
«Non si adotta un figlio per una mancanza, ma per una sovrabbondanza»

Pubblichiamo la lettera scritta da Sangeetha Bonaiti, nata in India 31 anni fa e adottata da una famiglia italiana.
C’era una volta, 31 anni fa circa, una donna curva sul suo dolore. Quel dolore inspiegabile che prova solo chi sente che il figlio che porta in grembo sta per nascere! Quella donna era mia madre… mi fece nascere in ospedale e poi morì. In India in quegli anni si moriva ancora per il parto. C’era una volta, circa un anno e mezzo dopo, una donna italiana alla quale una telefonata dall’India scombussolò la vita. Quella era mia mamma, la mia meravigliosa e unica mamma.
C’era una volta, dopo circa trent’anni, una donna, una madre di tre bambini meravigliosi! Tutti avevano soggiornato per nove mesi ciascuno nel suo grembo. E lì dentro era avvenuto il miracolo. E poi anche lei aveva provato quel dolore di chi sa che quei figli custoditi e curati dentro di lei sarebbero nati di lì a poco! C’è ora una donna, moglie e madre che pensa ancora a come sarebbe stato incontrare e conoscere la sua madre indiana. Quella donna che l’ha portata in grembo e l’ha data alla luce. A lei sarò grata per sempre.
E poi c’è sua mamma adottiva. La vita a quella grande donna ha chiesto pazienza e fede. Si sposa. Desiderano dei figli e dopo 6 anni i figli ancora non arrivano. Niente! Nisba! Nada! Dolore, frustrazione, solitudine. Ma una luce, un amico comune che li sostiene e propone loro un cammino. “Non si adotta un figlio per una mancanza che vivete, ma per una sovrabbondanza”. “Non è il momento giusto per voi! Aprite la porta di casa e imparate ad accogliere chi ha bisogno”. I due, tristi ma fiduciosi nell’amico, si coinvolgono nella vita che c’è intorno a loro, aiutano ragazzi a studiare, ospitano persone che hanno parenti ricoverati in ospedale in casa loro. Aprono il cuore. Non sono più ripiegati sul loro dolore, ma vivono e sperimentano che esiste un modo di essere madre e padre di tutti quelli che incontrano. Finché tornano dal loro amico, raccontano quel che hanno vissuto e lui dice loro che sono pronti per adottare un bimbo!
E ora la donna che sta scrivendo e quella bimba che è in lei pensa a quante volte (da quando ne ha coscienza) ha chiesto al Cielo perché mai sia stata lasciata sola, in quell’ospedale, quando è nata… E chissà che bella che era sua madre e chissà cosa le piaceva fare. E chissà cosa ha provato quando quella bimba scalciava nella sua pancia. Perché quella sensazione che quando sei nata, per sfortunate circostanze, non sei potuta stare tra le braccia di tua madre, e tuo padre ha scelto di lasciarti nelle mani delle ostetriche (forse per salvarti la vita!), nessuno e dico nessuno può toglierla di dosso. Rimane, anche se sembra che è superata lei torna, quando meno te lo aspetti, torna a farti compagnia. E neanche l’amore di una mamma ed un papà adottivi meravigliosi possono colmare quel piccolo, fragile senso di abbandono che hai dentro.
L’adozione non è un gioco a chi salva un bimbo povero! È roba seria. La figlia adottiva che è in me si chiede: ma se per me la mia storia così com’è andata è una ferita, per quei bimbi che vengono da madri che hanno prestato il loro grembo per crescerli, e poi li hanno dovuti lasciare nelle braccia di altri genitori (sulla cui capacità di amare o sul cui orientamento sessuale non voglio esprimere giudizi ora), che roba potrebbe essere? Perché cari genitori adottivi o quasi, si può non dire la verità ad un figlio adottato, poi se magari è del tuo stesso colore di pelle te la cavi perché ti assomiglia pure, ma in quel figlio ci sarà sempre e dico sempre qualcosa di strano. Un piccolo tarlo, un tassello che non combacerà mai… e quella ferita tornerà a galla.
