Aggressioni, minacce, danneggiamenti. Il bilancio di tre giorni di protesta dei Forconi [link url=https://www.tempi.it/aggressioni-minacce-danneggiamenti-il-bilancio-di-tre-giorni-di-protesta-dei-forconi#.UqiRbGTuJQY]Video[/link]
Era successo anche la prima volta che si sentì parlare dei Forconi, quando il movimento comparve in Sicilia e per una settimana paralizzò il traffico e il trasporto di merci, portando all’esaurimento delle scorte nei supermercati dell’isola, nei piccoli negozi al dettaglio, e del carburante nelle pompe di benzina. Nel 2012 a causa dei Forconi ci sono stati danni all’economia siciliana per 500 milioni di euro e ben 1,2 milioni di euro procurati dalla paralisi del trasporto degli ortaggi e della frutta prodotti nell’isola e destinati all’esportazione: ma non solo, perché esattamente come sta avvenendo in questi giorni, i Forconi si portarono dietro una scia di eventi poco chiari. Pestaggi, aggressioni, violenze a chi non accetta di far parte della protesta.
I CAMIONISTI IN PUGLIA. Il rappresentante di Conftrasporto, Pasquale Russo, ha dichiarato a tempi.it e senza giri che tutte le sigle sindacali degli autotrasportatori non partecipano ai blocchi né agli scioperi, eppure non sono mancate le minacce. Nella notte tra il 10 e l’11 in provincia di Foggia si sono registrate due aggressioni in poche ore ai danni di camionisti che non hanno accettato di fermarsi ai posti di blocco organizzati dai Forconi. Il primo episodio intorno alle 23, quando un camionista romeno impiegato di una ditta di Capo Rizzuto è arrivato al presidio nella zona “Green Park”, su una strada statale del foggiano Il camionista è stato inseguito dai manifestanti fino a che non lo hanno raggiunto e bloccato: gli hanno bucato anche uno pneumatico. Il secondo episodio è avvenuto dopo la mezzanotte ad un camionista che trasportava grano a Manfredonia (Fg) e che di nuovo non si è fermato al blocco. Anche lui è stato inseguito dai forconi a bordo di un auto, bloccato, preso a calci, mentre parte del carico veniva gettato a terra.
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LE AGGRESSIONI DI TORINO. È stato nel capoluogo piemontese che si è avuto il maggior numero di presidi, e dove gli scontri sono stati particolarmente violenti. Il 9 dicembre, nelle vicinanze della sede di Equitalia il corteo è stato protagonista di scontri con le forze dell’ordine. Sono stati lanciati lacrimogeni e la polizia ha cercato di disperdere il corteo, ma i manifestanti non sono arretrati e hanno proseguito la loro marcia. Altri scontri ci sono stati a Piazza Castello: i manifestanti hanno lanciato pietre contro i mezzi delle forze dell’ordine, poi altri disordini davanti alla sede del palazzo della Regione Piemonte, dove contro la polizia sono stati lanciati pietre, bottiglie vuote e petardi. A fine giornata si sono contate 10 persone ferite tra le forze dell’ordine.
Oltre a queste, altre quattro persone sono state ferite: la situazione più critica è stata quella di un fotografo dell’Ansa, che a piazza Castello è stato circondato da un gruppo di manifestanti che secondo le forze dell’ordine appartenevano al gruppo ultras juventino Drughi: mentre uno degli ultras teneva per la testa il fotografo, gli altri gli hanno rotto la macchina fotografica con la quale stava documentando quanto avveniva. Sempre a piazza Castello, la postazione dei giornalisti Sky è stata bersaglio di una sassaiola, che ha preso di mira anche i mezzi delle forze dell’ordine. Quello stesso giorno la bancarella di un venditore è stata data a fuoco, in zona corso Grosseto, mentre i commercianti di via XX Settembre sono stati costretti con le minacce da un gruppo di manifestanti ad abbassare le saracinesche. Una decina di vetrine è comunque stata danneggiata. Una cinquantina di persone ha tentato di danneggiare anche le vetrine della sede di Equitalia in via Bolzano prendendola a pietrate.
BOLOGNA: MALMENATO UN PASSANTE. L’episodio più assurdo, nella sua violenza gratuita, ha riguardato un cittadino che ha voluto raccontarlo, chiedendo di rimanere anonimo, alla radio locale Radiocittà Fujiko. L’uomo ha denunciato che «stavo camminando per il centro quando un ragazzo ed una ragazza mi hanno allungato un volantino che invitava alla mobilitazione in piazza Maggiore. Ho fatto qualche domanda per capire meglio chi fossero e quali erano le ragioni della protesta. Mi è stato risposto bruscamente di leggere e correre in piazza Maggiore». A quel punto l’uomo però ha raccontato di aver continuato a porre delle domande ai manifestanti, per capire meglio le ragioni della loro protesta. «Mi è stato detto che facevo domande che non piacevano e che facevo schifo. Ho risposto che quelle parole dovevano dirle a qualcun altro e così un terzo ragazzo mi ha afferrato con forza per la giacca, spingendomi violentemente contro una vetrina e, tenendomi un braccio al collo, mi ha suggerito di non rompere le scatole». L’uomo ha concluso, ancora sotto shock: «Evidentemente pensavano che, attraverso un volantino, io rimanessi folgorato e mi accodassi alla protesta. Non mi è mai capitato di essere aggredito in vita mia, specialmente per aver fatto delle domande. Attorno a me c’erano alcuni passanti altrettanto basiti».
