«Noè? È il primo ambientalista». Bastano queste poche parole del regista Darren Aronofsky per intuire perché, comunque vada, il film Noah che uscirà negli Stati Uniti il prossimo 28 marzo (10 aprile in Italia) farà discutere. E non solo perché Russell Crowe, che interpreta il personaggio biblico, ha consigliato a Papa Francesco di vederlo. Via Twitter: «Sono sicuro che lo troverà affascinante».
COLOSSAL RELIGIOSO. L’impresa è di quelle che fanno parlare di sé e creano aspettative: la Paramount Pictures ha speso più di 125 milioni di dollari per realizzare un colossal su un personaggio religioso, protagonista di uno dei racconti della Bibbia più conosciuti da credenti e non, con cui spera di ripetere e magari superare l’exploit al botteghino di 612 milioni di dollari registrato da Mel Gibson con La Passione di Cristo. Noah sarà anche il film più costoso mai realizzato da Aronofsky, che con The Fountain si era fermato a una spesa massima di 35 milioni di dollari.
LE PROIEZIONI SEGRETE. Data l’entità dell’investimento si può intuire perché la Paramount abbia voluto nei mesi scorsi far vedere in gran segreto, e sotto giuramento di non rivelare nulla o quasi, a leader religiosi protestanti alcuni spezzoni del film. La pellicola, infatti, sarà un successo se saprà soddisfare il palato fine dei più ortodossi e rigorosi lettori della Bibbia.
PRIMI COMMENTI. E qui cominciano i problemi, perché molti tra coloro che hanno visionato il film hanno rumoreggiato: «Chi si aspetta che sia parola per parola tratto dalla Bibbia, resterà scioccato», ha dichiarato uno dei primi spettatori. «Noè sembra un religioso pazzo e irrazionale», si è lamentato un altro. «Noah è un poco interessante e non biblico spreco di 150 milioni di dollari che impedirà per decenni la realizzazione di un grande film di intrattenimento su un eroe della Bibbia», ha sentenziato in modo drastico un terzo.
LE MANI AVANTI. Simili commenti hanno allarmato la Paramount, che per continuare a inseguire il sogno di lauti incassi ha deciso di cambiare numerose scene del film contro la volontà di Aronofsky. Oggi nessuno sa ancora se la versione che uscirà il 28 marzo sarà quella del regista o quella della casa cinematografica americana, che in ogni caso ha già messo le mani avanti affermando: «È più corretto dire che questo film è ispirato alla storia di Noè».
I FONDAMENTALI CI SONO. Ma che cosa dovrebbe contenere di tanto allarmante la pellicola di Aronofsky (foto a destra)? Secondo un teologo che ha visionato il film, e che ha scritto una recensione per Breitbart News senza rivelare né il proprio nome né troppi dettagli come da accordi, la storia in estrema sintesi è quella biblica: «Gli esseri umani compiono il male sulla Terra, Dio li giudica e manda il diluvio, la famiglia di Noè si salva dalla distruzione grazie all’arca e la razza umana ricomincia da capo su una Terra rinnovata». E fin qui tutto bene.
NOÈ AMBIENTALISTA. I problemi cominciano quando Noè appare come un folle che vuole cancellare «la razza umana dalla faccia della terra». Non esattamente quell’uomo “giusto” e “di fede” descritto dalla Bibbia. Per di più il principale peccato per cui Dio vuole scatenare il diluvio universale, secondo il Noè di Aronofsky, è «l’abuso dell’ambiente» causato da una «primitiva industrializzazione». Insomma, il Global Warming ante litteram. Secondo il racconto del Genesi il principale problema della generazione di Noè è la “violenza”, per il film sono «la caccia degli animali e l’attività mineraria».
NOÈ DARWINISTA. Noè inoltre – e qui è facile capire perché molti protestanti sono usciti infuriati dalle anteprime riservate a loro dalla produzione – quando parla della creazione del mondo alla sua famiglia descrive una sorta di «macro evoluzione» darwiniana. Un po’ di «oggetti magici» e di «strani animali» in stile liocorni sparsi qua e là fanno il resto. Serve altro?