La ferita di non poter essere stato anche solo per cinque minuti in braccio alla donna che ti ha tenuto nel grembo e non aver potuto sentire vicino a te quel battito del suo cuore che ha scandito il tempo per nove mesi. Lo chiamano utero in affitto perché forse madre in affitto faceva brutto o forse perché vogliono creare una certa surreale distanza tra madre e figlio. Ovviamente a parole, perché nella realtà dei fatti questo legame determinerà per sempre la vita e la storia di ognuno di noi!
Foto da Shutterstock
Articoli correlati
55 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Per quella sovrabbondanza, si può anche adottare a distanza, offrendo ai Bambini e ai loro genitori naturali la possibilità di vivere e crescere insieme, superando le misere condizioni economiche e sociali in cui spesso quelle persone sono costrette a vivere. Vi garantisco che è una esperienza bella gratificante ed educativa soprattutto per chi la fa, e risponde concretamente alla richiesta di Amore Vero di cui ogni essere umano ha bisogno.
Vero, l’adozione a distanza e’ una bellissima cosa, ma temo che con il desiderio di genitorialita’ c’entri poco.
Purtroppo quando si adotta in genere lo si fa per dare un bambino alla propria famiglia e non per dare una famiglia ad un bambino
Lo vedi, trollona, qui “caterina-dudu-micheleL e , a sto punto, pure “andrea”, che ,volendo, qualcosa capisci pure tu ?
Naturalmente, senza mancare alla neo-lingua : “desiderio di genitorialità” non si può sentire.
Non è molto più giusto dire : desiderio di avere un figlio ?
Oggi si riesce a togliere la parola “figlio” con nonchalance, ma il figlio c’è, c’è la madre, c’è il padre,
Faccio un discorso in generale, eh, trollona, non propriamente con te : tu assorbi solo come una spugna il peggio del peggio che c’è nel web.
Di tuo non sai produrre una frase che sia una.
C’entra poco con l’essere genitore quella conpravendidita di bambini, quella forma di elaborata vergognosa schiavitù che compra donatrici, portatrici, il tutto finalizzato ad un prodotto (e guai se è difettoso… perché lo si sopprime).
Quindi l’amore vero si ottiene con dei versamenti mensili e lo scopo dell’adozione è far vivere una esperienza bella e gratificante?
Ma siamo sicuri?
Bellissime parole. Non entro nel merito di utero in affitto si o utero in affitto no. Sono genitore adottivo di una splendida ragazza. Sono convinto che quel dolore che si è “conficcato” dentro l’anima di mia figlia rimarrà lì per sempre e noi, genitori, amici, parenti, professori ed altri, non possiamo fare altro che affievolirlo, non credo a farlo sparire. Il dolore si può però trasformarlo in energia positiva. Questo è ciò che possiamo fare. D’altronde non c’è bisogno di essere figli adottivi per aver provato dolore nella propria vita. I figli naturali non ne sono esenti. Due concetti che ritengo siano fondamentali, al di là di cosa pensa ognuno di noi sui vari argomenti che si stanno affrontando in questi giorni su figli e famiglia: 1. i genitori sono coloro che si prendono cura dei propri figli, non coloro che li mettono al mondo; 2. con i figli si possono avere anche contrasti, l’importante è fare tutto con grande amore.
Vediamo un po’:
FASE 1: “Non entro nel merito di utero in affitto si o utero in affitto no”
FASE 2: “i genitori sono coloro che si prendono cura dei propri figli, non coloro che li mettono al mondo”
Per non voler entrare nel merito mi pare che ci sei entrato.
Ti rimane da capire solo una cosa: che ci stanno a fare “quelli che li mettono al mondo”, e confrontarlo con il significato dell’aggettivo “propri”.
Paragonare l’adozione con la compravendita dei figli è veramente di un livello sub-umano, caro “andrea”.
Spero proprio che, come i gemelli, un maschio e una femmina di Triestina, , i due figli di Valentina, i figli di Lucillo, le figlie di Giovanni cattivo, i figli comprati di Nino, quelli ricevuti in regalo da una donna generosa di MicheleL…..tu sia un ennesimo fake della trollona .
Speriamo , per quella povera figlia !
Pensieri che condivido anch’io
Gian Paolo Galasi
grazie di esistere!!! Ora sono veramente convinto che mi sbaglio. Ma come non ho fatto a pensarci prima: La “surrogata” non viene buttata nel pattume, noooo , c’è il “contatto” (facebook, twitter, email) . Meglio di cosi? Un sano costruttivo completo rapporto: due papi e tanti “contatti” con la surrogata.
