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Il riarmo europeo sarà un salasso per l’Italia

Di Leone Grotti
17 Maggio 2025
Se la Nato a giugno pretenderà investimenti pari al 5% del Pil nella difesa, l'Italia dovrà sborsare più di 30 miliardi aggiuntivi nei prossimi sette anni. Per il governo Meloni è un dilemma: nuovo debito o tagli al welfare?
L'aumento delle spese militari richiesto dalla Nato potrebbe costare carissimo all'Italia
Un riarmo da oltre 30 miliardi, tanto potrebbe costarci l'innalzamento richiesto dalla Nato delle spese militari al 5% del Pil (foto Ansa)

Ieri l'Italia ha inviato una lettera a Mark Rutte, segretario generale della Nato, per comunicargli che è stata raggiunta la soglia del 2% del Pil da destinare in spese militari. Per farlo senza sborsare 10 miliardi in più in riarmo, partendo dall'1,57%, il governo ha inserito nel computo anche guardia costiera, servizi di meteorologia, attività di distruzione di armi e munizioni e le risorse per la cybersicurezza.
Il nostro paese non potrà però sperare di cavarsela così facilmente. Raggiungere il 2% era il minimo per presentarsi al fondamentale vertice Nato che si terrà all’Aja il 24 e 25 giugno. In questa occasione, verrà deciso se e come aumentare gradualmente il livello della spesa per la difesa fino al 5 per cento del Pil entro il 2032, come richiesto dal presidente statunitense Donald Trump e come proposto da Rutte.
Che cosa chiederà la Nato
Il segretario generale della Nato proporrà nello specifico di aumentare al 3,5% del Pil la spesa per la difesa in senso stretto (ordigni, me...

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