Agguato belga a papa Francesco
«Perché gli uomini dovrebbero amare la Chiesa? Perché dovrebbero amare le sue leggi? Essa ricorda loro la vita e la morte, e tutto ciò che vorrebbero scordare. È gentile dove sarebbero duri, e dura dove essi vorrebbero essere teneri» (T.S. Eliot). Già, perché dovrebbero amarla? E infatti non la amano. Soprattutto, a non amarla sono alcuni cattolici. Sono i preti-preti, come li chiamava Charles Péguy, quelli che «negano il temporale dell’eterno, che vogliono disfare, smontare il temporale dell’eterno, quello che sta dentro l’eterno».
Prendete il recente viaggio di papa Francesco in Belgio e Lussemburgo, durante il quale il Pontefice ha visitato l’università cattolica di Lovanio. Un’università “cattolica” solo di nome visto che, ormai da anni, pare presa dalla smania di adeguarsi alle mode del secolo (è qui che un professore fu redarguito perché osò dire che «l’aborto è l’omicidio di una persona innocente»; è qui che, nel 2016, in occasione dell’attentato all’aeroporto di Bruxelles, le campane della chiesa dell’università intonarono Imagine di John Lennon).
Un colpo basso
A Lovanio papa Francesco ha incontrato docenti e studenti e non è andata benissimo. Bergoglio ha pronunciato discorsi molto significativi a proposito di secolarizzazione, di dittatura del relativismo, di una cultura che ha rinunciato a «cercare la verità». Ha invitato a non ridurre la ragione a «razionalismo», ha messo in guardia dal «rifugiarsi nella comodità di un pensiero debole», ha spronato i ragazzi ad accettare «la sfida dello sviluppo integrale, che richiede fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo». Nello stesso viaggio, Francesco ha parlato con ammirazione del re belga Baldovino che si dimise per un giorno pur di non firmare la legge che introdusse l’aborto nel Paese e ha espresso «vergogna» e chiesto perdono per i «crimini» legati alla pedofilia dei sacerdoti.
Tutto inutile, tutto insufficiente: a Lovanio erano così contenti di incontrare il Papa che gli hanno teso un agguato. Sia gli studenti sia il rettore dell’università hanno vivacemente dissentito, rimproverando al Pontefice di non voler ammettere le donne al sacerdozio e di non essere aperto alle persone Lgbt. Non solo: mentre Francesco parlava, è stato emanato un comunicato durissimo e non firmato nel quale lo si accusava di «posizioni riduttive e conservatrici». Posizioni contro le quali «l’Università cattolica di Lovanio non può che opporre il suo disaccordo» (nelle interviste in aereo durante il ritorno, il Papa ha bollato il comunicato come «un colpo basso. È stato fatto nel momento in cui io parlavo»).
Per capire il clima in cui è stato accolto è sufficiente leggere l’intervista che Vatican news ha fatto a Bénédicte Lemmelijn, decana della Facoltà di teologia e studi religiosi, che ha rivendicato con orgoglio le sue posizioni arcobaleno. Oggi, dice Lemmelijn nell’intervista, «è difficile avere un’unica verità universale intoccabile per tutti».
Un problema di realtà
Quella andata in scena a Lovanio è stata la rappresentazione plastica del “relativismo” che Francesco denunciava nei suoi discorsi. Il cattolicesimo progressista – questo moralismo condito di buone intenzioni – è un cristianesimo senza Chiesa, tutto concentrato sulle correzione di conseguenze di cui s’è occultata l’origine. Fermi nel loro proposito di addolcire una «verità» che sentono come contundente ed esigente, i preti-preti di Lovanio scordano da quale fonte zampilla.
Ma quale senso ha la Chiesa se non comunicare un fatto di duemila anni fa, presente oggi? Essa non difende un sentimento, un atteggiamento benevolo, una buona idea, ma solo ostinatamente ciò che è, ciò che è successo, ciò che succede. In prima e ultima istanza, la Chiesa non ha un problema morale, ma un problema di realtà, perché «la realtà è Cristo», come scriveva san Paolo ai Colossesi. Da un’idea nascono delle interpretazioni, ma da un fatto nasce una storia. È per questo che Baldovino si dimise; nemmeno lui volle essere “più realista del re”, del Re che ha fatto il mondo.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!