Sei un portento, Dudu solo ti eguaglia.
Toni,
secondo me non hanno figli; basterebbe averne per capire fino in fondo…Non c’è la “pelle”…
Per fortuna non hanno figli. Penso che Galasi, che filtra in arcobaleno Freud limitandosi sulla “perversione” del bambino, proietterebbe su un figlio una follia narcisista. Meglio per lui monologhi gigionando (qui) di teatro, confondendolo con la vita.
io non vi capisco. se siamo bestie che usiamo il sesso come gli animali solo per procreare, allora è chiarissimo che tutti i ruoli legati all’esemplare sono antropologici e culturali. ma lo dice gandolfini non una checca
Trollona, qui dudu-micheleL, il linguaggio che usi testimonia la tua volgarità profonda : a te delle persone omosessuali non importa un beneamato tubo….puro pretesto per trollare, trollare, trollare, trollare….
Poi, ti sembra di sentirti sollevata, ma un secondo dopo stai pure peggio.
Ti auguro un giorno di fare l’esperienza di essere amata per quello che sei…solo così potrai amare gli altri per quello che sono, che siano bambini o che siano omosessuali, e non essere sempre così incattivita.
Ciao, trollona.
Ciao Giovanna,
aiutami a capire. Dudu, se è la trollona, dimostra che scrive concentrati di idiozie. Quello che scrive non è di aiuto a nessuna persona di media intelligenza se deve farsi una idea a favore dei diritti gaiosi. E’ controproducente (è un assurdo, ma dovremmo ringraziarla). L’unica ipotesi contraria è che trolla puntando a settori di mercato costituiti da imbecilli, ma onestamente non mi sembra una ipotesi percorribile. Come arrivi alla conclusione che dudu è MicheleL?
Caro Toni, ci sono vari motivi.
Purtroppo, si fa per dire, la redazione cancella i post più trucidi in fila della trollona, con vari nick : prima della cancellazione si vede benissimo che sono della stessa persona !
Ci sono comunque delle costanti : il fatto che questi nick commentano sempre in gruppo ( o ci sono tutti, o non c’è nessuno, tra saccenti e trucidi ) e a cascata, che i tre concetti che esprimono sono sempre gli stessi, sia i trucidi , che i saccenti, che mai, dico mai , mai e poi mai, i nick saccenti ed “educati” ( da filomena a xyzwk a micheleL ecc ) hanno rintuzzato le offese che mi vengono rivolte in modo massiccio negli stessi commenti in cui commentano loro.
Infine, la trollona, sia come xyzwk, sia come micheleL, ha parlato più volte di “registri”, di una sua abilità ad avere toni e livelli diversi.
Per esempio, proprio ieri o l’altro ieri, ha risposto ad andrea udt, usando il suo tono, la sua spaziatura, il suo stile di punteggiatura, e anche lo stile conciso di argomentazione : l’ha scritto nero su bianco micheleL stesso !
E’ una capacità che ha, affinata nelle lunghissime giornate vuote a cercare robaccia sul web.
Di suo non scrive nulla, ne sono certa : sono tutti copia e incolla, magari rielaborati, ma copia e incolla.
Ancora, non hai notato che fine ha fatto fare la trollona a samuele, bob e nino ?
Si sono presentati con tanta enfasi, con le loro storielline inventate di sana pianta e ora sono stati declassati al livello di nick trucidi, come dudu e sganarello : offendono anche loro e danno a me della troll, in successione !
Chi mi accuserebbe di essere un troll, se non la trollona ?
Per quanto riguarda l’effetto dannoso per la causa di questi nick trucidi…sono convinta che alla trollona non gliene importi nulla, sia perché non se ne rende conto, sia perché lei interviene solo per trollare, per sentirsi importante in quei pochi momenti al giorno…non c’è nessuna partecipazione emotiva in quello che scrive.
Dopo che gliel’ho fatto notare, mette qualche punto interrogativo ed esclamativo, ma l’effetto è di una montatura : comunque non esce mai la persona, tutt’al più delle macchiette stereotipate.
