Anche un’innocua anatra può essere «razzista» a sua insaputa. La Svezia cambia nome agli uccelli

Di Redazione
25 Febbraio 2015
Quattro diverse specie di uccelli sono state ribattezzate perché contenevano nel loro nome svedese il termine "neger" ("negro"), sostituito con un più morbido "svart" ("nero")

anatra-ottentottaDopo anni e anni di scrupolose ricerche, la Società ornitologica della Svezia ha completato la sua prima guida ufficiale nella quale indica il nome svedese di ben 10.709 specie d’uccelli. Alcuni nomi, però, sono stati cambiati per l’occasione perché risultavano «razzisti».

«CAMBIARE I NOMI». Anders Wirdheim, responsabile stampa della Società ornitologica svedese, spiega a un giornale locale: «I traduttori che lavorano in programmi televisivi o nell’editoria ci hanno rivolto sempre più domande, interrogandosi sui nomi di certi uccelli e sulle loro origini. Per cui abbiamo deciso di cambiare i nomi degli uccelli che creavano dibattito».

NEGER E SVART. Quattro diverse specie di volatili sono state ribattezzate perché contenevano nel loro nome svedese il termine “neger” (“negro”), sostituito con un più morbido “svart” (“nero”). La povera nigrita testa grigia (negerfink) è così diventata “svartfink”. Il rondone, invece, non potrà più essere “kaffer”, termine con cui i mercanti di schiavi chiamavano i “negri” di una parte dell’Africa australe. Ormai è diventato “vitgumpseglare”.

«PENSAVAMO PEGGIO». E che dire poi dell’anatra ottentotta? Bandita anche lei, perché la parola “Hottentott” (balbuziente) era un termine dispregiativo per chiamare alcuni indigeni del Sud Africa. C’è poi l’uccello “zingaro”, che verrà rinominato “hoatzin” (che in realtà è già un altro tipo di volatile tropicale dell’Amazzonia) perché troppo offensivo. La Società ha fatto sapere che molti dei 40 mila appassionati di ornitologia in Svezia si sono lamentati, «ma pensavamo peggio». Ora non resta che informare i diretti interessati, razzisti a loro insaputa.

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14 commenti

  1. lunat

    Ma lasciamo stare gli svedesi….e preoccupiamoci di raccogliere l’immondizia per strada.

    1. Filippo81

      Raccogliamo l’immondizia per strada…….e senza sognare paradisi che non sono tali (svezia, gb, usa, germnia,ecc)!

  2. maurizio

    Cara Stefania,ho letto solo ora dopo aver già postato il mio commento sull’episodio in questione.Concordo che dare del negro/a a qualcuno/a possa ritenersi o essere sentito offensivo e,quindi,ci vuole molta attenzione su questo..ma converrai che a tutti c’è un limite e,nel caso specifico,si sia andato ben oltre..io lo trovo anche ridicolo..ridicolo nel giocare con gli animali per i nostri pruriti e subconsci pregiudizi o sensi di colpa(perché poi?).

    1. Raider

      La depurazione del linguaggio ha molte facce, proprio perchè tutte ugualmente false e brutte. Non si può dire cieco, ma anche ipo-vedente è discriminatorio; non si poteva più dire menomato o minorato e si disse handicappato. no, troppo discriminatorio, via, si dica diversamente abile. Alla fine, tutto è uguale a tutto: no, perché, sotto sotto, significa dare ragione a chi pensa che tutto deve essere uguale e normale e non è ammessa la diversità e chi la nota. Sono assurde forme di controllo da epoche buie della civiltà, rinate in un’éra super-tecnologica dominata dal Pensiero Unico. Non si può dire negro, ma neanche nero e neppure colorato ed è sbagliato afro-; non si può dire razza, ma neppure ‘etnia’ è molto meglio, mentre ‘gruppo umano’ è ancora discriminatorio perchè restringe a una categoria una pluarità di individui: insomma, non si può dire niente.
      Il politicamente corretto, per tutelare suscettibilità di individui, gruppi, associazioni, cade in un’intolleranza che pretende di intervenire sulle coscienze: censurando, indottrinando, sbattendo in gattabuia. E comunque, Stefania non ha nulla di cui preoccuparsi: siccome le razze non esistono, come ordina ex cathedra la genetica politicamente corretta (con tanti cari saluti a Mendel), fra qualche generazione, saranno tutti pressochè indistintamente neri. Di noi bianchi non ci si ricorderà nemmeno.

