrontarsi con un vero spirito americano.
Uno spirito che, in quanto profondamente conservatore, e dunque rivoluzionario per l’attuale cultura europea, non può che essere urticante. Come dimostra la sua battuta sul diritto a portare armi negli Stati Uniti, forse uno degli aspetti più incomprensibili per la mentalità europea: «Il secondo emendamento alla Costituzione federale degli Stati Uniti garantisce ai cittadini il diritto di portare e di usare le armi. E per che cosa? Non certo per sparare ai cervi, ma ai tiranni».
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