Se rileggi i vecchi commenti con filomena, ci sono sempre gli stessi schemi, le stesse cascate di nick, la stessa alternanza di “registri “, gli stessi nick d’appoggio , gli stessi nick trucidi : non si vede benissimo perché moltissimi post alla “dudu”, come quelli del ruba-nick “giovanna” o di “sganarello” sono stati censurati, come accade attualmente, ma chi legge sempre se li ricorda.
Infine,” michelel”è stato beccato ad usare mail farlocche a tempo e indirizzi ip variabili e “bob” ha scritto che ha saputo che “molti” commentatori hanno protestato presso la redazione perché do loro del troll : mi dici come potrebbe saperlo se non fosse sempre lo stesso troll ?
Anche da quest’ultima figuraccia, si vede di come la trollona non si renda conto di quanto si renda ridicola.
Comunque, prove certe , ovviamente, non ne ho ,ma, per quello che leggo, ci metto la mano sul fuoco.
Giovanna, per me tu dovresti avere il controllo di questo blog con facoltà di cancellare e strumenti informatici per verificare la rispondenza tra IP e account: in una settimana e anche meno il blog si bonifica !!!!
A me dovete scusarmi, sono una persona che ha anche dubbi nelle cose. Reputo possibile tutto grazie a Filomena e le sue performance da abortista cronica a madre di gemellini a Lena autistica. Ma penso pure che, se è la trollona, ha espresso anche la capacita di esibire la misera realtà umana, nelle tante sfumature (dal trucido al salottiero) che segna questi tempi. Io, nella vita di tutti giorni, ho incontrato Sganarelli, Lene, luca (versione originaria) ecc. (aggiungiamoli tutti…incluso il vecchio Bifocale). Un campionario che abbraccia indistintamente aborti, eutanasia, matrimoni gay e pure altro. Intendo dire che anche se trolla nel definire perfettamente le varie “sfumature” di miseria con la quale ci confrontiamo, si rende utile perché comunque fornisce una umanità credibile. Ma poi, uno Sganarello-Dudi-Helveticus…ma chi deve convincere? a chi servono? E sono pure comici .
Va bene, Toni, è vero che la trollona ha una sua utilità, in quanto presenta il peggio possibile oggi su certe tematiche…basta che non ti fai prendere in giro..
Lo noti, vero, come ti tratta ? Non abboccare alle sue lusinghe…quelle lusinghe che ritrovi, nei tuoi confronti, pari pari in filomena, carlo, riccardo, bob, daniele, nino ..persino in shiva e tutta la serie di toni caproni-binario morto…mi raccomando, continua a mantenere le distanze dalla trollona.
Te lo dico con affetto.
Cara Giovanna,
non solo non abbocco, ma li vedo come fumo negli occhi. Io non so se hai seguito (data la lunghezza dei post) la discussione sopra che ho con la versione MicheleL : E’ la più squallida di tutte. Difende le fatasie pedofile perché l’APA e l’AAP gli hanno detto che se non crea disturbbi e non si scontra con il sistema penale, va bene. Lena era autistica, quindi una creazione di un personaggio in fondo malato. Questo (MicheleL,) che addirittura “approfindisce” con dei “trattati” e tesi di laura , sfonda nel mostruoso.
sono un uomo
e che …uomo!!!
Dudu, se sei Sganarello… stai precipitando nella cieca bestialità. Non riesci a dire una sola cosa sensata Con quel “chi l’ha detto” sopra (su Galileo) dimostri di essere un ignorante presuntuoso completo. Fai dedurre, senza alcuna difficoltà, che quando parli di sesso procreazione ecc… sei vicino alla zero assoluto. Fatti un favore … smettila.
Andatevi a vedere il video ove a Costanza Miriano che chiede dov’è la mamma dei loro felici pargoli a due felici padri gay e costoro stizziti rispondono: “la madre non c’è, la madre è un concetto antropologico”.
Vien da chiedersi, cosa penseranno di questi due i rispettivi “concetti antropologici” che li hanno messi al mondo e li hanno tirati su?