SICILIA, SCONTRO AD UN DISTRIBUTORE. In Sicilia la notizia della nuova protesta dei Forconi ha ovviamente scatenato il panico, dati i precedenti del 2012, e sicuramente ha reso più facile il verificarsi di episodi violenti. In provincia di Messina, a Giardini Naxos, è stato fermato dai carabinieri un uomo di 70, con precedenti penali, per violenza privata, lesioni aggravate e minacce. Come in tanti altri centri dell’isola, anche a Giardini i distributori sono stati presi d’assalto e presto si sono verificate lunghe code: in una di queste l’uomo arrestato ha tamponato con la propria auto quella che lo precedeva. L’automobilista colpito ha chiesto quindi un risarcimento per i danni, ma il 70enne lo ha minacciato, poi colpito ripetutamente al volto e alla testa con una chiave da meccanico, poi si è dato alla fuga.
A MILANO. In piazzale Loreto, oggi 11 dicembre si è verificato uno scontro tra i rappresentanti dei Forconi che stavano attuando un blocco del traffico e alcuni tifosi dell’Ajax, che viaggiavano su uno dei pullman fermati. I tifosi sono scesi in strada, e presto sono arrivati alle mani con i manifestanti. Solo un manifestante è rimasto ferito lievemente, con una contusione al polso.
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Ho intravvisto poco fa su Italia1 studioaperto con le immagini dei forconi da piazzale Loreto. Bene: c’era un tizio con un cartello e megafono e attorno 3 pesone (3 di numero) che applaudivano.Lo spazio e il risalto che stanno dando tv giornali e internet a questi fatti sono indice di come il tutto faccia già il gioco del potere.APPUNTAMENTO DOMENICA PROSSIMA A MILANO SENTINELLE IN PIEDI. PIAZZA SAN FEDELE.Cfr pagina facebook delle Sentinelle.
Lo stato considera, le imprese sotto i 15 dipendenti, un peso per l’economia.
E’ da almeno la metà degli anni 80 che prende corpo questa filosofia economica, dal 2005 in poi non si fa altro che parlare di “ANOMALIA ITALIANA” causa enorme numero di partite IVA (dicono 3 volte quelle Germania), l’obbiettivo che perseguono, ma che NON hanno il Coraggio di dichiarare pubblicamente e portare all’ESTINZIONE almeno il 70% delle Partite IVA esistenti.
Si abbia il coraggio di Abolire tutte le attività che hanno meno di 15 dipendenti ed il problema è risolto.
Per avere la CONCESSIONE a lavorare in proprio, ossia per ESISTERE tangente da 4.000 euro l’anno, anche se a reddito zero, se si guadagna c’è da pagare un ulteriore 10%, sino ai 70.000 euro. Questa cifra è solo per contributi obbligatori.
Chi guadagna 1 Milione di euro paga come chi ne guadagna 70.000 euro.
Chi guadagna ZERO dovrebbe pagare, come chi guadagna 25.000 euro. Se, non ha soldi e non paga arriva Equitalia, praticamente cornuti e mazziati.
Suvvia dai fuciliamoli tutti in piazza, così ci si libera dell’idraulico, dell’imbianchino, del tassista, del geometra, dell’ingegnere, del farmacista e pure del medico, del barista, del barbiere, dell’edicolante, del libraio, del calzolaio, mettiamole tutte al bando queste professioni inutili e dannose, considerate ormai il cancro dell’economia, si abbia il coraggio di farlo, anziché indurli al suicidio collettivo.
Ormai la rivoluzione silenziosa e strisciante si sta attuando, quando una società denigra, insulta, diffama, calunnia una sua parte additandola come associazione di ladri, evasori e truffatori, credo che siamo al capolinea, ci sarà una serrata totale, tanti di questi lavoratori si ricicleranno in nero e tanti andranno all’estero soprattutto i più giovani.
I lavoratori dipendenti pubblici, e delle grosse aziende pensano di guadagnarci da tutto ciò? Quando si accorgeranno che dopo l’Anomalia Partite IVA, arriverà l’Anomalia Dipendenti Pubblici, sarà troppo tardi, gli organici pubblici saranno più che dimezzati, ed i figli dei Dipendenti Pubblici volenti o nolenti dovranno accontentarsi di andare a lavorare in medie e grandi ditte private, con tutto ciò che ne consegue e non ci saranno art.18 che li possano salvare, si dovrà ubbidire e non fiatare, perchè nel resto del mondo i nostri diritti se li sognano e piaccia o no ci si dovrà adeguare alla globalizzazione chiaramente al ribasso, per noi ed un pochino al rialzo per i miliardi di persone che stanno peggio di noi.