«Il Medio Oriente è a ferro e fuoco. La stabilità, come la conosciamo da 40 anni, è finita e non sapremo come sarà la regione tra cinque anni. Il futuro è incerto, le persecuzioni e le nuove forze estremiste islamiche dominano la scena: come è possibile dunque volersi ancora bene?». Se lo chiede al primo incontro della XXXV edizione del Meeting di Rimini padre Pierbattista Pizzaballa.
«PULIZIA RELIGIOSA». Il custode di Terra Santa, durante l’incontro “Il potere del cuore. Ricercatori di verità”, ha parlato del dramma di cristiani e musulmani in Iraq, Siria e Palestina. Ricordando la «convivenza interreligiosa» che ha sempre caratterizzato la regione, ha denunciato «i vergognosi atti perpetrati dallo Stato islamico, che vanno contro tutta la storia del Medio Oriente». Contro «la pulizia religiosa» in atto in Iraq, afferma il custode di Terra Santa, «tutte le comunità religiose devono alzare la voce. Il mondo islamico comincia a reagire ma ancora la sua voce è troppo flebile».
COME USARE LA FORZA. Richiamando le parole di papa Francesco, ha chiesto poi che «questo fanatismo venga fermato, se necessario anche con l’uso della forza». Poi ha specificato: «La forza può essere usata ma solamente se viene inserita in una prospettiva di ricostruzione. Questo vale per l’Iraq ma anche per il conflitto israelo-palestinese. La forza può aprire la via ad una strada, perché con questi terroristi è impossibile discutere, ma non può essere la strada. Senza ricostruzione e senza un progetto condiviso, la forza lascia posto solo all’odio. Per questo, pur essendo assolutamente necessaria, non credo che una strategia o l’intervento delle Nazioni Unite sia sufficiente a salvare il Medio Oriente».
«CI SALVERANNO I PICCOLI». Secondo il custode di Terra Santa, «sono i piccoli che salveranno il Medio Oriente, coloro che si mettono in gioco amando il proprio fratello anche a costo della vita». Come successo ad Aleppo, la grande città della Siria divisa in due. Qui «da mesi non c’è l’acqua perché i ribelli l’hanno tagliata. Per bere, bisogna avere un pozzo privato. Ma il pozzo privato per funzionare ha bisogno dell’elettricità, che manca, e quindi di un generatore e di gasolio». Ma nessun privato «può avere queste cose: solo le chiese e le moschee dispongono di pozzi funzionanti». Pizzaballa, che ha visitato di recente la città, racconta quello che ha visto: «Cristiani e musulmani fanno la fila insieme davanti alle chiese e si portano a casa l’acqua a vicenda. C’è una casa di francescani lì che collabora con i musulmani per tirare fuori l’acqua dal pozzo. Ho visto volontari cristiani fare da mangiare e portare il cibo ai vicini musulmani».
«SERVE LA TESTIMONIANZA». Sono questi i «piccoli» che mi «danno speranza» e che «salveranno il Medio Oriente». Il custode francescano fa un altro esempio: «La tentazione dei cristiani di Iraq e Siria oggi è quella di fuggire. Però non tutti possono farlo e spesso il punto di arrivo è peggio di quello di partenza. Ma c’è poco da dire, racconto solo un episodio: in un villaggio del nord della Siria, dove per usare un eufemismo i ribelli fanno i pazzerelli, il parroco non ha voluto lasciare la città. Moltissimi altri abitanti hanno detto allora: “Se resta lui, restiamo anche noi”. Ecco la via: serve la testimonianza».
«IL MALE NON DEVE SPAVENTARE IL CRISTIANO». Una testimonianza difficilissima in mezzo a tanta «violenza efferata» ma non impossibile: «Il cristiano non deve essere spaventato dal male – conclude Pizzaballa -. Nessuna distruzione, neanche Satana, può fare niente contro la volontà di Dio. Non dobbiamo dimenticare che il cristianesimo nasce da un fallimento umano, da una disfatta, da Gesù crocifisso. È dal suo cuore trafitto che è nato il cristianesimo: è dal potere di un cuore così che il Medio Oriente sarà salvato».