Chissà perché mi torna in mente un racconto di Guareschi che si conclude con uno sganassone degno di essere annoverato nel lunario e venerato col riverito nome di “Santa Sberla”
Come osi affermare ciò, ignorante di un Giannino? Non sai che ci sono autorevolissime persone che su questi lidi citano compulsivamente altrettanto autorevoli studi che certificano altrettanto autorevolmente che i bambini crescono sanissimi in una coppia gayamente omossesuale? 🙂
Ciò premesso, chissà se stavolta l’Autorevole avrà il coraggio di ammettere che è da manicomio chi dice una boiata del genere, anche se non è scritto su un’autorevole rivista?
E pur si move!
Che stanno a dire quei sentimentaloni, caro Michele, tu hai gli “autorevoli” e la mamma è una creazione , una convenzione, anche la percezione di un abbraccio di una donna chi lo dice che è migliore di quello tuo. E chi l’ha scritto che percepire la differenza è un diritto naturale di un bambino? Perche dovrebbe scieglire quale è il più bello … queste fesserie, che si accontenti l’ingrato. Del resto la “Carta dei diritti” ti garantisce quello che vuoi “alla luce dell’evoluzione della società, del progresso sociale e degli sviluppi SCIENTIFICI e TECNOLOGICI”, e se ci fosse bisogno di una tecnologica protesi di latice , che migliorerebbe la percezione tattile al punto da oscurare ogni differenza tra te ed una comune donna, quale sarebbe l’obbiezione da fare se tu sei felice?
ma che c’è da percepire se devi solo procreare
Cosa c’entro io, lo sa solo lei, che per altro al posto mio mette la sua percezione di me, convinto che il punto sia la mia felicità. Potrebbe invece capire benissimo dalle mie risposte che concepisco altre priorità.
Come la dignità e la protezione delle donne, che viene prima dell’interesse degli aspiranti genitori, per non parlare dell’interesse del bambino, che viene sopra a tutto ma ovviamente dopo quello di essere venuto al mondo. Ma lei è sordo da qualsiasi orecchio in cui non risuonino che le sue ipotesi.
Dal suo discorso si capirebbe (a voler provare a ragionarci…) pure che una coppia di lesbiche andrebbe benissimo, tanto per farle capire quanto poco lei riesca ad essere obiettivo.
Io credo che una coppia di donne con un bambino sia semplicemente devastante. Credo che esista sola la madre ed il padre e che non c’è l’uno senza l’altro. Sul padre, il suo ruolo, ho idee molto definite. ma ne faremo oggetto di altre discussioni quando vuoi.
Avvolte ti riconosco la buona fede (come per l’errore sul papa emerito, una reazione di difesa come ci capita a tutti. Hai detto una cosa , e mi hai convinto, che non pensavi. Non ne parleremo mai più).
Sulle donne spero nella tua buona fede, ma credo che non fai centro con la dignità ne con la protezione. E’ un mercato, vuoi o non vuoi, indipendentemente se esiste qualche sparuta minoranza che cederebbe l’utero “a gratis”. Non è questo l’orientemento delle cosa , sbagli alla grande per come fai con l’aborto.
Ma aldilà della buona fede, ma poi mi apri un baratro quando per difendere l’insostenibile, umiliando te stesso al punto da apparire un ebete, ti concedi per la salvaguardia dell’onor dell’APA e AAP, la scientifica(per te) vergogna della legittima e sana fantasia pedofila (portandomi a prova l’esempio del Giappone).Scusami che torno sull’argomento disturbante, ma mi hai veramente colpito. Vorrei chiederti: se tu avessi a tavola un personaggio di cui conoscessi le sane abitudini dell’immaginazione (sana perché certificate dagli autorevoli) non troveresti (diversamente sarebbe ipocrita) imbarazzo alcuno?
fede, * poi
delete : “(diversamente sarebbe ipocrita) “
La sua risposta sulle madri lesbiche non mi stupisce, volevo solo farle notare che l’evocare le barbe non è dialetticamente più efficace di evocare l’inferno. Impressionare può funzionare con uno sprovveduto, non con un miscredente come me.
Io credo nell’interpretazione degli esperti, ma non la considero perfetta. Ci ragiono sopra con il margine del dubbio. Ad esempio, quando anche le coppie omosessuali potranno adottare, non sarei a favore di una sorta di “quota” gay in proporzione alle domande, perchè sta all’assistente sociale decidere. Gli studi che ci sono non rappresentano la popolazione, ma dimostrano che non c’è ragione di escludere di gay, che è cosa ben diversa dal dire che sono del tutto equivalenti sempre. Capisce che io non la metto giù in modo assoluto come lei? Sono anche d’accordo con l’aspettare che siano le esperienze delle SCA ad aggiungere chiarezza.