  3. maurizio

    A Bologna impazza il”delirium tax”,in Svezia il”delirium animal”…ma anche ci stiamo arrivando poiché mi risulta che l’on.Brambilla e soci vogliano chiedere di inserire nella Costituzione la voce”diritti degli animali”..poi c’é il ddl Scalfarotto(fosse in Svezia gli avrebbero già cambiato nome)..il diritto a più madri o padri ecc ecc..Poi ci meravigliamo perché i musulmani ci invadono senza integrarsi..con cosa dovrebbero integrarsi?col nostro nulla fatto di sessismo e animalismo portato all’estremo(e anche oltre)del dato naturale e del buon senso??

  4. Livio

    quanto è bello l’onanismo ornitologo-letterario

  5. mauro

    certo… so che sono norvegesi, tuttavia… mettiamo a posto i nomi alle papere e alle beccacce… poi però un breivik si sveglia e ne fa fuori 90 (non di uccelli ma di persone), gli scandinavi, che simpaticoni

    1. Stefania

      Ciao, io sono una ragazza “nera”, se mi devo definire per il colore della pelle. Sono italiana, anche se spesso agli altri italiani non piace, ed ho frequentato l’università in Svezia per un master della durata di due anni.
      Vi assicuro che quando sei stigmatizzato dalla società che ti sta attorno perché hai un colore della pelle che non puoi cambiare certe cose diventano pesanti. in Svezia e in germania si vendeva un cioccolatino che si chiamava “negerkuss”, ovvero “bacio di negro”. Vi assicuro che sentirlo dire non è bello. Non è bello quando un compagno di classe fa una battuta usando la parola “Negro”, poi ti dice “dai su non te la prendere, è solo una parola.
      Le parole non sono solo parole, ma hanno il valore a loro attribuito. Negro è una parola che porta con sé una storia bruttissima e tristissima, e per una persona nera non è bello sentirla, in nessun tipo di contesto.

      Ad ogni modo la svezia, nella mia esperienza, è molto più attenta a certi fenomeni, anche linguistici. Un passo per l’integrazione di chi è diverso da te, è denunciare l’uso di parole denigranti.

      Inoltre dire “la svezia ha altri problemi” è davvero segno di poca informazione, perché è ben chiaro che si tratta di organi ben diversi tra loro, chi lavora per arginare i problemi di integrazione e fondamentalismi religiosi non sta in ufficio a cercare i nomi delle papere.

      E poi il punto non è la papera, che sicuramente non verrà nominata spesso. Il punto è il voler togliere di mezzo una parola brutta. é un gesto molto più grande linguisticamente parlando che “l’inutilità di cambiare il nome alla papera.

      1. Filippo81

        Invece è poco informato e vive su Marte colui che pensa che il problema siano i nomi degli uccelli che possono provocare eventualmente “razzismo” !Si faccia un giro nelle periferie svedesi,,,,,

      2. To_Ni

        Credi che abolendo la parola cambi la realtà delle persone? Ha cambiato qualcosa quando in America si è passato dal chiamare le persone “negri” ad afroamericani ? La strada giusta non è illudersi di creare ambienti protetti asettici con tanto dii sterilizzazione del linguaggio, ma riuscire a convivere con le situazioni di conflitto affrontandoli o imparare a sopravvivere e quindi crescendo. Altrimenti è come avere l’illusione di avere una stanza pulita nascondendo la sporcizia sotto il tappeto.

  6. To_Ni

    Questa gente è disturbata di brutto. Ha problemi grossi. In Italia abbiamo degli imbecilli che ritengono che paesi come la Svezia dobbiamo averli come modelli. Io credo l’esatto contrario. Loro devono importare il nostro modello dato che anche con la peggiore Italia ci guadagnano.

    1. Filippo81

      Hai ragione To_NI, tutti i miti legati al “liberalprogresso” (Svezia,Gb ,Usa,Germania,ecc) stanno crollando, era ora !

  7. Filippo81

    Con i problemi immensi che ha la Svezia, con le periferie delle città sempre più in mano ai fondamentalisti islamici,ecc, le autorità svedesi si preoccupano di cambiare nomi agli uccelli per “prevenire il razzismo”,,,,,follia allo stato puro! Poveri svedesi !

    1. Jens

      Infatti gli svedesi sono altamente razzisti. Non a torto direi, visto che proprio dalle periferie salta fuori gente dalla grande cultura e civiltà, nonché pacatezza e rispetto come Ibrahimovic.

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