Quanto al vedere nella testa degli altri, è un tipico esercizio che mi “perplime”. Quanti sognano di scannare il capo o la suocera? Quanti in banca immaginano di fare un salto nella cassaforte e uscirne con le tasche piene? Quanti metterebbero sotto il vigile? E quanti in modo non del tutto analogo la vigilessa? Quanti matrimoni resterebbero in piedi se le mogli e i mariti si guardassero la sera la moviola delle fantasie del partner durante la passeggiata sul Corso? Il limite tra fantasia ed azione è essenziale. Ma il suo è uno spunto molto interessante: “indugiare su un pensiero che se concretizzato sarebbe moralmente negativo”…Ci devo pensare. Vede perchè mi piace discutere con lei? La ringrazio per lo spunto.
“Gli studi che ci sono non rappresentano la popolazione, ma dimostrano che non c’è ragione di escludere di gay, che è cosa ben diversa dal dire che sono del tutto equivalenti sempre.”
Non so perché ma noto una certa incrinatura nella tua sicumera…
Comunque per amore della scienza è bene precisare che i tuoi autorevoli studi, anche nella fantasiosa ipotesi fossero stati svolti senza dolo da persone disinteressate (ovviamente non è affatto così), al massimo potrebbero evidenziare che, in questa fase ancora precoce dell’osservazione del fenomeno, ancora non risultano motivi validi per concedere l’adozione ai gay.
Infatti ti ricordo che qui si tratta di persone innocenti e indifese (i bambini, dico), per i quali l’onere della prova è esattamente all’inverso di come ce lo vuoi ammannire te.
Insomma, con gli autorevoli studi si deve “provare”, oltre ogni ragionevole dubbio, che avere due papà o due mamme non comporta alcuna conseguenza negativa per i pargoli.
Io la vedo dura, e te?
Non la vedo dura, la vedo attraverso il What We Know Project, che sia possibile crescere sani con genitori omosessuali non è una ipotesi, è provato dagli studi.
Un rischio, se c’è, io -onesto al contrario di quanto lei può dire di sé, che ipocritamente mi accusa di sicumera- non lo escludo, ma lo considero nel margine di rischio che qualunque genitore si assume, perchè nessuno si può definire genitore perfetto.
Lei sa bene che ci sono lavori che correlano l’omofobia a problemi mentali e io sono persuaso che se mettessimo a confronto figli di genitori omofobi e genitori omosessuali ne uscirebbe un paragone molto interessante.
Il blog what we know paraponzi è gestito da attivisti gay
I lavori che mettono in relazione l’omofobia ai problemi mentali sono realizzati da attivisti gay
Constatando queste acclarate circostanze, io ti accuso di sicumera senza alcuna ipocrisia, anzi, lo faccio pure stimando per difetto la tua malafede.
Il Prof. Giacomo Ciocca sarebbe un attivista gay? E chi lo dice? Lei? Dire le bugie è peccato.
Il what we know project include persone che sono attive per i diritti degli omosessuali, ma non solo. Cita, con correttezza, sia lavori pro che contro, basta che rispettino i rigorosi standard di qualità. 73 lavori con centinai di autori in decine e decine di equipes, tra cui alcuni gay, alcuni cattolici, alcuni bianchi, alcuni neri, alcuni bassi, alcuni alti. Ma tutti autorevoli, visto che hanno per lo meno un dottorato di ricerca.
Lei non può fare altro che immaginarsi le sue accuse, perchè al contrario dei dettagli disponibili sui casi Regnersu e Sullins, non ha altro di rigoroso ed obiettivo
Uno che partendo dalla constatazione che “in alcuni individui” l’omofobia sia legata a uno stato di insicurezza di origine psicotica per dedurre che chi è contrario ai matrimoni gay è un mentecatto, o è un attivista gay che usa la “scienza” per far propaganda o è un cretino in mala fede..
Se poi si scopre che almeno uno dei coautori dell’autorevole studio si è distinto come sostenitore dell’educazione sessuale nelle scuole basata sulla ideologia del gender, uno a far due più due ci mette poco…
Quindi la mia non è una bugia, ma banale applicazione del metodo deduttivo nell’approccio con la realtà.
Ti consiglio piuttosto di pensare alla tua di salute mentale, che ogni volta che riparti daccapo col loop demenziale degli “autorevoli studi” desta in chi legge sempre maggiore preoccupazione.
Epistemologicamente parlando gli studi del blog gay non provano una mazza.
Al massimo, se turandoci il naso volessimo attribuir loro un pochino di obbiettività, gli studi che i tuoi amici selezionano perché “presentabili” (quelli scomodi si ignorano o si screditano), potrebbero sommessamente suggerire che FINORA non sono accertate gravi criticità (si far per dire).
Ma tra il constatare che al momento non si sono rilevate (leggasi non si son volute rilevare) criticità e poter escludere tali criticità in maniera assoluta c’è di mezzo un mare di mala fede.
Se poi si tien conto che in realtà molti dei famosi autorevoli studi son stati fatti su campioni miserrimi e7o di convenienza che notoriamente (meno che per te) non si possono inferire…
Di quale coatuore stiamo parlando?
Sono d’accordo con lei che non si possa generalizzare, né sui mentecatti ne su gli attivisti. Ma io preferisco essere preso per un attivista anche se non lo sono, piuttosto che per un mentecatto. Poi ciascuno ha i suoi gusti, no?
Mi piace infine il suo secondo messaggio e guardi che quello che lei scrive con parole sue (eh vabbè, la “interpreto”) è di fatto la base che oggi spinge a far capire che almeno la SCA va approvata (ormai si è in ballo e si balli bene).
E siccome:
i) ANCORA (come dice bene lei) di criticità significative non ne sono emerse;
ii) nonostante gli studi siano via via più ampi ed approfonditi, da decine a centinaia di soggetti, da famiglie che hanno il coraggio di dire “io esisto”, non emerge una tendenza al peggioramento;
resta -almeno- il beneficio del dubbio, che è la ragione per cui andiamo nella direzione in cui andiamo.
In base a queste evidenze fare altrimenti sarebbe, appunto, da …Mentecatti 😀
“Mi piace infine il suo secondo messaggio e guardi che quello che lei scrive con parole sue (eh vabbè, la “interpreto”) è di fatto la base che oggi spinge a far capire che almeno la SCA va approvata (ormai si è in ballo e si balli bene).”
Ciò perché dei diritti dei bambini tu te ne fotti allegramente.
L
Il fatto che la mia risposta sulle madri lesbiche non ti sorprende mi fa piacere. Spero che consideri anche che sono in grado di dire pure il perché lo penso.
Io non credo facilmente agli esperti. I miei dubbi aumentano in certe scienze per la naturale connivenza con il sistema ideologico dominante. Ancor meno se hanno avuto la sciagurata sfortuna di aver presentato incongruenze e rinzaffato alla meno peggio, magari con revisioni, atti e fatti di prepotenza.
Ma non trovo interessante questo ora.
Credo che il tuo esercizio di “perplime” è una opportunità che ti mette sulla buona strada e se non ti fai semplicemente scherno del buon Toni, vezzeggiandomi con il ti “piace discutere” con me. Spero allora di farti cosa utile a darti un ulteriore spunto di meditazione se nell’ipotetico esempio del “sedersi a tavola” aggiungo un altro ospite: un figlio. Ti riformulo quindi la domanda: accetteresti di avere a tavola, con tuo figlio, una persona che immagina (si eccita) all’idea di “farsi” bambini? E se avessi impegni, ti fideresti di lui al punto di lasciargli tuo figlio a casa sua un pomeriggio? (Scommetto che se mi ponessi la stessa domanda non ti sorprenderesti della mia risposta)
Chiudo con un altro suggerimento: non porti semplicemente le domande “Quanti sognano di scannare il capo o la suocera? …. Quanti matrimoni resterebbero in piedi se le mogli e i mariti si guardassero la sera la moviola delle fantasie del partner durante la passeggiata sul Corso?, ma aggiungi al tutto “il cosa comporta” se chi oltre a sognare di scannare e tradire sa che c’è una APA che dice che c’è un modo sano di farlo.
Gli studi seri si confutano con altri studi seri. Vedremo.
Quanto alle fantasie del prossimo, io non mi faccio pendere dal panico. Conosco le statistiche e pure gli studi sul tema e fare un dramma del conoscere le fantasie di qualcuno è sciocco, perchè la probabilità che qualcun’altro le condivida è concreta.
Comunque, rendere gli altri partecipi di una fantasia non è come tenersela per sé. Soprattutto quando li riguarda. Esplicitare è già un atto, un’azione. Inoltre farlo deliberatamente non è la stessa cosa dell'”essere scoperti”.
Se la suocera trova un diario con uno sfogo del genero che afferma che la strozzerebbe, non è la stessa cosa del sentirselo urlare in faccia.
Un capo trova stracciata una sua caricatura in un cestino, non è la stessa cosa di ritrovarsela sulla scrivania (configurerebbe il reato di minacce, per altro).
Si tratta insomma Toni di una questione complicata. Io apprezzo discutere con lei per gli spunti. Ma per gli approfondimenti…Diciamo che il vezzeggiarla finisce prima, non si faccia troppe illusioni, rispetto e stima sono cose che si guadagnano diversamente 🙂
Ho già approntato l’approfondimento su diversi versanti: “psicologia, etica, sociologia e antropologia dei desideri inconfessabili” un bel tema penso, non mi stupirebbe che ci fosse già qualche tesi di laurea di discipline umanistiche sul tema; devo indagare.
“Gli studi seri si confutano con altri studi seri. Vedremo.”
Quando ci saranno degli studi seri allora faccelo sapere.
Non ti preoccupare, non ho illusioni di nessun genere e sai benissimo, da ciò che scrivo, quanto ci tengo ai vezzeggiamenti e al sembrare simpatico. E so anche da quale persone preferisco avere stima e rispetto (avvolte non è conveniente averlo da certi tali) .
Non mi pare che affronti comunque gli argomenti bene in questo modo, perché credo che non comprendi e/o giri a largo dal cuore delle questioni ( e fermarsi ai libri di “psicologia, etica, sociologia e antropologia …” può servire più a cercare alibi che capire se stessi). In tutto questo ti accontenti facilmente di rassicurazioni e li fai diventare “autorevoli” .
PS: Per inciso: noto pure quando non si risponde.
E pur trolla!
“E pur si move!”
Ecco, appunto!
Anche codesta è una menzogna, visto che Galileo non l’ha mai detto.
e chi te l’ha detto??? ahahahaha
Ti faccio notare due cose:
1) la storia di “E pur si move” la trovi pure su wikipedia.
2) come onomatopea del verso del ciuco di solito si trova “hi-ho”, ma se tu preferisci “ahahahaha” non ho nulla in contrario.
Sono un padre adottivo, tre adozioni nel corso di dieci anni, e sottoscrivo in pieno quanto si comunica in questa bellissima lettera. La più grande ha 29 anni poi un ragazzo di 19 e il piccolo 9 anni e già lui ci sommerge di domande difficili. Gli altri sono in alto mare in una tempesta mai sopita dentro di loro, una inquietudine di base.
E’ vero è una ferita che rimane e chi non VIVE queste storie non potrà MAI capire.
Che pena per chi scrive che si cresce sani (sani?) in una coppia gay omosessuale! Sani?
Che Dio abbia pietà di voi.
Massimo, pensa, lo sostengono perfino dei medici!!
stai parlando del dott. Corsello?
Ignorante Giannino? Se Giannino è ignorante tu sei un………….(lascio i puntini per la fantasia di molti).
“La madre è un concetto antropologico”.
E’ una frase che fa rabbrividire perché testimonia di come una certa “intellighenzia” consideri la realtà delle cose una questione fluida, opinabile. La realtà è quello che vogliamo noi.
E mentre un prodotto OGM viene visto come il male assoluto, perché modifica equilibri inscritti nel DNA da milioni di anni … in modo disinvolto e senza alcuna remora è possibile mettere le mani all’ABC della famiglia naturale … questo si che è segno di progresso.
Ma state attenti Italiani.
Se padre e madre sono concetti antropologici, presto lo saranno anche l’uguaglianza (è facile dimostrare che non siamo tutti uguali) ed ogni altro “concetto” su cui è nato l’occidente.